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Cartella clinica elettronica: al via il lancio nazionale in Germania

In Germania sta per arrivare la cartella clinica elettronica, strumento di raccolta digitale dei dati dei pazienti già in fase di test da diversi mesi. La cosiddetta ePa (elektronische Patientenakte) sarà ufficialmente attivata nel sistema sanitario tedesco a partire dal 29 aprile. L’utilizzo del sistema sarà reso obbligatorio negli ambulatori medici e nelle strutture ospedaliere a partire dal prossimo ottobre.

Il lancio nazionale, inizialmente previsto per metà febbraio, era stato rinviato a causa di difficoltà tecniche che avevano compromesso l’implementazione su vasta scala. L’introduzione dell’ePA è stata presentata uno dei progetti centrali del governo Scholz per modernizzare la gestione delle informazioni sanitarie e fortemente voluta dal Ministro della Salute uscente Karl Lauterbach (SPD).

Implementazione e fase pilota: milioni di fascicoli già assegnati

Fin dal 15 gennaio, tutti gli assicurati del sistema sanitario pubblico hanno ricevuto in automatico un proprio fascicolo elettronico. Secondo i dati ufficiali, circa 70 milioni dei 74 milioni di cittadini coperti dall’assicurazione sanitaria obbligatoria sono già stati dotati di un’ePA. Nella stessa fase, la soluzione è stata testata in tre aree: Franconia, Amburgo e alcune zone selezionate del Nord Reno-Westfalia.

I riscontri raccolti durante la fase pilota sono stati definiti “di grande valore” da Lauterbach, che ha evidenziato il ruolo centrale della cooperazione con il BSI (Ufficio federale per la sicurezza informatica) per garantire standard di protezione adeguati a un’applicazione nazionale. Nonostante l’incremento degli accessi ai fascicoli registrato dall’azienda Gematik, permangono segnalazioni di criticità. Le associazioni regionali dei medici convenzionati hanno documentato difficoltà nell’integrazione del sistema nei processi di lavoro, oltre a rallentamenti nell’accesso o nell’elaborazione dei dati.

Come funzionerà la cartella clinica elettronica in Germania

Il principale punto di forza dell’ePA è la possibilità per medici e operatori autorizzati di consultare in modo centralizzato l’intera storia clinica del paziente. Informazioni come interventi chirurgici, esami diagnostici, prescrizioni farmaceutiche e referti specialistici saranno disponibili con un semplice clic. Parallelamente, i pazienti potranno intervenire attivamente nella gestione del proprio fascicolo digitale.

Attraverso l’applicazione mobile fornita dalla cassa mutua, l’assicurato potrà revocare accessi precedentemente concessi, limitarli temporalmente oppure caricare autonomamente documenti, come registrazioni personali della pressione arteriosa o diagnosi pregresse. Questa interoperabilità dovrebbe consentire ai medici di prendere decisioni più informate, identificare rapidamente eventuali rischi o potenziali conflitti farmacologici, e intervenire in maniera più tempestiva nei casi d’urgenza.

“Opt out” e sicurezza dei dati

Gli assicurati hanno il diritto di rifiutare l’attivazione del fascicolo elettronico. Entro la fine di gennaio, le compagnie assicurative hanno provveduto a informare i propri assistiti, che potevano manifestare la propria opposizione mediante modulo online o comunicazione cartacea. Anche dopo l’avvio, rimane la possibilità di ritirare il consenso: in tal caso, la cassa mutua sarà tenuta a cancellare integralmente il fascicolo e tutti i dati in esso contenuti. Il sistema è “opt out” per gli assicurati con le casse mutue e “opt in” per chi ha un’assicurazione privata. Questo vuol dire che a chi ha l’assicurazione statale verrà assegnata una cartella clinica elettronica, a meno che non si opponga esplicitamente, mentre per i clienti delle assicurazioni private vale il contrario: coloro che desiderano l’attivazione della ePa dovranno chiederla alla propria assicurazione di riferimento.

Il Ministero della Salute ha assicurato che i dati vengono conservati in modalità crittografata su server protetti. Ciononostante, prima dell’avvio nei distretti modello, esperti informatici e rappresentanti di varie organizzazioni sanitarie avevano lanciato l’allarme riguardo a potenziali vulnerabilità. Le preoccupazioni riguardavano in particolare il rischio che soggetti non autorizzati potessero accedere ai dati medici. Lauterbach aveva successivamente dichiarato che le problematiche relative all’accesso di massa erano state superate grazie a nuove misure di sicurezza.

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