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Anton Wilhelm Amo: il filosofo nero che la Germania ha dimenticato

La Germania è indubbiamente uno dei Paesi che maggiormente hanno contribuito alla storia della filosofia. Come una seconda Grecia, per secoli ha sfornato alcune delle menti più brillanti della storia dell’umanità, che hanno lasciato al mondo capolavori del pensiero studiati ancora oggi. Eppure siamo pronti a scommettere che molti di coloro che hanno studiato a fondo Hegel, Kant, Marx o Schopenhauer non hanno mai letto neppure una riga dei pensieri di Anton Wilhelm Amo. Gli studiosi che oggi recuperano il suo pensiero attribuiscono questa sua “sparizione” dalla storia a un dato specifico: Anton Wilhelm Amo è stato il primo filosofo nero della storia tedesca.

Anton Wilhelm Amo: dalla tratta degli schiavi all’università

Anton Wilhelm Amo, filosofo e giurista originario dell’Africa occidentale, emerge come una figura di spicco nel panorama intellettuale del XVIII secolo. Nato intorno al 1700 nell’attuale Ghana, Amo fu vittima della tratta degli schiavi in giovane età. Tuttavia, la sua storia prese una piega inaspettata quando giunse alla corte dei principi di Brunswick, ai quali venne “regalato”. Qui emerse per le sue doti intellettuali e l’attenzione dei nobili “illuminati” che gli garantirono un’istruzione di alto livello.

Nel 1727, Amo iniziò gli studi di filosofia presso l’Università di Halle an der Saale, un centro di pensiero e dibattito intellettuale dell’epoca, distinguendosi rapidamente per la sua acuta intelligenza e la capacità di affrontare complessi problemi filosofici. Successivamente, si trasferì a Wittenberg, probabilmente a causa del clima sempre più intollerante ad Halle.

Il pensiero “multi-logico” di Amo

Il pensiero di Amo si caratterizza per la sua natura dinamica, sia in termini di appartenenza culturale che di riflessione su questioni filosofiche astratte. Il suo principale conoscitore è lo studioso di letteratura Otmar Ette, il quale definisce il suo approccio un “filosofare senza fissa dimora”, basato sul concetto di “equipollenza”, ovvero la coesistenza di prospettive diverse ma ugualmente valide, che permette quindi di ragionare da prospettive diverse riconoscendo la validità di tutte, in un “pensiero multi-logico”.

Nel 1738, Anton Wilhelm Amo pubblica ad Halle il suo “Tractatus de arte sobrie et accurate philosophandi“, ovvero “Trattato sull’arte di filosofare in modo sobrio e accurato”. Il suo pensiero è stato recentemente oggetto di rinnovato interesse, suscitando dibattiti accademici e culturali che ne esaminano l’eredità e l’influenza. 

Sono arrivati fino a noi anche altri scritti, come la sua tesi dell’università Halle, che Amo dedicò allo status giuridico dei neri in Europa (“De iure Maurorum in Europa”), quella dell’università di Wittenberg, al più esplorato tema del corpo e dell’anima (“De humanae mentis apatheia”). Di lui sappiamo anche che fu attivo a Jena, nel 1739, come docente di filosofia.

Riconoscimento limitato e recupero tardivo

Nonostante il riconoscimento ottenuto per il suo lavoro, Amo non riuscì a ottenere la posizione accademica che si aspettava – con ogni probabilità unicamente per via della sua appartenenza etnica.

Dopo aver insegnato filosofia a Wittenberg, Halle e Jena, contribuendo alla diffusione delle sue idee e influenzando una generazione di studenti e pensatori, Amo scomparve dalle cronache. Si ritiene che nel 1747 sia tornato in Africa occidentale, ritirandosi a vita privata.

Nonostante la fama di cui godette in vita, la memoria di Amo è stata a lungo trascurata. Solo recentemente si è iniziato a considerarlo come un pensatore europeo a tutti gli effetti, riconoscendo il suo contributo unico alla filosofia e alla cultura del suo tempo. Questo rinnovato interesse per Amo è parte di un più ampio sforzo per riscoprire e valorizzare le voci marginalizzate nella storia della filosofia.

Ad Halle, città in cui Amo studiò e insegnò, la commemorazione del filosofo è stata finora limitata. L’Amo Alliance Halle sta lavorando per migliorare questa situazione, promuovendo una più adeguata commemorazione del pensatore.

Nel 2019, l’Università Martin Luther ha istituito una commissione dedicata alla memoria di Anton Wilhelm Amo, segnando un passo avanti nel riconoscimento del suo contributo intellettuale. 

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