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Analisi sui bastoncini di pesce: in Germania, la maggior parte contengono componenti nocivi

Giovedì, la Germania si è svegliata con un trending topic insolito che imperversava online, rilanciato dai principali quotidiani: i bastoncini di pesce. Il motivo è semplice: la Stiftung Warentest, un’organizzazione tedesca indipendente che testa la qualità dei prodotti, ha recentemente condotto uno studio approfondito sui diversi bastoncini di pesce disponibili sul mercato e ha riportato risultati tutt’altro che positivi.

Il problema è la panatura

Non che ci fosse il rischio di confondere i bastoncini di pesce, in quanto alimento processato, con il pilastro di un’alimentazione sana, tuttavia le analisi condotte, hanno evidenziato che la maggior parte di questi prodotti contengono sostanze che sono considerate contaminanti dei processi alimentari. Sotto accusa non è il “cuore” del prodotto, che nella maggior parte dei casi è risultato essere genuino (ovvero autentici filetti di pesce e non purea di pesce), ma la panatura. Queste sostanze, che oltre certe concentrazioni possono essere dannose, si producono infatti in particolare a causa dell’olio utilizzato dai produttori per friggere la panatura dei bastoncini.


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Quali sono i componenti nocivi trovati nei bastoncini di pesce?

La Stiftung Warentest ha analizzato un totale di undici classici bastoncini di pesce, quattro bastoncini di pesce al forno e quattro alternative vegane, identificando in particolare la presenza di 3-monocloropropanediolo (3-MCPD) e i suoi derivati, che sono contaminanti del processo alimentare e la cui percentuale negli alimenti è rigidamente regolata. Questi composti chimici sono presenti in alcuni alimenti e oli vegetali lavorati, e sono particolarmente concentrati nell’olio di palma. Nonostante sia difficile eliminare completamente i grassi nocivi dai prodotti alimentari, è possibile ridurre significativamente la loro presenza, attraverso l’uso di sistemi di filtrazione dell’olio, che però non sempre vengono utilizzati dai brand in commercio sul mercato tedesco. Nei bastoncini di pesce analizzati, infatti, sono stati rinvenuti livelli di 3-MCPD e suoi derivati superiori a quelli previsti per il mercato UE.

Nessun risultato particolarmente positivo, nemmeno fra le alternative vegane

Un esempio di buona pratica in questo senso è stato fornito dal marchio che ha riportato il risultato più alto nei test, che ha raggiunto la valutazione complessiva di “buono”, ovvero Frosta, i cui bastoncini hanno un prezzo di 8,9 Euro al chilo. Va specificato che i bastoncini Frosta, pur avendo ottenuto un punteggio alto nella valutazione complessiva, nella categoria specifica dei contaminanti sono stati valutati solo come prodotto “soddisfacente”.

Un altro prodotto che ha ricevuto una valutazione complessiva di “buono” è stato quello di Alnatura, venduto a 16 euro al chilo.

La Stiftung Warentest ha anche valutato altri prodotti, classificando otto bastoncini di pesce come “soddisfacenti” e nove come “sufficienti”. Questi prodotti presentavano varie carenze, tra cui il gusto, descritto come avente una “nota di grasso di frittura leggermente vecchio”, e la scarsa croccantezza. Inoltre, questi prodotti non erano esenti dai problemi legati alle sostanze nocive precedentemente menzionati. Le alternative vegane sono state valutate come poco valide soprattutto dal punto di vista del gusto.

Un altro aspetto critico emerso dallo studio è stato il contenuto di pesce nei bastoncini fritti. Secondo le prescrizioni, infatti. il contenuto di pesce necessario perché il prodotto possa essere venduto in questa categoria dovrebbe essere almeno del 65%, ma in molti casi, la panatura costituiva più del 35% del prodotto, riducendo così la quantità di pesce effettiva e, inevitabilmente, anche il valore nutrizionale del prodotto.

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