Berlino: membro di AfD condannato per insulti razzisti e aggressione
Kai Borrmann, membro dell’AfD di Berlino, è stato condannato per aggressione e ingiurie a sfondo razzista ai danni della giornalista musicale Steph Karl. La giudice Young Eun Ko del tribunale distrettuale di Tiergarten ha esplicitamente inserito nella sentenza il movente razziale dell’aggressione e l’intento, da parte di Borrmann, di offendere e degradare Karl e la sua accompagnatrice, entrambe provenienti da famiglie di origine kenyota.
Le due versioni dei fatti
I fatti risalgono all’agosto del 2021, quando Borrmann, 56 anni, si trovava in un pub di Mitte. Al tavolo accanto al suo sedeva Steph Karl (30) con un’amica. Borrmann si sarebbe sentito disturbato dalla conversazione delle due donne e aveva iniziato con loro un’animata disputa, che è rapidamente trascesa in aggressione. Borrmann avrebbe usato più volte insulti fortemente razzisti e, quando le due donne hanno cercato di lasciare il locale, le avrebbe seguite e avrebbe colpito Karl al volto con un pugno. La donna a quel punto avrebbe cercato di difendersi e lui l’avrebbe bloccata a terra e le avrebbe morso un avambraccio. Sempre secondo la ricostruzione di Karl, Borrmann le avrebbe urlato più volte “Piangi, N****!”.
Secondo Borrmann, N**** non è un insulto razzista
Anche Borrmann ha portato la sua versione in tribunale, ammettendo solo verso la fine del procedimento di essere stato “verbalmente aggressivo” e di aver esagerato, ma sostenendo che la colluttazione fisica fosse partita da Steph Karl e dalla sua amica I. e che la parola “N****” non fosse da intendersi come un insulto, ma che la sua intenzione fosse quella di intavolare una discussione sulla valenza del termine stesso. Il membro di AfD non ha ammesso di aver avuto un comportamento razzista e non si è scusato. Si è invece lamentato di non sentirsi più sicuro nel proprio quartiere, di essere sottoposto a un forte stress a causa del processo e di aver ricevuto minacce su Twitter. “Non ho avuto tempo di riflettere su dove possa aver sbagliato, ma sono sicuro che in futuro me ne pentirò” ha dichiarato.
Ha inoltre detto di non poter essere accusato di razzismo poiché ha fratellastri gravemente disabili e perché prestato servizio civile in una casa di cura, esperienza che ha definito traumatica.
Steph Karl dopo la sentenza: “Importante che queste azioni abbiano conseguenze. Denunciate sempre il razzismo”
La giudice ha ritenuto la versione dell’uomo contraddittoria in più punti e fumosa e ha trovato invece convincente quella delle due donne, che è risultata coerente nei dettagli e che non ha omesso neanche particolari imbarazzanti per le vittime, come il fatto che I., a un certo punto del confronto fisico, non avesse trovato altro modo per difendersi che mordere Borrmann all’inguine.
In seguito all’aggressione subita, Steph Karl ha accusato disturbi del sonno, ansia e attacchi di panico. Alla fine del processo si è però detta soddisfatta perché ritiene importante che “queste azioni abbiano delle conseguenze”.
Il pubblico ministero aveva chiesto la sospensione della pena di sette mesi e una multa di 5000 euro. L’avvocato della difesa aveva invece chiesto un verdetto di colpevolezza solo per ingiuria. Il tribunale ha condannato in primo grado Borrmann una multa di 10.800 Euro. Come attenuanti della pena, la giudice ha ammesso l’assenza di precedenti penali e lo stato di ebbrezza.
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La difesa non ha ancora dichiarato se intende ricorrere in appello, ma Borrmann si è rifiutato di scusarsi, quando gli è stato chiesto. L’avvocato di Steph Karl, Daniel Lehnert, ha dichiarato: “Se l’accusa ricorrerà in appello, procederemo. La descrizione delle motivazioni della sentenza era corretta, ma ritengo che la condanna sia troppo blanda.”.
Steph Karl ha poi lanciato un appello: “Tutte le persone a cui succede una cosa del genere dovrebbero sapere che si può e si deve reagire. Posso capire che le persone siano molto scoraggiate dal portare qualcuno in tribunale, perché è molto spiacevole. Ma il signor Borrmann si è reso conto che le sue azioni hanno delle conseguenze”.
Un portavoce dell’AfD di Berlino, su richiesta della BZ ha dichiarato “Solo quando la sentenza sarà legalmente vincolante, i comitati del partito se ne occuperanno”.
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