
Il ministro della sanità tedesco Karl Lauterbach (SPD) si è espresso sulla salute mentale dei rifugiati in un’intervista a Stern TV. Lauterbach ha affermato che circa il 30% dei rifugiati soffre di disturbi psichici, psicosi inclusa, e che molti mostrano tendenze violente.
Il ministro ha inoltre sottolineato la necessità di intervenire in modo efficace, dichiarando che la situazione attuale non può continuare. “Abbiamo un problema. Non si può andare avanti così” ha commentato.
Il 30% dei rifugiati avrebbe disturbi psichiatrici: ma il sistema tedesco è già carente
Il tema è recentemente tornato alla ribalta a seguito dell’attentato di Aschaffenburg, dove un cittadino afghano di 28 anni, che si suppone soffra di disturbi psichiatrici, ha tentato di accoltellare diverse persone in un parco, uccidendo un bambino di due anni e un adulto. L’accaduto ha suscitato sgomento in tutta la Germania e ha riacceso il dibattito sulla sicurezza pubblica in relazione a episodi di questo tipo.
Lauterbach ha evidenziato l’importanza di non considerare come un tabù la questione della salute mentale dei rifugiati, sottolineando la necessità di diagnosi e trattamenti adeguati. Tuttavia, non ha fornito dettagli su come si possano concretizzare queste misure, insistendo solo sul fatto che ignorare il problema non rappresenti una soluzione e ribadendo la necessità di un intervento tempestivo per evitare ulteriori tragedie.
In realtà, il sistema sanitario tedesco presenta molte carenze, nell’ambito della tutela della salute mentale. Un’indagine condotta su oltre 300.000 assicurati nel 2019, ad esempio, ha rivelato che circa il 40% dei pazienti ha dovuto attendere da tre a nove mesi per un trattamento psicoterapeutico, dopo la valutazione iniziale. Una situazione che potrebbe essersi addirittura aggravata, con l’aumento della richiesta di tutela da parte dei numerosi rifugiati che presentano problemi di salute mentale.
Le difficoltà si accentuano inoltre per coloro che hanno commesso reati a causa di disturbi psichici. Gli istituti psichiatrici di Berlino e del Brandeburgo, infatti, registrano un significativo sovraffollamento e la carenza di personale specializzato rappresenta uno dei principali ostacoli.