Voto dall’estero: problemi e ritardi per 213.000 tedeschi

Le recenti elezioni in Germania hanno evidenziato significative carenze nel sistema di voto per corrispondenza per i cittadini tedeschi residenti all’estero. Secondo un’indagine condotta da NDR e Süddeutsche Zeitung, molti dei circa 213.000 tedeschi che vivono fuori dal paese non hanno potuto esercitare il proprio diritto di voto a causa di ritardi nella consegna dei documenti necessari per rendere possibile il voto dall’estero.
Servizi postali inefficienti e schede stampate in ritardo: di chi è la colpa?
L’indagine, che ha coinvolto 80 fra le principali città tedesche, ha rivelato una serie di problemi, dalla scarsa preparazione delle autorità locali alla scelta di metodi di spedizione inefficienti. In diversi casi, le amministrazioni hanno optato per servizi postali privati invece della Deutsche Post, che avrebbe potuto garantire un servizio più rapido, causando notevoli ritardi nella consegna dei plichi elettorali, specialmente nei Paesi in cui il servizio postale è meno efficiente.
Ancora più grave sarebbe il caso di alcune autorità locali, le quali avrebbero scelto servizi di spedizione che, prima di portare a destinazione i plichi, li smistavano attraverso un Paese terzo, al fine di ottenere un prezzo più conveniente per le spedizioni internazionali. Sarebbe questo il caso di Halle (Saale) e Norimberga. La prima avrebbe fatto viaggiare le missive attraverso Zurigo, comportando un ritardo di sei giorni. Un portavoce della città, interpellato in seguito a questa inchiesta, ha dato la colpa al fornitore privato incaricato dalla città, il quale avrebbe promesso di inviare i documenti elettorali con posta prioritaria tramite Deutsche Post. Il team di NDR, tuttavia, sostiene di aver visionato buste con il timbro postale del servizio postale svizzero. Nel caso di Norimberga, invece, il punto di smistamento sarebbe stato Salisburgo, il che avrebbe provocato ritardi ancora più gravi. In questo caso, le autorità locali hanno commentato tramite un portavoce, difendendo la propria scelta e motivandola con il timore di uno sciopero di Deutsche Post.
Ancora più assurdo il caso di una spedizione partita dalla piccola città di Syke, in Bassa Sassonia, che lavorava con un fornitore di servizi di Brema, il quale smistava gli invii attraverso l’Austria. Il vero paradosso lo avrebbe vissuto un cittadino di Syke emigrato e Groningen, nei Paesi Bassi, a soli 190 chilometri da Syke (nelle zone di confine non è affatto infrequente trasferirsi in un’altra nazione per lavoro, pur allontanandosi pochissimo dal proprio comune di origine). I suoi documenti elettorali sono passati per Salisburgo e lo hanno raggiunto solo dopo 18 giorni dalla spedizione, impedendogli di votare. Interpellato dai giornalisti in merito, il primo consigliere comunale di Syke Thomas Kuchem ha dichiarato che le autorità locali non si erano accorte che il fornitore di servizi postali smistava le lettere attraverso un Paese terzo.
Come è facile immaginare, nel caso dei tedeschi residenti fuori dall’Europa, i ritardi sono stati di diverse settimane e quindi, di fatto, hanno impedito l’esercizio del voto da parte dei cittadini interessati.
I ritardi, inoltre, non hanno avuto a che fare solo con le spedizioni dalla Germania. In diversi casi, secondo quanto evidenziato dall’inchiesta, anche la produzione stessa dei documenti elettorali è stata rallentata, poiché la stampa è stata affidata ad aziende tipografiche che non sono state in grado di ultimare le consegne in tempo.
Come rendere più efficiente il voto dall’estero?
L’indagine ha anche evidenziato disparità tra le diverse città. Braunschweig si è distinta positivamente inviando i documenti già il 31 gennaio, un giorno dopo l’approvazione definitiva delle liste dei candidati, dando agli elettori più tempo per ricevere e restituire le schede. Monaco, addirittura, aveva già programmato l’invio dei suoi 11.000 documenti per il voto per corrispondenza a novembre e l’ha ultimato entro prima settimana di febbraio. Altrettanto rapide Colonia, Francoforte sul Meno, Hannover e Lipsia, anche Berlino è fra le città che sono riuscite comunque a far arrivare tutti i documenti a destinazione entro l’inizio del mese.
Al contrario, città come Bonn, Düsseldorf e Solingen hanno spedito la documentazione solo il 10 febbraio, riducendo drasticamente i tempi a disposizione degli elettori all’estero.
Gli esperti di diritto elettorale e i politici stanno ora discutendo possibili soluzioni per migliorare il sistema di voto per corrispondenza. Tra le proposte ci sono l’introduzione di scadenze uniformi per l’invio dei documenti, l’uso esclusivo della Deutsche Post per garantire una consegna rapida e l’esplorazione di opzioni di voto elettronico o l’estensione ad ambasciate e consolati della possibilità di conteggiare i voti direttamente presso le rispettive sedi.