La legge che ha imposto un limite ai prezzi degli affitti a Berlino, il cosiddetto Mietendeckel, è stata accolta con favore da moltissimi residenti della capitale tedesca. Numerosissime famiglie si sono avvalse di questa nuova norma per richiedere una riduzione del canone mensile, portando giganti del mercato immobiliare come Deutsche Wohnen a guadagnare fino al sei per cento in meno rispetto all’anno passato. Ora esiste tuttavia la possibilità che il Mietendeckel venga abrogato dalla Corte Costituzionale e alcuni esperti del mercato immobiliare e le associazioni dei consumatori mettono in guardia contro il rischio di dover restituire ciò che si è risparmiato.
Leggi anche:
Blocco degli affitti a Berlino: una misura incostituzionale?
Cosa rischiano gli inquilini
Se il blocco degli affitti sarà dichiarato incostituzionale, chi ne ha beneficiato rischia di dover restituire la differenza risparmiata al padrone di casa e, qualora non abbia la possibilità di farlo, sarà considerato moroso e potrebbe rischiare lo sfratto. Lo ha dichiarato alla Berliner Zeitung Daniel Halmer, CEO di Conny, azienda specializzata nei servizi di difesa dei consumatori.
Questo potrebbe accadere specificamente a chi ha ottenuto una riduzione dell’affitto solo grazie al Mietendeckel entrato in vigore a febbraio del 2020 e che riguarda esclusivamente la città di Berlino. Per evitare di trovarsi in questa situazione, le associazioni dei consumatori consigliano quindi di fare appello a un’altra norma, che è forse meno conosciuta soprattutto da chi si è trasferito in Germania negli ultimi anni, ovvero il Mietpreisbremse (letteralmente il “freno ai prezzi degli affitti”).
Differenza fra Mietendeckel e Mietpreisbremse
La differenza principale fra queste due misure consiste nel fatto che il Mietendeckel è stato approvato a livello del Land, ovvero della Città Stato. Questo vuol dire che si applica solo ai prezzi degli affitti a Berlino. Il Mietpreisbremse, invece, è una legge federale in vigore dal 2015 che è già stata applicata più volte anche in caso di controversie fra padroni di casa e inquilini, il che lo rende più affidabile per chi cerca di garantirsi una riduzione dell’affitto sul lungo periodo.
Anche le tabelle alle quali le due norme fanno riferimento sono diverse: con il Mietendeckel si risparmia leggermente di più. Dal momento che, tuttavia, tale risparmio potrebbe non essere garantito a tempo indeterminato, gli esperti consigliano di fare appello a entrambe le norme – considerando che il Mietpreisbremse è anche retroattivo fino a 30 mesi per i contratti conclusi dopo il primo aprile 2020. In base a questa legge, i padroni di casa, quando concludono un nuovo contratto di locazione, non possono superare di oltre il dieci per cento il limite previsto dalle tabelle locali (che si riferiscono sia alla zona che alle caratteristiche dell’immobile).
Leggi anche:
Un’iniziativa per espropriare Deutsche Wohnen. La ministra Giffey “non è la soluzione”
Il dilemma degli affitti a Berlino
Il tema degli affitti a Berlino è da anni oggetto di un dibattito estremamente acceso. Come è normale per qualsiasi metropoli in rapida ascesa, la domanda e l’offerta, negli ultimi anni, non si sono evolute di pari passo, creando una giungla di situazioni spesso confuse che si risolvono, come sempre, in minori garanzie per gli inquilini. La città di Berlino, dal canto suo, ha cercato di mettere in atto politiche mirate a dirimere le controversie e a semplificare il mercato, facendo emergere il sommerso – con risultati alterni. Fra le misure più recenti vale la pena ricordare le limitazioni imposte agli affitti temporanei tramite AirBnB e servizi affini, oltre, naturalmente, al più recente e tanto discusso Mietendeckel. Fra le proposte più radicali c’è anche la statalizzazione di alcuni colossi immobiliari come Deutsche Wohnen.