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Bufera su Melnyk per le dichiarazioni su Stepan Bandera

Nuova bufera sull’ambasciatore ucraino a Berlino Andrij Melnyk, che ha preso una posizione controversa sulla figura dell’ultra-nazionalista ucraino, nonché collaboratore del regime nazista tedesco, Stepan Bandera. Nel corso di un’intervista con il giornalista e Youtuber Tilo Jung, infatti, Melnyk ha affermato che non ci siano prove della partecipazione di Bandera e dei suoi squadroni nazionalisti ai pogrom e all’omicidio di ebrei polacchi.

Melnyk: “Bandera fu un combattente per la libertà”

Secondo Melnyk, Stepan Bandera è stato un “combattente per la libertà” e, se si fosse reso colpevole di crimini legati al nazismo, sarebbe stato condannato a Norimberga e, soprattutto, non sarebbe stato arrestato dai nazisti stessi e internato per un periodo nel campo di concentramento di Sachsenhausen. Anche l’accusa di collaborazionismo viene sminuita dall’ambasciatore, il quale afferma che i collaborazionisti erano presenti in tutta Europa e che i nazionalisti ucraini volevano solo sfruttare l’ostilità fra Germania e Unione Sovietica per ottenere l’indipendenza dell’ucraina.


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Il Ministero degli Esteri ucraino prende le distanze da Melnyk

Le dichiarazioni di Melnyk hanno attirato critiche aspre e pressoché universali. Dal pianista Igor Levit alla rappresentanti della CDU di Bielefeld Margarita Maler, fino alla presa di distanze ufficiale del Ministero degli Esteri ucraino, il quale ha fatto sapere, in una dichiarazione ufficiale, che l’opinione dell’ambasciatore è assolutamente personale e non riflette quella del Ministro.

https://twitter.com/RitaYaeli/status/1542498172731359232?s=20&t=3K5wgr91_4PGA3Fwwki3gQ

Chi era Stepan Bandera?

Stepan Bandera era un ultra-nazionalista ucraino, considerato una delle figure chiave del fascismo nel suo Paese. Ne ha parlato diffusamente, fra gli altri, lo storico Grzegorz Rossoliński-Liebe, che ha pubblicato una biografia di Bandera nel 2014. L’organizzazione da lui guidata, ovvero l’OUN (Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini) aveva aperte simpatie per i regimi tedesco e italiano e considerava ebrei, polacchi e russi come i nemici peggiori del popolo ucraino.

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