Prima visita in Siria di ministri degli esteri stranieri: i primi Baerbock e Barrot
La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock (Verdi) e il suo omologo francese Jean-Noël Barrot si sono recati venerdì mattina a Damasco per incontrare la nuova leadership siriana, a circa un mese dalla caduta del regime di Bashar al-Assad. La visita, avvenuta senza preavviso, è stata confermata da una portavoce del ministero degli Esteri di Berlino, che ha sottolineato l’importanza di questo incontro per stabilire un dialogo costruttivo con le nuove autorità siriane. Si tratta della prima visita da parte di ministri degli esteri stranieri in Siria, dopo la presa di potere da parte dei ribelli dell’HTS.
I due ministri in Siria per impostare i rapporti europei con la nuova leadership
Baerbock e Barrot, su mandato dell’Alta Rappresentante UE per la Politica Estera Kaja Kallas, hanno in programma colloqui con i rappresentanti del governo di transizione formato dai ribelli e con la popolazione civile. L’obiettivo dichiarato della Germania è di sostenere la Siria in una transizione pacifica e inclusiva del potere, nella riconciliazione della società e nella ricostruzione del Paese. Baerbock ha evidenziato l’importanza di un impegno internazionale per garantire alla Siria un futuro di stabilità e prosperità.
Baerbock sottolinea l’importanza di tutelare i diritti
In una nota diffusa alla partenza per Damasco, la Ministra ha sottolineato che un nuovo inizio per la Siria sarà possibile solo se la nuova società garantirà a tutti i siriani, indipendentemente da genere, etnia o religione, un ruolo nel processo politico, diritti e protezione. Tali diritti, ha ammonito Baerbock, devono essere tutelati e non compromessi da tempi troppo lunghi per le elezioni o da passi verso l’islamizzazione della giustizia o del sistema educativo. La comunità internazionale, ha ribadito, deve vigilare affinché questi principi siano rispettati.
Le prime donne al potere in Siria
Attualmente, il leader de facto della Siria è Ahmed al-Sharaa, capo del gruppo ribelle islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS), noto in precedenza con il nome di battaglia di Abu Mohammed al-Jolani. Al-Sharaa ha recentemente affermato che potrebbero volerci quattro anni prima di tenere libere elezioni nel Paese. Baerbock ha assicurato che l’HTS sarà giudicato in base alle sue azioni, sottolineando che la comunità internazionale non tollererà deviazioni dai principi democratici.
Negli ultimi giorni, il governo di transizione siriano ha affidato incarichi importanti a tre donne. La nomina più recente, confermata martedì, è quella di Muhsina al-Mahithawi, che fa parte della minoranza drusa della Siria, che è diventata la prima governatrice della provincia meridionale di Suwaida. L’attivista locale Aiham al-Schufi ha dichiarato all’agenzia di stampa tedesca dpa che al-Mahithawi era stata una figura di spicco nelle proteste pacifiche contro il regime di Bashar al-Assad. La nomina di Al-Mahithawi ha seguito la ri-nomina dell’ex vice governatrice della banca centrale siriana Maysaa Sabrine alla guida della medesima istituzione, e quella di Aisha al-Dibs a capo dell’Ufficio per gli affari femminili del governo provvisorio.