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Sabotaggio Nord Stream: Polonia non intende consegnare il sospettato ucraino

La tensione tra Varsavia e Berlino cresce attorno al caso del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream. La Polonia ha infatti chiarito che non intende consegnare alle autorità tedesche Wolodymyr Z., cittadino ucraino sospettato di aver partecipato all’esplosione delle condutture nel 2022.

Secondo il governo polacco, perseguire penalmente chi ha danneggiato un’infrastruttura strategica russa sarebbe contrario agli interessi nazionali e a quelli dell’alleanza occidentale.

La Polona non vuole favorire “l’ingiustizia russa”

Il capo dell’Ufficio per la Sicurezza Nazionale della Polonia, Sławomir Cenckiewicz, ha invitato la Germania a interrompere le indagini penali sui cittadini ucraini coinvolti nel caso. «Dal nostro punto di vista questa indagine non ha senso, non solo per quanto riguarda gli interessi della Polonia, ma anche per l’intera alleanza atlantica», ha dichiarato al Financial Times.

Cenckiewicz, stretto consigliere del presidente polacco Karol Nawrocki, ha aggiunto che le indagini tedesche potrebbero servire solo alla giustizia di Berlino, ma finirebbero per favorire “l’ingiustizia russa”. In questo senso, perseguire chi ha attaccato la pipeline significherebbe, secondo Varsavia, sostenere indirettamente la macchina bellica del Cremlino. Per questo in Polonia, al momento, infuriano le polemiche contro la Germania.

Il caso del sospettato ucraino Wolodymyr Z.

La magistratura polacca ha intanto prolungato di 40 giorni la custodia cautelare di Wolodymyr Z., arrestato in Polonia con l’accusa di aver partecipato al sabotaggio di Nord Stream. Durante questo periodo, le autorità dovranno decidere sulla richiesta di estradizione tedesca, ma l’iter potrebbe protrarsi per settimane o addirittura mesi. Un altro sospettato ucraino è stato fermato in Italia ad agosto e si oppone legalmente alla propria consegna alla Germania.

Considerando il contesto particolare della guerra in Ucraina, e non solo l’arresto dei presunti sabotatori, Cenckiewicz ha criticato esplicitamente la posizione tedesca:

«Se la Germania perseguita qualcuno che vive in Polonia e che ha distrutto una fonte di reddito della macchina da guerra russa, allora vediamo un chiaro conflitto di interessi tra Polonia e Germania».

“Era il Nord Stream 2 il problema, non la sua distruzione”

Amche il primo ministro polacco, Donald Tusk, ha confermato che Varsavia non vorrebbe consegnare Wolodymyr Z. a Berlino, pur rinviando, nel merito, a quanto verrà deciso dalla magistratura.

«Non è certamente nell’interesse del nostro Paese accusare questo cittadino o consegnarlo a un altro Stato. La decisione spetterà comunque al tribunale», ha infatti dichiarato il ministro in conferenza stampa.

Sui social, Tusk ha aggiunto una frase più esplicita e più densa di significati politici:

«Il problema con Nord Stream 2 non è che sia stato fatto esplodere. Il problema è che sia stato costruito».

Varsavia è sempre stata storicamente contraria al progetto Nord Stream in quanto strumento di influenza russa in Europa, oltre che una minaccia alla sicurezza energetica europea. Per questa ragione, per la Polonia, il sabotaggio dei gasdotti non rappresenta un crimine, ma un atto contro un’infrastruttura che alimentava la potenza economica e militare della Russia.

Con il Financial Times, Cenckiewicz ha chiarito di non avere prove di un coinvolgimento diretto della Polonia nel sabotaggio, ma ha ribadito che Varsavia intende proteggere chiunque abbia partecipato a danneggiare Nord Stream 2, definito parte integrante della macchina da guerra di Mosca. La domanda è: quanto peseranno, in tutto questo, i rapporti diplomatici con Berlino?

Il contesto del sabotaggio Nord Stream

L’attentato ai gasdotti Nord Stream 1 e 2, avvenuto nel settembre 2022, ha provocato quattro falle nelle condutture sottomarine, interrompendo definitivamente le forniture di gas russo verso l’Europa.

Già nell’agosto precedente Nord Stream 1 aveva cessato le operazioni, ufficialmente per manutenzione, mentre Nord Stream 2 non era mai entrato in funzione. La vicenda rimane altamente politicizzata, sia in Germania che in Polonia.

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