Nächste Station > Julia

[© Yukiko Matsuoka on Flickr - CC BY 2.0]
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Yukiko Matsuoka on FlickrCC BY 2.0]
di effeerre*

Quasi tutte le ragazze che ho conosciuto a Berlino sono variazioni di una ragazza inesistente ma ubiqua (come una divinità panteistica) che chiamerò arbitrariamente Julia (ma poteva essere Sophie, Eva, Sarah, ecc.)
Non essendo una ragazza reale, ma piuttosto un cocktail di molte ragazze, sarà descritta da una combinazione di caratteristiche interagenti tra loro.

Julia ha 28-32 anni. Vive a Neukölln, Kreuzberg o Friedrichshain. Fa uno di questi 4 lavori: terapeuta, insegnante, interprete, oppure lavora nel sociale.
Veste in genere con un cappottino, le calze nere e gli stivaletti e si dipinge le unghie.
Ha una bicicletta “olandesina”, più grande della mia.
Quando rincasa, apre la cassetta della posta, prende i volantini che ancora riceve perché non ha mai voglia né tempo di scrivere “Keine werbung” e li butta nel cestino della pubblicità.
Se è alta sotto il metro e 70, caso raro, indossa scarpe basse. Oltre quell’altezza, come un premio di maggioranza, guadagna 4 o 5 centimetri aggiuntivi per via del tacco.
Parla almeno 3 lingue. La terza lingua è una delle seguenti, in ordine di rappresentanza: spagnolo, francese, italiano, polacco. Spesso è fluente in 2, ha buona padronanza della terza. Talvolta si fa capire con la quarta.
È individualista. Ma a volte si commuove per un clochard. È stata almeno un anno nel Sud-Est Asiatico o in Sudamerica.
Per questo motivo, ha almeno uno zaino tecnico.
Si è fatta le canne fino a 25 anni, poi ha smesso. Ha continuato a prendere droghe sintetiche fino ai 29 anni.
La sua vita è costellata da una lunga serie di affaire interrotta dalla prima gravidanza, causa l’amore per un ragazzo ricicciato dal suo quartiere d’infanzia, che si scopre essere sempre stato l’amore della sua vita.
È vegana, vegetariana, o veterinaria o una delle tre. Compra molto halloumi. E se compra la feta compra i pomodori.

Fa yoga.
Spesso ti sorride senza che tu te lo aspetti, anche in metropolitana, se non la conosci. Ma non vuol dire niente: più spesso va via arrabbiata, e questo quando la conosci già, ma non capisci che cosa le abbia dato fastidio. Sembra molto orgogliosa.
Ancora dopo tanto non riesci a capire bene chi sia, e perché il tedesco in bocca sua sia così…

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Nächste Station è una raffinata collezione di appunti sparsi e di testi nati casualmente nei café, sulle metropolitane, mentre si aspetta un dürum döner, sesamsoße, ohne rotkohl e altri generi di attese berlinesi.

È pubblicata (ir)regolamente su il Mitte ogni 3/4 giorni.

efferre, al secolo Filippo Rosso, è nato e cresciuto a Roma. Il suo sito è www.filipporosso.net