Attacco ad Aschaffenburg: due morti. Cosa sappiamo

Un nuovo attacco violento e senza motivo apparente si è verificato in Germania mercoledì mattina, precisamente nella città di Aschaffenburg, in Baviera. Intorno alle 11:45, un uomo armato di un coltello da cucina ha aggredito un gruppo di bambini dell’asilo nel parco Schöntal, situato nel centro della città. L’attacco ha provocato la morte di due persone e il ferimento grave di altre tre.
Le vittime decedute sono un bambino di due anni di origine marocchina e un uomo di 41 anni, che era intervenuto per cercare di fermare l’aggressore. Tra i feriti gravi si contano una bambina siriana di due anni, un uomo di 72 anni e un’educatrice dell’asilo di 59 anni. Entrambi gli adulti hanno cercato, con successo, di difendere gli altri bambini. L’uomo è stato colpito al petto con il coltello e la donna si è rotta un braccio. L’autore del gesto è stato arrestato poco dopo e l’arma del delitto è stata sequestrata. Non è stato reso noto se l’uomo abbia resistito o meno all’arresto.
Secondo quanto riportato dal Ministro degli Interni bavarese Joachim Herrmann (CSU), l’aggressore ha colpito in modo repentino e intenzionale, senza alcun preavviso. Alcuni passanti, testimoni della scena, sono intervenuti prontamente per cercare di fermare l’assalitore, contribuendo a limitare ulteriori danni.
Chi è l’uomo arrestato per l’attacco di Aschaffenburg
L’aggressore è stato identificato come un cittadino afghano di 28 anni, residente in un centro di accoglienza locale e sottoposto da tempo a cure psichiatriche. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine per precedenti episodi di violenza e, in almeno tre occasioni, era stato arrestato e successivamente rilasciato dopo aver ricevuto trattamenti psichiatrici. A dicembre scorso gli era stato assegnato un consulente. Alcuni dei suoi reati pregressi erano anche legati all’abuso di alcol e sostanze stupefacenti. Inoltre, era stato emesso nei suoi confronti un ordine di espulsione, che però non era ancora stato eseguito al momento dell’attacco. Il ventottenne si trova al momento in custodia cautelare.
Le indagini preliminari non hanno evidenziato legami con motivazioni o convincimenti di matrice islamista. Le autorità stanno ora lavorando per ricostruire la dinamica dell’accaduto e comprendere le circostanze che hanno portato a questa tragedia.
L’ipotesi principale su cui si concentrano le indagini è quella di un gesto dettato dall’instabilità mentale dell’aggressore. Questo aspetto, che inevitabilmente porta a pensare anche all’attentato di dicembre scorso a Magdeburgo, ha sollevato interrogativi sulla gestione delle persone con disturbi psichici che commettono reati violenti.
Le indagini sono in corso per ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’attacco e per comprendere se ci siano state eventuali mancanze nel sistema di prevenzione e controllo.
L’uomo aveva già espresso il desiderio di tornare in Afghanistan
Nelle ore immediatamente successive all’arresto del ventottenne, è stata sollevata anche la questione del perché l’uomo si trovasse ancora in Germania, considerando che non solo era stato disposto per lui l’obbligo di lasciare il Paese, ma che addirittura tale procedura era stata avviata in base a una richiesta del diretto interessato, che aveva espresso l’intenzione di tornare in Afghanistan e aveva annullato per iscritto la propria richiesta di asilo.
Del sospettato si sa, per ora, che si trovava in Germania dalla fine del 2022 e che vi era arrivato, presumibilmente, attraversando la Bulgaria. Ciò significa, secondo il trattato di Dublino, che il Paese in cui il rifugiato ha messo piede per la prima volta sul suolo dell’UE è responsabile della gestione della procedura di asilo. Nel dicembre 2024, l’uomo avrebbe formalizzato alle autorità di immigrazione la sua intenzione di lasciare volontariamente il Paese. Secondo Herrmann, l’Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati (BAMF) ha chiesto all’uomo di ottenere i documenti necessari dal Consolato generale afghano. Questo è quanto si sa, per ora, dell’andamento della sua procedura d’asilo prima e di espulsione poi.
Mercoledì sera, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz (SPD) ha convocato presso la Cancelleria i capi dell’Ufficio per la protezione della Costituzione, dell’Ufficio federale di polizia criminale e della Polizia federale per discutere dell’episodio.