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I Fratelli Grimm, il loro mondo di fiabe e molto di più

Jacob e Wilhelm Grimm, nati rispettivamente nel 1785 e nel 1786 ad Hanau, vicino a Francoforte, sono figure ormai mitiche nell’immaginario collettivo. Noti principalmente per la loro attività di trascrizione delle fiabe della tradizione orale tedesca, sono stati tuttavia anche importanti linguisti, filologi e insigni intellettuali del loro tempo.

Morti nel 1859 (Wilhelm) e nel 1863 (Jacob), sono sepolti nel cimitero di St. Matthäus Kirchhof, nel distretto berlinese di Schöneberg.


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I fratelli Grimm: le origini e la rivolta di Gottinga

I fratelli Grimm iniziano la loro carriera accademica all’Università di Marburg, dove studiano giurisprudenza e diventano allievi e in seguito amici e collaboratori del noto giurista tedesco Friedrich Carl von Savigny.

Divenuti docenti universitari, dal 1837 al 1841 si uniscono a cinque colleghi dell’Università di Gottinga e danno vita a una protesta contro l’abrogazione della costituzione liberale da parte di Ernesto Augusto I di Hannover. L’iniziativa ha una vasta eco e il gruppo diviene celebre in tutta la Germania con il nome “I sette di Gottinga” (Die Göttinger Sieben).

L’epilogo, tuttavia, è amaro e i sette docenti vengono tutti licenziati dall’università (alcuni vengono anche esiliati), anche se l’opinione pubblica e il mondo accademico, però, si schierano dalla loro parte. Oggi i Grimm sono considerati gli antesignani del movimento democratico tedesco, avendo contribuito a promuovere fortemente istanze di libertà e partecipazione.

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Illustrazione “di Biancaneve e i sette nani”, di Carl Offterdinger (Fine del 19° secolo). Offterdinger, photo by Harke – Mein erstes Märchenbuch, Verlag Wilh. Effenberger, Stuttgart, end of the 19th century. See Cover and title page, Gemeinfrei, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6796198

“Fiabe del Focolare”: nasce la leggenda!

L’idea di fissare in forma scritta le fiabe della tradizione orale tedesca è di Jacob. La prima raccolta, “Le fiabe del focolare” (Kinder- und Hausmärchen), viene pubblicata nel 1812 e contiene fiabe come “Cappuccetto Rosso“, “Cenerentola“, “Hansel e Gretel” e “Biancaneve“. Il libro ha un grandissimo successo e ne verranno stampate, successivamente, molte versioni. Nelle primissime sono incluse anche fiabe francesi, tramandate prevalentemente da un autore ugonotto, ma nelle successive i fratelli si concentrano esclusivamente sul folklore tedesco.

Va specificato, tuttavia, che diverse tra queste fiabe hanno radici che vanno oltre la Germania e a tempi che precedono anche di molto la nascita dei fratelli Grimm. Basti pensare, ad esempio, a “Cenerentola” e “La bella addormentata nel bosco”, che più di due secoli prima erano già presenti, con qualche variazione, nell’opera “Lo cunto de li cunti“, del napoletano Giambattista Basile.

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Christie, James Elder; Il Pifferaio di Hamelin; National Galleries of Scotland; James Elder Christie, Public domain, via Wikimedia Commons

Fiabe cambiate nel corso di numerose revisioni

Come anticipato, i Grimm continuano a rimaneggiare le fiabe, nel corso delle successive revisioni, il che spiega il fatto che le storie cambino anche molto, nel corso del tempo. Le primissime versioni contengono, in generale, i dettagli più cruenti in seguito eliminati e le fiabe vengono progressivamente edulcorate, per renderle più adatte a un pubblico di bambini. La versione giunta fino a noi, ad esempio, risale alle traduzioni inglesi della settima edizione, pubblicata nel 1857.

In realtà, queste fiabe non nascono come destinate all’infanzia, ma a un nucleo familiare generico, tradizionalmente solito radunarsi davanti al focolare nel contesto dell’antico mondo rurale. In questo senso parliamo, più che di fiabe, di vero e proprio intrattenimento narrativo e di leggende popolari tenebrose e non prive di atmosfere inquietanti, piene di streghe, lupi e fatti di sangue. Ad ogni modo, in una raccolta del 2012, si cita una lettera di Jacob, in cui lo scrittore si direbbe contrario alla modifica delle sue fiabe.

Nel suo libro “Il mondo incantato“, lo psicoanalista e psicologo infantile Bruno Bettelheim sostiene che le fiabe dei Grimm rappresentino i miti freudiani e il superamento, da parte del bambino, di varie fasi necessarie per arrivare all’età adulta. Secondo Bettelheim ricorrerebbero infatti in queste fiabe, in chiave simbolica, i temi dell’abbandono, dell’ambiguità delle figure genitoriali e delle fasi dello sviluppo sessuale.

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Hansel e Gretel. Otto Kubel (1868 – 1951), Public domain, via Wikimedia Commons

Anche la psicologia moderna ritiene che queste fiabe siano diventate la rappresentazione delle emozioni negative provate dai bambini, il cui superamento è necessario per raggiungere un pieno equilibrio.

“Saghe Germaniche”: una raccolta minore, ma interessante

Sulla scia del successo della precedente raccolta, le “Saghe germaniche” sono pubblicate in due volumi, nel 1816 e nel 1818. Non ottengono tuttavia lo stesso successo, anche se presentano comunque spunti molto interessanti.

Il primo volume di questa nuova raccolta comprende 362 brevi racconti popolari e leggende, spesso inerenti al tema delle preoccupazioni quotidiane dei poveri e delle classi lavoratrici, ma anche non prive di elementi di realismo magico. Il secondo volume (che va dalla storia n. 363 alla n. 579) riguarda soprattutto leggende storiche attinte da una vasta gamma di fonti, che vanno dalle antiche cronache latine a leggende medievali, per arrivare a testimonianze della prima età moderna.

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Franz Jüttner, Public domain, via Wikimedia Commons

Alcune storie riflettono infine l’antisemitismo tipicamente medievale dei popoli di lingua tedesca (e non solo) e vanno quindi contestualizzate in base alle credenze del tempo.

I Fratelli Grimm tra i progenitori dell’unità tedesca

L’influenza dei Grimm sulla cultura del loro tempo va tuttavia ben oltre le loro raccolte di fiabe. I due fratelli hanno infatti un ruolo fondamentale anche nella formazione dell’identità culturale tedesca, specialmente durante il periodo di frammentazione politica, prima dell’unificazione della Germania. All’inizio del XIX secolo, infatti, il Paese si presenta diviso in centinaia principati, granducati, ducati e città libere, microentità che hanno in comune solo la lingua tedesca. Su questa base, i celebri fratelli promuoveranno un senso di unità molto più forte e ad ampio raggio.

A questo stesso scopo compilano anche il loro “Dizionario Tedesco” (Deutsches Wörterbuch), vocabolario in 33 volumi e fonte importantissima, per quanto riguarda l’etimologia dei termini tedeschi. Di fatto, il vocabolario dei Grimm è considerato secondo, per autorevolezza, solo alla traduzione della Bibbia firmata da Martin Lutero.

A Jacob si deve inoltre il merito di aver formulato la legge fonetica che regola la modifica delle consonanti dall’indoeuropeo al proto-germanico, detta legge sulla prima mutazione consonantica o anche, ovviamente, “legge di Grimm“.

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