Weidel parla di “remigrazione”. Verdi e Linke Berlino: “AfD va vietata”

Si torna a parlare di AfD e si continua a parlare della possibilità che possa essere vietata. L’argomento è stato affrontato anche recentemente quando, durante il congresso del partito a Riesa, in Sassonia, la co-leader Alice Weidel ha utilizzato la parola “remigrazione”, un termine che funge da eufemismo per l’espulsione di massa degli immigrati “non integrati”.
Questo concetto, che riecheggia i temi dell’incontro di Potsdam emersi dall’inchiesta di Correctiv, era stato finora evitato anche all’interno della stessa AfD. È per questo che parte della politica ha reagito alle parole di Weidel (“Se si deve chiamarla remigrazione, chiamiamola remigrazione”) segnalando un ulteriore spostamento del partito di ultradestra verso posizioni ancora più estreme. E chiedendo che sia fermato.
Verdi e Linke Berlino chiedono che AfD sia vietata
La Linke e i Verdi di Berlino, in particolare, stanno intensificando la pressione sul Senato della capitale tedesca affinché contribuisca a mettere al bando il partito di ultradestra. Niklas Schrader, capogruppo della Linke al parlamento di Berlino, ha espresso preoccupazione per la democrazia, che ritiene essere a rischio. Per questo, sempre secondo Schrader, vietare AfD rappresenterebbe “uno strumento di autodifesa” necessario per proteggere i valori democratici.
Tuttavia, la procedura di messa al bando non può essere attuata dalla sola Berlino, ma dovrebbe essere disposta dal governo federale. Questo, però, risulterebbe problematico perché mentre nella SPD, il partito socialdemocratico tedesco, c’è una certa inclinazione verso questa idea, la maggioranza della CDU, il partito cristiano-democratico, rimane scettica sulla possibilità di vietare AfD. Ci si interroga inoltre su quanto sia legittimo vietare un partito che gode del 20% dei consensi a livello nazionale, sollevando dubbi sulla compatibilità di tale misura con i principi democratici.
Schrader ha una visione differenziata sulle prospettive elettorali a Berlino: da un lato teme un rafforzamento di AfD anche nella capitale, dall’altro spera che i berlinesi votino in modo più progressista rispetto ad altri Länder. Trova tuttavia “devastante” che i sondaggi indichino una crescita dell’ultradestra anche a Berlino.
Altrettanto preoccupante, secondo Schrader, è il fatto che molti stiano reagendo all’ascesa dell’AfD adottandone le posizioni, sia nella retorica anti-immigrati che “anti-woke”, ovvero contraria ai movimenti progressisti e di inclusione sociale.