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I cieli di Berlino – di Sahara Rossi

I cieli di Berlino mi hanno insegnato a saper aspettare. Le mattine, a volte, sono sempre le più dure. L’aria è così fredda e così pura, le nuvole spesse e cariche di pioggia. Mi sveglio e già so che dovrò fare i conti con me stessa e con tutto ciò che mi son trascinata dietro, venendo qui.

“Vediamo come va! Magari resto…”

Berlino. Caotica, maestosa, futuristica città. Berlino dai grattacieli sfavillanti e i graffiti underground sui muri dei palazzi abbandonati e delle metropolitane. Berlino dalle notti chiassose, di techno e alcool e droghe, dove la gente semplicemente è se stessa, con il proprio stile e la propria grinta. Siamo venuti tutti qui per capire, ci diciamo tra noi. Berlino è una sorta di banco di prova per ognuno di noi. Arriviamo con pesanti valigie, tristezze del passato che non ci siam scuciti del tutto di dosso e non sappiamo se questa città sarà per sempre oppure no. Ci diciamo tutti, un po’ ridendo per mascherare la paura: “Vediamo come va! Magari resto”.

Ogni mattina mi sveglio a Berlino e mi sento confusa. Amo questa città profondamente, la sua energia che mi vibra nelle ossa e la sua aria così satura di profumi, sensazioni e colori psichedelici. Le luci della città dipingono bagliori nei miei occhi curiosi, costantemente. Eppure sento ancora di non appartenerle, e mi chiedo se mai riuscirò a farlo.

I cieli di Berlino mi stanno insegnando ad aspettare

Ogni mattina mi sveglio a Berlino e penso a Roma. Roma così lontana e malinconica, Roma dove ho lasciato dolori che adesso non sento di voler sfiorare di nuovo. Roma che ora non è più il mio posto, non è casa dove voglio stare. E quando mi sento così, nel perenne limbo della mia vita, spaventata di andare avanti ma determinata di non voler tornare indietro, alzo gli occhi al cielo, quando sono sola e cammino per i larghi viali alberati, che in autunno sono un oceano di foglie ingiallite sulle strade umide di pioggia. Alzo gli occhi e mi rendo conto che i cieli di Berlino mi stanno insegnando ad aspettare. Che qui, all’improvviso, in una mattina che sembrava non dovesse cambiare mai, sbuca un sole freddo eppure bellissimo e luminoso, e Berlino s’indora di quell’energia e passione che ho cercato disperatamente per anni nella mia Roma e che non sono mai riuscita a trovare.

Anche nei momenti grigi, plumbei ed un po’ spenti, Berlino mi ricorda del motivo per cui sono venuta qui. Perché, in qualche modo, lo dovevo a me stessa. Dovevo sperimentarmi da sola, imparare a farcela nella grande città, basandomi solo sulle mie forze e sulle mie capacità. Dovevo abbandonare ciò che mi stava facendo male ed affrontare da sola i miei fantasmi. E sono felice. Sono felice di come sto reagendo a tutto ciò, delle ore di sconforto che riesco a sostenere senza andare in pezzi, della gente che sto conoscendo, dei posti nuovi che sto scoprendo, delle attività con le quali cerco di intrattenermi quando vedo che il malessere poco a poco affiora.

I cieli di Berlino, i mostri del passato, la consapevolezza di essere viva

I cieli di Berlino mi stanno insegnando a dare una seconda possibilità al momento che viene, a non essere precipitosa, a sedermi con calma con i miei mostri, che, seppur oscuri e certe volte immensi, un po’ ormai li conosco bene e fanno meno paura rispetto al passato.

Berlino mi sta insegnando ad essere vera. E quando mi sento persa, in balia della profonda nostalgia e del grigiore delle giornate che languide sembrano non trascorrere mai, mi ricordo sempre una cosa. È un bene provare tutto questo. Poiché il dolore, la malinconia, il malessere… significa che sono viva.

Che sento, osservo, percepisco, comprendo. Sono viva. In questa dispersiva, notturna, argentea e psichedelica città. Sono viva.

E ne avrò ancora per un po’.

Sahara Rossi è nata e cresciuta a Roma, ma attualmente vive a Berlino. Ha ricevuto diversi premi letterari e tra gli altri riconoscimenti è stata finalista al Premio Campiello sezione giovani nel 2017 e nel 2020, rispettivamente con i racconti “Cuore di Terra” e “Yolanda”. Appassionata di arte, letteratura, pittura e poesia, nel luglio scorso, a Berlino, ha presentato nella capitale tedesca la sua nuova raccolta di poesie “Lungo il Fiume“. In quella circostanza, il duo alternative I-Taki Maki ha accompagnato la presentazione con la sua musica.

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