Scandalo in Germania: messaggi nazisti in una chat scolastica

Le autorità di polizia hanno avviato un’indagine d’ufficio dopo la diffusione di messaggi dal contenuto nazista in una chat di studenti di una scuola di Giessen, in Germania. Il caso riguarda proposte inappropriate per il motto dell’Abitur 2026, l’esame di maturità tedesco. Dell’incidente è stato informato anche l’Ufficio dell’Assia per la protezione della Costituzione, come confermato da un portavoce delle forze dell’ordine.
Battute e giochi di parole a sfondo nazista nella chat degli studenti che preparano la maturità: succede in Germania
L’indagine è scattata quando alcuni studenti hanno condiviso frasi dai sottotesti ispirati al nazismo come proposta per il motto della classe 2026 (per la fine del corso di studi, si sceglie un “motto” con il quale identificare tutti i diplomandi di quell’anno). Gli inquirenti, in accordo con la procura, presenteranno una denuncia penale ritenendo che possa configurarsi un reato.
Le espressioni emerse nella chat della scuola includevano giochi di parole inquietanti come “Bruciate il Duden” (il Duden è un dizionario, quindi un libro scolastico, ma la parola fa rima con “Juden”, ovvero ebrei) e “Abi macht frei“, una chiara allusione alla frase “Arbeit macht frei” presente all’ingresso dei campi di sterminio nazisti. Nel gruppo è apparso anche il messaggio islamofobo “Abi Akbar – un Abi Esplosivo”. In questi contesti, ovviamente, “Abi” è il diminutivo di “Abitur”.
La direzione e i compagni di scuola si dissociano
La direzione scolastica ha convocato tutti gli studenti del nuovo anno di Abitur, coinvolgendo anche un centro specializzato per la promozione della democrazia e la ricerca sugli estremismi. Il direttore ha comunicato ai quotidiani locali che gli studenti responsabili dovranno riferire alle forze dell’ordine e che la scuola valuterà autonomamente le misure disciplinari da adottare. Il portavoce della polizia ha precisato che al momento su nessuno pendono accuse formali.
Sembra che la classe 2025 abbia preso pubblicamente le distanze dai messaggi attraverso un post su Instagram: “Contenuti così relativizzanti, discriminatori e disumani non hanno assolutamente posto – né nella nostra scuola né nella nostra società. Questo non ha nulla a che fare con l’umorismo, è estremamente pericoloso”. Un portavoce degli studenti ha aggiunto che “soprattutto in tempi in cui gli atteggiamenti estremisti di destra sembrano diventare sempre più accettabili, riteniamo nostro dovere prendere una posizione chiara“.
Anche la classe 2026 ha rilasciato una dichiarazione formale distanziandosi dalle proposte e richiedendo conseguenze per gli autori. “Non si è trattato né di uno scherzo né di una azione immatura. Abbiamo vissuto insieme gli stessi anni scolastici e la maggior parte di noi è ora maggiorenne. A questa età, tutti dovrebbero essere consapevoli che questo è assolutamente inaccettabile e lontano da uno scherzo”, hanno affermato i futuri diplomati.
Il direttore ha smentito le voci circolanti in città secondo cui l’Ufficio per la protezione della Costituzione starebbe monitorando l’istituto o la classe. Il portavoce dell’autorità ha confermato che l’ente monitora le iniziative estremiste, non le scuole, pur disponendo di un dipartimento dedicato alla prevenzione dell’estremismo che collabora anche con gli istituti scolastici.
Il Centro di ricerca e informazione sull’antisemitismo ha recentemente denunciato come numerose scuole tendano a nascondere episodi simili e come molti insegnanti si trovino impreparati ad affrontarli, evidenziando la necessità di rafforzare la formazione in questo ambito.