AfD vince, ma non stravince. Il supporto U.S.A. non ha spostato molto

Alternativa per la Germania (AfD) ha ottenuto un risultato indubbiamente significativo nelle recenti elezioni federali tedesche, raddoppiando i consensi rispetto alla precedente tornata elettorale. Nonostante l’indubbio successo, tuttavia, le aspettative di chi puntava a un trionfo sono rimaste parzialmente deluse.
Il risultato del 20% conferma infatti l’andamento generale dei sondaggi delle ultime settimane e quindi non rappresenta una vera sorpresa. A sorprendere, invece, è che poco o nulla abbiano spostato eventi che, per molti aspetti, avevano il potenziale di far schizzare la percentuale di AfD ben oltre la soglia raggiunta.
AfD al 20%, ma non di più. Il fallimento degli sponsor “eccellenti”
Parliamo ad esempio dell’endorsement dell’amministrazione Trump, avvenuto attraverso il supporto attivo di Elon Musk, che addirittura ha lanciato la campagna elettorale di AfD, e del vicepresidente degli stati Uniti J.D. Vance, che a pochi giorni dalle elezioni federali ha esercitato forti pressioni verso i partiti tedeschi, allo scopo di spingerli “tra le braccia” di AfD.
A questo si sono aggiunti ulteriori attentati aventi come responsabili cittadini stranieri e residenti asilo, l’ultimo, quello di Berlino, proprio alla vigilia delle elezioni. Quello della sicurezza connessa al cattivo funzionamento delle dinamiche migratorie è stato il principale cavallo di battaglia utilizzato da AfD in campagna elettorale e di conseguenza, tra “sponsorship a stelle e strisce” e le inevitabili reazioni emotive suscitate dagli attentati, non pochi pensavano che AfD avrebbe conquistato percentuali molto più alte.
Questo di fatto ribadisce la robusta radice interna del consenso dell’ultradestra tedesca, mentre il sostegno del governo americano sembra non aver spostato molto. AfD conferma il suo successo all’est, nelle roccaforti della Turingia e della Sassonia e nelle aree rurali. Il partito guidato da Alice Weidel e Tino Chrupalla ha inoltre saputo usare la questione migratoria come volano, con Weidel arrivata a usare per la prima volta, durante un comizio, persino il controverso concetto di “remigrazione”, tipico della destra radicale.

Che scenario si prospetta in questo momento
Le ultime settimane hanno visto un clima elettorale fortemente polarizzato. Da un lato, hanno avuto luogo numerose manifestazioni contro l’estremismo di destra (noi ne abbiamo descritta una), dall’altro AfD ha rafforzato la sua posizione attraverso una rete di canali mediatici e organizzazioni di supporto, raggiungendo un pubblico più vasto e sfruttando le piattaforme digitali per bypassare i media tradizionali, spesso critici, e nutrire un’eco-chamber “dedicata”.
Gli analisti politici prevedono un’ulteriore intensificazione di questa polarizzazione e sarà importante monitorare l’evoluzione di questa situazione nei prossimi mesi, per comprendere meglio il vero impatto del risultato elettorale di AfD sulla politica tedesca e sulla società nel suo complesso.

Per la CDU la situazione non è semplice
Al momento, la posizione di AfD risulta ora strategicamente rilevante, nel nuovo panorama politico tedesco. Questo pone la CDU/CSU e il suo leader Friedrich Merz di fronte a un dilemma: distanziarsi o collaborare con l’ultradestra.
Entrambe le opzioni presentano potenziali rischi per l’Unione dei cristiano-democratici. Una cooperazione con AfD potrebbe infatti spaventare, e quindi allontanare, l’elettorato moderato della CDU e tutti gli altri partiti. Anche un rifiuto a collaborare, tuttavia, potrebbe indebolire la CDU e rafforzare ulteriormente AfD come secondo partito di governo. Il partito di Weidel e Chrupalla potrebbe infatti, in questo secondo caso, calcare i toni dell’opposizione senza avere responsabilità di governo, diventando una spina nel fianco di Merz e incrementando la sua percentuale di consensi.
Insomma, i vincitori formali di queste elezioni si muovono su un terreno decisamente scivoloso, mentre per AfD si prepara una fase in cui avrà più risorse, più capacità organizzative e più spazio di manovra. Una situazione non facilissima, per il probabile nuovo cancelliere Merz.