Polemica sulla CDU: “istituire un registro delle persone con problemi mentali”
Stanno facendo discutere, in Germania, le dichiarazioni quantomeno controverse del segretario generale della CDU Carsten Linnemann. Intervistato da Deutschlandfunk a proposito dell’attentato di Magdeburgo, il cui presunto autore non corrisponde al profilo tradizionale del terrorista, ma rivela comportamenti che fanno pensare a un disturbo di natura psichiatrica, il politico cristiano-democratico ha suggerito di istituire un registro delle persone con problemi mentali.
La frase incriminata sul “registro per le persone con problemi mentali”
In seguito, Linnemann ha fatto retromarcia, affermando di riferirsi solo alle persone con patologie psichiatriche che commettono atti violenti, ma di questa specificazione non c’è traccia nella sua dichiarazione originale, almeno non nell’audio trasmesso da Deutschlandfunk, che si può ascoltare integralmente qui, a partire dal minuto 3.26. La frase incriminata è la seguente: “Non abbiamo una mappa di questi tipi di persone. È semplicemente necessario uno scambio tra le autorità, tra le forze dell’ordine e gli psichiatri e gli psicoterapeuti”. Non è “sufficiente creare registri per gli islamisti e gli estremisti di destra”, dichiara Linnemann, ma questo deve “valere anche per i malati di mente in futuro”.
Sul segretario generale della CDU sono piovute, prevedibilmente, numerosissime critiche, che lo accusano tanto di strumentalizzare l’attacco di Magdeburgo quanto di contribuire al pericolosissimo stigma che già esiste su tutti i problemi che hanno a che fare con la salute mentale. Dalle pagine del quotidiano Taz, l’attivista ed esperta di comunicazione e media Daniela Sepehri accusa il politico cristiano-democratico di promuovere la stigmatizzazione di chi soffre di patologie psichiatriche o disturbi della sfera psicologica e sottolinea come la categoria comprenda milioni di persone in tutta la Germania. Spesso, continua Sepehri, chi si trova in una condizione di sofferenza psicologica rinuncia a chiedere aiuto proprio perché teme lo stigma sociale che si associa alla patologia mentale.
Inoltre, Sepehri fa notare come il presunto attentatore di Magdeburgo non abbia mai ricevuto alcuna diagnosi e quindi non faccia parte della categoria che il presunto registro voluto da Linnemann potrebbe permettere di “sorvegliare”. Completa il ragionamento il tabloid Bild, sottolineando come le intenzioni di Taleb A. di compiere atti presumibilmente estremi fossero già perfettamente desumibili dal suo uso pubblico dei social media, dalle sue precedenti interazioni con le forze dell’ordine e dalle numerose segnalazioni di terzi.
Per contro, lanciarsi sulla folla gli è stato possibile perché le auto della polizia che dovevano proteggere gli ingressi, in quel momento, non erano presenti.
Da ultimo, ci sentiamo di aggiungere che le persone con patologie psichiatriche sono molto più spesso vittime di atti violenti di quanto non ne siano responsabili. Lo stigma sociale legato a tutto ciò che ha a che fare con il disagio psicologico e psichiatrico e la condizione di minorata difesa nella quale può venirsi a trovare una persona con una patologia grave di questo genere, infatti, espongono chi ne soffre al rischio concreto di abusi. È indubbio che suggerire un registro, ottenuto di fatto violando la confidenzialità del rapporto fra terapeuti e pazienti, non possa avere che l’unica conseguenza di scoraggiare in via definitiva chiunque ritenga di avere bisogno di aiuto, sancendo formalmente la discriminazione e la condizione di paria sociali.