AperturaCronaca

Attentato di Magdeburg: cosa sappiamo dell’uomo arrestato

Nelle ore immediatamente successive all’attentato di Magdeburg, che è costato la vita a 5 persone e ha causato il ferimento di oltre 200, in Germania si sono rincorse le notizie sul presunto autore. L’uomo arrestato, Taleb A., ha 50 anni e, per quanto è stato possibile verificare, non corrisponde in nulla al profilo degli autori di altri attentati simili. 

È anche importante notare che moltissime notizie che sono state diffuse su social media e gruppi Telegram subito dopo il fatto si sono rivelate false e rispondono, come purtroppo accade spesso in questi casi, al desiderio di strumentalizzazione politica di un fatto tragico, che può essere invece analizzato solo accettando di affrontarne la complessità. Le informazioni che qui riportiamo sono esclusivamente quelle che ci è stato possibile verificare incrociando fonti ufficiali, fonti della polizia, nonché l’account twitter del sospettato, sue dichiarazioni dirette (compresa un’intervista) e il sito web del quale l’uomo è proprietario.

Le indagini sono in corso, con perquisizioni nell’appartamento del sospettato a Bernburg e interrogatori. Il ministro presidente della Sassonia-Anhalt Reiner Haseloff ha dichiarato che al momento si ritiene si tratti di un atto isolato. L’auto utilizzata nell’attacco sarebbe stata noleggiata dal sospettato.

Quello che si sa sull’autore dell’attentato di Magdeburg

Originario dell’Arabia Saudita, A. è arrivato in Germania nel 2006 e avrebbe lavorato come psicoterapeuta in Sassonia-Anhalt. Le autorità tedesche dichiarano di non aver avuto nozione della sua esistenza prima dell’incidente, almeno non come potenziale autore di crimini violenti. Sul suo account Twitter, l’uomo ha condiviso spesso carteggi che riguardavano sue segnalazioni alla polizia tedesca a carico di soggetti che riteneva colpevoli di vari tipi di violazioni ai danni di rifugiati sauditi e oppositori del regime.

Una cosa è certa: Taleb A. non è un islamista, semmai il contrario. Tutta la sua attività online è improntata esclusivamente alla critica dell’Islam. A. si definisce ex musulmano, ha condannato in modo veemente il regno saudita e il suo governo e ha deplorato la condizione delle donne nel suo Paese d’origine, dichiarando di averne aiutate alcune a ottenere asilo all’estero. La sua bio su X è la seguente: “Opposizione militare saudita – La Germania insegue le donne saudite richiedenti asilo, dentro e fuori la Germania, per distruggere le loro vite – La Germania vuole islamizzare l’Europa”

Nel giugno 2019, in un’intervista rilasciata al quotidiano FAZ proprio su questi temi (disponibile qui) ha dichiarato “Sono il critico dell’Islam più aggressivo della storia. Se non mi credete, chiedete agli arabi”.

Più di recente, A. aveva espresso simpatie per il partito di ultradestra AfD e aveva accusato il governo tedesco di voler “islamizzare l’Europa”. Sul suo account X, gli ultimi contenuti originali di rilievo risalgono ad agosto di quest’anno e contengono dichiarazioni di non facile interpretazione, che lasciano intendere quantomeno una progressiva crescita della frustrazione e dell’avversione per il sistema tedesco, di pari passo a quella per l’Islam e l’Arabia Saudita.

Riportiamo una parte della sequela di tweet in questione: “Primo: vi assicuro che se la Germania vorrà la guerra, la avremo. Se la Germania vuole ucciderci, li massacreremo, moriremo o andremo in prigione con orgoglio. Poiché abbiamo esaurito tutti i mezzi pacifici, non abbiamo riscontrato altro che ulteriori crimini contro di noi da parte della polizia, della sicurezza statale, dei pubblici ministeri, della magistratura e del Ministero degli Interni (federale). La pace non gli serve a nulla.

Secondo: l’obiettivo della Germania è diventato chiaro: diffondere l’Islam in Europa. Attaccano i movimenti politici critici nei confronti dell’Islam inserendovi persone corrotte, inclusi tossicodipendenti, prostitute e ladri, per distruggere il movimento dall’interno. Poi usano i mezzi più sporchi contro chi smaschera gli infiltrati. Poiché il movimento degli ex musulmani sauditi ha avuto successo, hanno iniziato a complottare contro di esso”

E poi, più avanti: “i crimini commessi dalle autorità tedesche contro i profughi sauditi sono molto sporchi ed estremamente sfacciati. Quanto più li trattiamo in modo pacifico, tanto più diventano sfacciati, come se cercassero deliberatamente di convincerci che la pace non serve a niente in Germania! Tutto questo perché vogliono diffondere l’Islam attraverso gli sporchi mezzi su cui l’Islam si è basato fin dalla sua prima apparizione.”

Se e in che modo questo stato d’animo e questi convincimenti siano collegabili alla scelta di lanciarsi in auto sugli avventori di un mercatino di Natale, saranno le indagini a stabilirlo.

L’agenzia di stampa internazionale Reuters riporta che l’Arabia Saudita avrebbe avvertito le autorità tedesche riguardo all’aggressore, ma da più parti è stato sottolineato come tali avvertimenti da parte di un regime sui suoi critici non siano insoliti.

Il problema delle fake news

Come accennato, l’attacco ha scatenato una frenetica produzione di fake news sui social media. In particolare, su alcuni gruppi telegram legati all’estrema destra e, da lì, sui social media si è parlato di ben cinque attentatori, di una bomba e di 34 morti. Il noto esponente dell’ultradestra identitaria austriaca Martin Sellner ha pubblicato numerosi post su Telegram prima di qualsiasi comunicazione ufficiale. Alcune di queste fake news affermavano che l’autore fosse un rifugiato siriano arrivato in Germania durante la crisi migratoria del 2015-2016.

È stata inoltre diffusa una falsa citazione attribuita al Presidente federale Frank-Walter Steinmeier, proveniente in realtà da un account satirico. Nel post su X, il finto “presidente” affermerebbe che è importante “non denunciare la persona che commette il reato e ascoltare con calma e pazienza le ragioni”. Molte persone hanno condiviso lo screenshot del post con parole di rabbia nei confronti del Presidente federale e del governo. Nonostante il tweet originale sia stato poi cancellato, gli screenshot continuano a circolare in rete. Il Presidente ha successivamente pubblicato un messaggio dal suo vero account, per esprimere solidarietà alle vittime e ringraziare i soccorritori intervenuti. Su altri canali, si è parlato addirittura di un’operazione sotto copertura orchestrata dai servizi segreti di Israele. Questo sembra improbabile, per quanto il presunto attentatore sembri avere una posizione filo-israeliana: dal suo account X ha ricondiviso numerosi contenuti che mostrano in una luce positiva le azioni dell’esercito isrealiano (il più recente è un retweet del tenente colonnello delle Forze di Difesa Israeliane Avichay Adraee a proposito delle operazioni militari di Israele in Siria. Allo stesso tempo, alcuni circoli nazionalisti turchi hanno attribuito la responsabilità dell’attentato a milizie curde, con le quali non risulta, per ora, che il sospettato abbia alcun contatto.

Le autorità sono al lavoro per contrastare la diffusione di queste informazioni fuorvianti e fornire aggiornamenti accurati sull’indagine in corso. È prevista una conferenza stampa presso il municipio di Magdeburg per condividere ulteriori dettagli con il pubblico.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio