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Continua la “caccia” agli ex terroristi RAF Garweg e Staub: 760 nuovi indizi

L’arresto a Berlino dell’ex terrorista della RAF (Rote Armee Fraktion) Daniela Klette, alla fine di febbraio, ha portato anche a una svolta nelle indagini sui suoi ex complici, Burkhard Garweg ed Ernst-Volker Staub, ancora latitanti. Pare che siano recentemente emersi moltissimi nuovi indizi e questo lascerebbe ben sperare, almeno in base a quanto riferito dagli inquirenti.

Dopo la cattura di Klette, che è stata latitante per 30 anni, prima di essere arrestata nell’appartamento di Berlino in cui si nascondeva, gli investigatori starebbero infatti vagliando centinaia di nuovi elementi, che potrebbero essere utili a rintracciare anche gli altri due ricercati.


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Ancora latitanti Garweg e Staub: ma spuntano 760 nuovi indizi

La Procura di Verden e l’Ufficio di Polizia Criminale della Bassa Sassonia, che si stanno occupano del caso, stanno al momento lavorando su circa 760 nuovi spunti investigativi, mentre al tempo stesso si moltiplicano, sui muri e sugli schermi pubblicitari di tutta la Germania, le foto dei volti di Garweg e Staub, nella speranza che qualcuno li riconosca e fornisca informazioni utili alla loro cattura. Klette è intanto in custodia cautelare nel carcere femminile di Vechta.

I tre presunti ex membri della RAF facevano parte della cosiddetta “terza generazione” dell’organizzazione terroristica di estrema sinistra, già Banda Baader Meinhof, nota per aver compiuto numerosi attentati e omicidi fino al 1991. Dopo l’arresto di Daniela Klette, che pare che avesse assunto a Berlino i finti nomi di Claudia Bernadi, Carlotta Gärtner, Claudia Schmidt e Claudia Schmidt Oliviera, sono emersi anche numerosi indizi che fanno pensare che anche Garweg vivesse a Berlino, in un’area roulotte di Friedrichshain, che avesse due cani di nome Anusch e Lola, che si facesse chiamare Martin Becker, Martin Martens e Martin von Staden e che visitasse spesso l’appartamento di Daniela Klette.

A ulteriore conferma di questo, una foto circolata recentemente lo mostrerebbe proprio all’interno dell’abitazione della donna. Qui, gli investigatori avrebbero inoltre trovato tracce legate anche a Staub, rafforzando l’ipotesi che i tre terroristi siano rimasti in stretto contatto, durante la latitanza.

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