Berlino, Joe Chialo lascia l’incarico di senatore. Settore culturale allo sbando

L’annuncio è arrivato venerdì 2 maggio: Joe Chialo, senatore per la Cultura e la Coesione sociale di Berlino, ha deciso di dimettersi dal ruolo.
Motivo principale della scelta, secondo quanto dichiarato, sono i pesanti tagli al bilancio che condizioneranno in modo significativo il settore culturale nei prossimi anni.
Reazioni politiche alla decisione di Chialo
Il panorama politico berlinese e non solo si interroga sui tempi di questa decisione, curiosamente coincidenti con la divulgazione della notizia che Friedrich Merz, prossimo cancelliere federale, avrebbe escluso Chialo dal ruolo di ministro della cultura dal nuovo governo. C’è insomma chi ha ravvisato nell’abbandono di Chialo l’espressione di un disappunto che va oltre la poltrona di senatore a Berlino.
Kai Wegner, sindaco di governo Berlino e membro del CDU, ha espresso rispetto per la scelta di Chialo tramite un post alquanto neutrale su X, in cui ha confermato di aver accettato la richiesta di dimissioni e ringraziato il senatore alla cultura per il lavoro svolto negli ultimi due anni.

Anche il partito socialdemocratico (SPD), alleato della CDU nella coalizione di governo del Land Berlino, ha riconosciuto il valore del lavoro svolto da Chialo, auspicando una continuità di impegno da parte del suo successore.
Diversa e molto più dura, invece, è la posizione dell’opposizione. Bettina Jarasch e Werner Graf, capigruppo dei Verdi, hanno sottolineato la necessità di un piano urgente per recuperare i buchi subiti dal settore culturale. “A Berlino rimane poco tempo per mitigare i danni” hanno dichiarato, aggiungendo che “la responsabilità principale ricade ora sul sindaco Kai Wegner, che dallo scorso dicembre ha parzialmente assunto gli incarichi di Chialo”.
“Picchia duro” anche Tobias Schulze, capogruppo di Die Linke, che ha accusato Chialo, sostanzialmente, di fuggire di fronte di dimettersi di fronte al disastro finanziari creato, nel settore culturale, dalla coalizione CDU-SPD. “Il senatore alla cultura si è arreso di fronte al caos del bilancio creato da CDU e SPD” ha dichiarato Schulze, sostenendo che la coalizione abbia fatto politica “solo in tempi favorevoli”, distribuendo “promesse generose a tutta la città, incluse quelle fatte da Chialo”, fino a quando “gli assegni scoperti non hanno più trovato copertura e Chialo non ha opposto resistenza”. Sostanzialmente, per Schulze Chialo non avrebbe lottato a sufficienza per il settore culturale, lasciandolo ormai totalmente “privo di fiducia nelle istituzioni politiche”.
Anche Christoph Meyer, leader della FDP a Berlino, non ha risparmiato critiche alla gestione dell’incarico da parte di Chialo, sottolineando anche una presunta mancanza di leadership da parte del sindaco Wegner. Meyer ha inoltre ribadito l’urgenza di nominare rapidamente un nuovo senatore capace di affrontare impegni importantissimi, come la ristrutturazione della Komische Oper e la gestione della nuova sede della Biblioteca Centrale e Regionale di Berlino (ZLB).
Insomma, lo scenario culturale della capitale tedesca, già massacrato da tagli che potrebbero continuare fino al 2026, vede nel ritiro di Chialo un ulteriore segnale di difficoltà, complessità e disagio. È un momento drammatico per un settore che è sempre stato cruciale per la vitalità, l’originalità e l’identità stessa di Berlino e il futuro appare sempre più incerto e problematico. Un brutto segnale per una metropoli che ha sempre visto nella cultura, in tutte le sue forme, uno dei suoi più grandi motori.