Duello TV Scholz-Merz: convergenza su immigrazione e Gaza. Scontri sull’economia

Più di dodici milioni di persone si sono sintonizzate per assistere al “TV-Duell”, il duello televisivo pre-elettorale tra Friedrich Merz e Olaf Scholz, rispettivamente candidato cancelliere della CDU/CSU e dell’SPD.
Parliamo di un numero significativamente superiore a quello degli spettatori che si sono sintetizzati tre anni. Mai come in questa fase storica, caratterizzata da una crisi di fiducia verso i partiti, gli elettori chiedono risposte. Ma vediamo meglio i temi sollevati durante il dibattito televisivo, durato 90 minuti.
Scontro tra Scholz-Merz“ nel classico “duello TV” prima delle elezioni
Non poteva intanto mancare il riferimento a quello che lo stesso Scholz ha definito la “rottura del tabù del Brandmauer“. Il cancelliere uscente ha cioè accusato Merz di aver accettato i voti dell’ultradestra di AfD sulla mozione “anti-immigrazione” e quindi di non essere un uomo di parola. Ha quindi affermato di non poter essere sicuro, dopo questa esperienza, che il leader della CDU escluda a priori la possibilità di lavorare con AfD anche per il futuro, dopo le elezioni.
Merz ha respinto bruscamente queste ipotesi, anche con un piccolo “colpo di teatro”, e cioè tirando fuori dal taschino un foglietto con una vecchia intervista in cui Scholz sosteneva che nel voto locale, se una misura è giusta, non si può impedire che l’AfD la voti.

Economia: il dilemma della riforma del freno al debito
In relazione al tema dell’economia, Merz ha accusato Scholz di non aver fatto nulla per arginare la crisi che la Germania sta vivendo, mentre il cancelliere uscente l’ha imputata a fattori geopolitici globali e ha fatto notare come il tasso di disoccupazione in Germania sia tra i più bassi dei Paesi del G7. Anche nelle modalità di risoluzione dei problemi, che entrambi riconoscono, gli approcci sono diversi.
Com’è già noto dal programma dell’SPD, Scholz vuole riformare il freno al debito il più rapidamente possibile per consentire un aumento delle spese per la difesa e degli investimenti nell’economia e nelle infrastrutture, mentre Merz non vorrebbe toccare il freno, ma concentrarsi su una maggiore crescita economica, per poter avere più soldi in bilancio. Un’idea, questa, bollata da Scholz come “ridicola”. Il candidato cristiano-democratico non ha inoltre risposto alla domanda su come intenderebbe finanziare gli obiettivi del suo governo se la crescita economica dovesse essere annullata a causa, ad esempio, di una guerra commerciale con gli Stati Uniti.
Merz, dal canto suo, ha accusato il cancelliere uscente di vivere tra le nuvole e non avere il polso del Paese reale. Ha però per la prima volta ammesso di non escludere una riforma del freno al debito, purché non a breve termine, ma solo quando la Germania avrà recuperato in termini di risparmio e crescita.

Il candidato dell’SPD ha inoltre tenuto duro sull’aumento del salario minimo a 15 euro, ma si è avvicinato molto all’avversario sul tema dell’immigrazione, nello specifico vantandosi del fatto che la Germania non abbia mai avuto leggi più severe, in materia, di quelle introdotte dal suo governo, nonché confermando di voler intraprendere una “linea dura”, in caso di vittoria delle elezioni. Ha però definito “stupida” la pretesa di Merz di respingere i rifugiati al confine, perché in palese violazione delle leggi Ue sull’asilo.
Gaza, la “Riviera del Medio Oriente” ipotizzata da Trump definita “uno scandalo”
Convergenza c’è stata invece su Gaza, anche se Scholz si è espresso con toni più incisivi e Merz più morbidi. Il cancelliere socialdemocratico ha infatti definito “uno scandalo” contrario al diritto internazionale il piano di Trump di reinsediare i palestinesi e trasformare la striscia costiera in una “Riviera del Medio Oriente”, contestando anche l’espressione usata (“terribile”), alla luca della distruzione della Striscia.
Merz si è detto d’accordo con Scholz e ha descritto le proposte di Trump come parte di una serie di idee “irritanti” provenienti dagli Stati Uniti. “Ma dovremo aspettare per vedere cosa si intende davvero sul serio e come verrà attuato. Probabilmente c’è di mezzo molta retorica” ha chiosato il leader della CDU.

In tutto questo sono rimasti fuori temi importanti, come il cambiamento climatico, l’intelligenza artificiale, la pianificazione di una ristrutturazione economica eco-sostenibile e l’istruzione, così come si è parlato di finanziamento della Bundeswehr senza affrontare un discorso esaustivo su come si pensa di coprire i costi, né è stato chiaro cosa significherebbe se Trump dovesse ridurre il sostegno militare degli Stati Uniti in Europa. Per molti, il risultato è un pareggio e forse anche una finestra su una futura collaborazione. Lo scopriremo a breve.