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“Hitler era comunista”: fact-checking di quello che hanno detto Weidel e Musk

Hitler era comunista, la Germania ha le tasse più alte dell’OCSE, Angela Merkel ha aperto le frontiere, l’energia nucleare è priva di emissioni. Queste e altre affermazioni sono state fatte durante la lunghissima conversazione online fra Elon Musk, CEO di X, e Alice Weidel, candidata cancelliera del partito di ultradestra AfD alle prossime elezioni tedesche. Poco prima, Musk aveva scritto sulla piattaforma che l’Unione Europea stava cercando di censurarlo, impedirgli di tenere questo incontro con la candidata.

Elon Musk
Elon Musk. Photo credits: EPA-EFE/SARAH YENESEL

Il riferimento è a due lettere, inviate dall’ex membro della commissione europea Thierry Breton prima a Musk, in vista della sua intervista al presidente eletto degli usa Donald Trump, e poi a Weidel, prima dell’incontro di giovedì. In entrambe le lettere Thierry, che nel suo lavoro alla Commissione ha contribuito a redigere le linee guida che regolano le responsabilità dalla piattaforme online, ha ricordato ai destinatari l’obbligo, sancito dal Digital Services Act, di non facilitare la diffusione di contenuti dannosi. Non un divieto, quindi, ma una richiesta di fare attenzione all’esposizione dei contenuti, su una piattaforma dal potere mediatico colossale. Già prima dell’incontro stesso, quindi, le affermazioni di Musk in proposito si prestavano a facili smentite.

Durante l’incontro con Weidel, come era facile prevedere, i toni si sono alzati e con essi anche il livello di sensazionalismo delle affermazioni. Qui di seguito, analizzeremo alcune delle più significative, confrontandole con fonti che permettano di verificarne la fattualità.

Weidel e AfD in testa nei sondaggi? 🔴 Falso

Dopo il summenzionato post su X, nel quale Musk presentava Weidel come colei che “probabilmente sarà la prossima cancelliera tedesca”, il tycoon sudafricano ha esordito, durante l’intervista, introducendo la sua interlocutrice come “la candidata più popolare in vista delle elezioni tedesche”. Secondo l’ultimo sondaggio ufficiale ARD Deutschlandtrend (il più accreditato in Germania, condotto da Infratest dimap e considerato il principale barometro delle intenzioni di voto), la CDU/CSU è in testa con il 31% (al momento della scrittura di questo articolo), mentre l’AfD è al secondo posto con circa il 20%, seguita dalla SPD al 15% e dai Verdi con il 14%. Per quanto riguarda il gradimento dei candidati cancellieri, Weidel non solo non è prima, è addirittura quinta su sei a pari merito con il cancelliere uscente dell’SPD, Olaf Scholz. Tutti gli altri candidati hanno un gradimento migliore: perfino Christian Lindner, il cui partito, l’FDP, è dato al 4% nei sondaggi, la supera di un punto con il 21% di gradimento. In testa c’è Robert Habeck dei Verdi con il 28%, seguito Friedrich Merz della CDU con il 25% e poi da Lindner e Sarah Wagenknecht della BSW con il 21%. 

Al momento, la vittoria della CDU è data praticamente per certa e il leader cristiano democratico Merz ha ribadito più volte di non volere, a nessuna condizione, costituire una coalizione con AfD.

Fonte: https://www.tagesschau.de/inland/deutschlandtrend/deutschlandtrend-3454.html

Angela Merkel ha “aperto le frontiere”? 🔴🟠 Falso/Fuorviante

Come era prevedibile, nell’intervista si è parlato moltissimo di immigrazione: uno dei cavalli di battaglia del programma elettorale di AfD. L’attuale narrazione politica del partito di ultradestra identifica la radice di quasi tutti i problemi del Paese nelle politiche di accoglienza attuate dalla cancelliera Angela Merkel (CDU) durante l’ondata migratoria del 2015, anno in cui furono accolti soprattutto numerosissimi rifugiati siriani. Parlando con Elon Musk, Weidel ha affermato che Merkel, nel 2015, ha imposto l’apertura delle frontiere tedesche all’immigrazione clandestina. Tecnicamente, questa affermazione non solo non è vera, ma è anche storicamente impossibile, poiché nel 2015 le frontiere dell’area Schengen non erano “chiuse” e quindi non si potevano “aprire” (sull’area Schengen: https://home-affairs.ec.europa.eu/policies/schengen-borders-and-visa/schengen-area_en). Anzi, il 13 settembre 2015, il governo tedesco istituì controlli temporanei al confine con l’Austria (fonte, fra gli altri: https://www.deutschlandfunk.de/fluechtlingspolitik-grenzkontrollen-haben-begonnen-100.html) e si discusse sull’opportunità o meno di permettere a rifugiati che erano già entrati in Europa di raggiungere la Germania, considerando la disposizione di legge per cui si può negare l’ingresso agli stranieri provenienti da un Paese terzo sicuro come, appunto, l’Austria (fonte:  https://www.gesetze-im-internet.de/asylvfg_1992/BJNR111260992.html).

invito a cena paragone, intervista ad Angela Merkel
Angela Merkel, February 2018. Photo credits: EPA-EFE/CLEMENS BILAN

Il governo tedesco si mosse poi in conformità con i regolamenti dell’UE Dublino III sull’immigrazione, che consentono a uno Stato di esaminare la domanda di asilo di una persona, anche se non è obbligato a farlo (fonte: https://euaa.europa.eu/asylum-report-2024/324-use-sovereignty-clause). Nel 2017, la Corte di giustizia europea ha deliberato che gli Stati dell’UE possono scegliere di accogliere volontariamente i richiedenti asilo, ma che tali attraversamenti di frontiera possono ancora essere considerati illegali ai sensi del regolamento di Dublino (fonte: https://curia.europa.eu/jcms/upload/docs/application/pdf/2017-07/cp170086en.pdf).

Questo vuol dire che il governo Merkel non ha “aperto” una frontiera “chiusa”, ma ha optato per una possibilità, prevista all’interno di un trattato internazionale, scegliendo di esaminare le richieste d’asilo che venivano presentate in Germania anche da persone che erano entrate in Europa passando prima da altri Stati dell’Unione.

Criminalità in aumento? 🔴🟠 Falso/Fuorviante

Come sempre avviene quando si discute di immigrazione, Weidel ha tracciato un collegamento diretto con la criminalità, parlando di “esplosione” del numero di reati commessi in Germania. Anche in questo caso, a essere fuorviante è l’utilizzo di queste espressioni in assenza di contesto. Secondo statistiche accessibili da parte del pubblico e compilate con i dati delle forze dell’ordine (fra gli altri: https://de.statista.com/statistik/daten/studie/197/umfrage/straftaten-in-deutschland-seit-1997/) la criminalità è sì aumentata negli ultimi due anni, dopo un minimo storico registrato nel pieno della pandemia, ma non è ancora arrivata ai numeri registrati più o meno in tutti gli anni precedenti alla pandemia stessa, almeno dal 1993 a oggi. Inoltre, le statistiche includono tutti i tipi di criminalità, senza fare distinzione fra l’origine dei perpetratori e nemmeno fra i diversi tipi di reati.

Nel commentare questo dato, fra l’altro, il Tagesschau fa notare come, nell’interpretare i dati delle forze dell’ordine, occorre tenere conto di fattori quali l’evoluzione del senso civico e quindi la potenziale maggiore disponibilità della popolazione a denunciare i reati.

7 milioni di immigrati? 🟠 Fuorviante 

L’affermazione di Alice Weidel secondo cui “In Germania abbiamo avuto un afflusso di quasi 7 milioni di persone” dal 2015 a oggi, più che strettamente falsa appare intenzionalmente fuorviante, per una pluralità di motivi. In primis perché emerge come una naturale continuazione del discorso sulle politiche di Merkel, facendo sembrare il numero una diretta conseguenza delle scelte della ex cancelliera. In secondo luogo perché fa da trampolino al discorso di Weidel sui migranti irregolari e alle accuse che Weidel ha rivolto al governo, che, sostiene la leader di AfD, sprecherebbe risorse pubbliche a causa della migrazione illegale (dopo aver specificato che i 7 milioni sono “solo quelli registrati ufficialmente”). Anche in questo caso, giustapporre due temi (i migranti regolari e i problemi causati da quelli irregolari) può apparire come un tentativo di far confluire i due fenomeni nello stesso calderone, senza sostanziare le affermazioni fatte su nessuno dei due in termini di presunta pericolosità sociale.

Questo perché 7 milioni è un numero alto, definito e che può far paura, se lo si contestualizza giustapponendolo ai dati sulla criminalità e lasciando il discorso abbastanza vago da suggerire l’idea che tutti e 7 milioni siano richiedenti asilo che provengono da zone di guerra. In effetti, sono circa 7 milioni le persone che, secondo l’Ufficio Federale di Statistica (fonte: https://www-genesis.destatis.de/datenbank/online/statistic/12711/table/12711-0002), sono immigrate in Germania dal 2015 a oggi. Tale numero, tuttavia, comprende tutta l’immigrazione in Germania: comprende, per esempio, noi e gli altri cittadini europei, comprende i lavoratori qualificati, gli imprenditori, comprende chi arriva con un visto regolare e magari da Paesi extraeuropei, come l’Australia, gli Stati Uniti o la Cina, che raramente figurano negli elenchi dei migranti più sgraditi all’elettorato di AfD.

In sostanza, quindi, questa affermazione utilizza un dato corretto in modo fuorviante, lasciando intendere che la migrazione legale e quella illegale siano sostanzialmente equivalenti e che impedire l’una equivalga a limitare i rischi dell’altra. Secondo Eurostat (Fonte: https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/migr_asyappctza/default/bar?lang=en), dal 2015 sono state 3 milioni circa le richieste di asilo in Germania – una cifra che comprende anche quelle respinte. 

Il furto è legale in California? 🔴 Falso

A questo punto, Musk ha intercettato il discorso sulla criminalità, per fornire un altro esempio di quelli che, secondo quanto implicano le sue affermazioni, possono essere i risultati di una politica migratoria permissiva. Il CEO di X ha affermato che in California è legale rubare se il valore complessivo della refurtiva è inferiore a 1.000 dollari. Questa affermazione è falsa.

Il riferimento è lo stesso utilizzato qualche tempo fa da Donald Trump e si ricollega alla cosiddetta Proposition 47, approvata in California nel 2014. Questa disposizione cambia la classificazione dei furti di beni di valore pari o inferiore a 950 dollari, non già depenalizzandoli, ma classificandoli come “reati minori” (misdemeanor) invece che come “reati” (felony). Questa misura, che fa parte di un pacchetto pensato per ridurre la sovrappopolazione carceraria, prevede che per questi reati possano essere comminate pene detentive fino a un massimo di sei mesi e pecuniarie fino a un massimo di 1.000 dollari. (Fonte: https://courts.ca.gov/publication/proposition-47-faqs)

Hitler era comunista? 🔴 Falso

Questa è probabilmente l’affermazione più stravagante fatta durante l’incontro fra Musk e Weidel e senza dubbio quella che si è guadagnata più titoli sulla stampa internazionale. Riallacciandosi al Leitmotif degli ultimi giorni, che ha unito Elon Musk e Mark Zuckerberg, ovvero l’insofferenza dei gestori delle piattaforme al sistema dei controlli che soprattutto l’Europa implementa contro la disinformazione, le notizie false e i discorsi di odio, Weidel ha scelto di parlare di “libertà di espressione” e ha dichiarato che “la prima cosa che fece Hitler” fu “togliere la libertà di parola”. Dopo aver raccolto il consenso di Musk su questo punto, sottolineando quindi che chi “toglie la libertà di parola” è “come Hitler”, Weidel ha proceduto ad allontanare la figura del dittatore dalla sfera politica del proprio partito, che da sempre è considerato fra i più estremi delle destre identitarie europee. Hitler, ha sostenuto Weidel, non era affatto di destra, anzi: “Hitler era comunista”, tanto è vero che il nome stesso del suo partito conteneva la definizione di “socialista”.

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Hitler e Göring nel 1938 Foto: Bundesarchiv, Bild 183-2004-1202-504 / CC-BY-SA 3.0, CC BY-SA 3.0 DE, via Wikimedia Commons

Le fonti che smentiscono questa affermazione sono tali e tante che il lettore potrà affidarsi al libro di storia che preferisce. Dovendo scegliere una fonte, noi facciamo riferimento al professore di storia dell’Università di Graz Werner Suppanz, che fu stato intervistato in proposito da Der Standard su questo tema nel 2022 (fonte: https://www.derstandard.at/story/2000132872894/die-nationalsozialisten-waren-eindeutig-keine-linken) e fece riferimento a una dichiarazione di Adolf Hitler stesso, il quale, nel 1928, dichiarò esplicitamente che il Partito Nazionalsocialista Tedesco del Lavoro (NSDAP) non era socialista.

Vale anche la pena di ricordare che la resistenza al nazionalsocialismo, in Germania, fu messa in atto dai gruppi socialisti, comunisti e socialdemocratici, i cui esponenti, quando venivano arrestati, andavano a comporre le fila dei “triangoli rossi” ovvero di coloro che, nei campi di concentramento, erano classificati come oppositori politici del regime. Inoltre, sempre secondo quanto menzionato dal prof. Suppanz, il pensiero nazista è prima di tutto fortemente razzista e “biologista” ed essenzialmente contrario agli ideali di uguaglianza e internazionalizzazione della lotta di classe che caratterizzavano i movimenti della sinistra di quegli anni.

L’unico appiglio delle dichiarazioni di Weidel potrebbe essere l’esistenza, nelle prime fasi del partito nazista e ben prima della salita al potere, di un’ala autodefinita anticapitalista e rivoluzionaria, che aveva un certo potere attrattivo sulle classi lavoratrici. Il rappresentante più illustre di questa fazione, Gregor Strasser, fu ucciso per ordine di Hitler, il 30 giugno del 1934, all’inizio di quella che viene ricordata come la “Notte dei Lunghi Coltelli”, nella quale il dittatore fece sterminare tutte le fazioni del partito che non gli erano interamente favorevoli.

AfD è l’unico partito tedesco che difende gli ebrei in Germania? 🔴 Falso

Uno dei cavalli di battaglia di Weidel e del resto di AfD, quando si tratta di allontanare le accuse di estremismo di destra e i frequenti paragoni con il nazionalsocialismo, è la presentazione del partito come fautore unico della “difesa” degli ebrei in Germania. In questo caso, il discorso si è agganciato a un argomento sul quale Weidel e Musk concordano pienamente: la tutela senza riserve di Israele, che determina la posizione di entrambi sulla situazione in Medio Oriente. Weidel ha quindi scelto di identificare, come primo pericolo per la vita ebraica in Germania, i reati commessi dalle persone di religione musulmana e di designare AfD come forza protettrice contro questo tipo di crimini.

Indipendentemente dalle posizioni sul conflitto, però, la comunità ebraica tedesca ha più volte ribadito di non considerare AfD una forza alleata, amica e neppure positiva. Il Consiglio Centrale degli Ebrei Tedeschi ha anche pubblicato un documento dal titolo inequivocabile: “Dichiarazione congiunta contro AfD” (fonte: https://www.zentralratderjuden.de/fileadmin/user_upload/pdfs/Gemeinsame_Erklaerung_gegen_die_AfD_.pdf). Nel testo si dice, fra le altre cose, che ”AfD è un partito in cui hanno trovato casa l’odio per gli ebrei e la relativizzazione, fino alla negazione della Shoah”. Il partito di Weidel viene definito esplicitamente come “un pericolo per la vita ebraica in Germania”, che è “un partito razzista e antisemita” e si dichiara che esso “non rappresenta in alcun modo gli interessi della comunità ebraica”.

Anche il Comitato degli Ebrei Americani a Berlino ha pubblicato un documento (fonte: https://ajcgermany.org/system/files/document/AJC_AfD-Broschuere_final_digital.pdf) nel quale si specifica che l’antisemitismo fa parte del “nucleo programmatico” di AfD, mentre la Fondazione Heinrich Böll ha parlato di come l’antisemitismo sia “saldamente ancorato nel pensiero di molti membri di AfD”. In particolare, nel discorso fra Weidel e Musk si sono verificate diverse istanze di “dog-whistling”, ovvero segnalazioni non esplicite di appoggio a determinate visioni del mondo, pensate per mantenere il discorso entro un certo limite di accettabilità, ma allo stesso tempo segnalare a determinati gruppi la propria vicinanza ideologica. In particolare, in questo caso, si possono vedere esempi di dog-whistling nelle menzioni di George Soros e Bill Gates, che sono fra le figure più odiate da tutti coloro che si rifanno alle teorie del complotto di matrice antisemita relative a concetti come il “Grande Reset” e il “Nuovo Ordine Mondiale”.

Vale infine la pena di menzionare che, per quanto Weidel scelga di definire il proprio partito come “libertario e conservatore” ma erroneamente classificato a destra, al momento AfD è sotto osservazione da parte dell’Ufficio per la protezione della Costituzione come sospetta organizzazione estremista di destra. Tre sezioni locali, specificamente quelle di Turingia, Sassonia e Sassonia-Anhalt, sono già state identificate come sicuramente di estrema destra e diversi singoli membri del partito sono stati indagati o condannati per gli stessi motivi. Il caso più noto è quello del presidente di AfD Turingia Björn Höcke, condannato due volte nel 2024 per l’uso di uno slogan delle SA durante un comizio.

La Germania non ha la pressione fiscale più alta dell’OCSE? 🔴 Falso

Nel discutere di economia, Weidel ha richiamato un altro dei cavalli di battaglia non solo di AfD, ma della maggior parte delle destre occidentali: la pressione fiscale. La leader di AfD ha dichiarato che le tasse in Germania sono più alte che in qualsiasi altro Paese dell’OCSE. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Secondo l’analisi ufficiale dell’OCSE, nel 2023, questo primato spettava alla Francia. La Germania era dodicesima dopo Danimarca, Italia, Austria, Belgio, Finlandia, Norvegia, Svezia, Lussemburgo, Grecia e Paesi Bassi (fonte: https://www.oecd.org/content/dam/oecd/en/topics/policy-sub-issues/global-tax-revenues/revenue-statistics-germany.pdf). Questo per quanto riguarda la classificazione generale.

La Germania arriva a classificarsi al secondo posto solo in alcune analisi di particolari fasce di contribuenti, ovvero per determinati tipi di tasse e determinati tipi di nuclei familiari. (Fonte: https://www.oecd.org/content/dam/oecd/en/topics/policy-issues/tax-policy/taxing-wages-brochure.pdf).

Soltanto la Germania ha abbandonato l’energia nucleare? 🔴 Falso

legge sul nucleare
La centrale nucleare di Emsland. Foto: Michielverbeek, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Questa è una falsità eclatante che il pubblico italiano dovrebbe aver già notato anche senza il nostro aiuto. Nel criticare le scelte economiche dei governi precedenti, infatti, Weidel ha lamentato il fatto che la Germania sia stata l’unico Paese industrializzato ad aver abbandonato l’energia nucleare. Come ben sappiamo, l’Italia ha preso questa stessa decisione nel 1987, ovvero oltre 35 anni fa, sancendo la volontà popolare con un referendum, indetto subito dopo il disastro di Chernobyl (fonte, fra le altre: https://www.certifico.com/news/274-news/15761-i-referendum-abrogativi-del-nucleare-del-1987). 

In Europa, intanto, anche il Belgio e la Spagna, hanno pianificato di seguire la stessa strada.

L’energia nucleare è completamente pulita? 🟠 Fuorviante

Alice Weidel ha caldeggiato un ritorno al nucleare, affermando che quella atomica sia energia la cui produzione non genera gas serra come la CO2. Questa affermazione si basa sul fatto che l’utilizzo dell’energia nucleare ha effettivamente un impatto basso dal punto di vista delle emissioni di CO2: un rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) ha stimato un intervallo compreso tra 4 e 110 grammi di CO2 equivalente per chilowattora (kWh), quindi una produzione di emissioni bassa, ma non nulla (fonte: https://www.ipcc.ch/report/ar5/wg3/).

Le cose cambiano, però, se si considera il ciclo di vita di una centrale, comprese l’estrazione dell’uranio, la costruzione e gestione dell’impianto e la gestione dei rifiuti. I processi di estrazione e raffinazione del minerale di uranio, così come la costruzione degli impianti, richiedono enormi quantità di energia, spesso proveniente da combustibili fossili (fonte, fra le altre: https://www.eia.gov/energyexplained/nuclear/nuclear-power-and-the-environment.php)

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