Italiani a Blockupy, una voce dallo spezzone italiano racconta la giornata

Una ragazza viene trascinata via dalla polizia mentre oppone resistenza passiva. Foto © Alessandro Grassi.
Una ragazza italiana viene trascinata via dalla polizia mentre oppone resistenza passiva. Foto © Alessandro Grassi.

Francoforte – Leggendo i resoconti – sia italiani, sia tedeschi – su quanto successo mercoledì scorso durante le proteste intorno alla BCE, il fattore “manifestante straniero” ha giocato un ruolo piuttosto rilevante. Spesso si è infatti letto degli “italiani” giunti apposta per la protesta e del loro “arresto” – notizia questa inesatta, dato che l’italiano arrestato è solo uno ma il suo arresto è avvenuto in un momento diverso rispetto a quando, verso le undici di mattina di mercoledì,  uno “spezzone” italiano è stato ingabbiato dalla polizia per poi essere semplicemente identificato.

Gli italiani presenti erano sicuramente numerosi e forse, come a volte succede, è facile costruire una notizia sulla presenza dello straniero. Tuttavia così si rischia di focalizzare l’attenzione su elementi incompleti o addirittura inesatti.

Abbiamo avuto l’occasione di parlare con Antonio, un ragazzo arrivato a Francoforte per manifestare. Ci ha raccontato come è stata la mattinata di mercoledì, tra i blocchi e la gabbia della polizia intorno al suo spezzone.

Allora raccontaci come è cominciata la mattina.

Noi abbiamo cominciato a fare i blocchi la mattina, verso le sei, nella zona a est della BCE. Eravamo nel “blocco blu” che era quello della “Comune d’Europa” che univa IL (interventionistische Linke) e la rete che fa riferimento a Global Project e insieme c’eravamo noi dello Strike Meeting. Noi eravamo più o meno un centinaio, da Roma, Napoli, Pisa. Eravamo un gruppo numeroso.

Come si è svolto il blocco?

Molto semplicemente ci siamo posizionati in mezzo ad una strada, non so dirti esattamente dove, e siamo stati lì. Le forze dell’ordine ci hanno sgomberato velocemente e così siamo tornati indietro e abbiamo occupato un binario ferroviario (presumibilmente i binari vicino a Ostbahnhof, ndr). E’ intervenuta la polizia, ci ha fatto scendere e allora abbiamo occupato la piazza sottostante.

Da qui la polizia ci ha progressivamente spinto, anche con l’uso degli idranti, verso una delle aree di incontro dei manifestanti.

E poi la vostra mattinata è finita?

No. Qui siamo rimasti per mezz’ora e poi siamo ripartiti per provare a ricongiungerci con gli altri blocchi e siamo arrivati in una zona dove la polizia era già allarmata, nell’area appena a nord della BCE. Qui le forze dell’ordine ci hanno circondato e ci ha bloccato in una strada piuttosto piccola (Uhlandstrasse, ndr).

Quanto tempo siete rimasti ingabbiati?

Siamo dovuti rimanere fermi lì ed è iniziata una trattativa perchè volevano arrestare alcune persone per aver fatto resistenza quando si sono mossi per bloccarci. La cosa è durata tanto, circa due o tre ore. Alla fine abbiamo ottenuto semplicemente l’identificazione. Abbiamo fatto una debole resistenza passiva e alla fine siamo stati rilasciati tutti. Nessuno è stato arrestato.

Il pomeriggio invece come è proseguito?

Il pomeriggio poi abbiamo fatto il corteo insieme con gli scioperanti di Amazon e tutto è andato tranquillo. E’ stato bello, molte persone erano in piazza. La cosa più importante mi sembra che sia l’essere riusciti a dare un segnale. Abbiamo detto che c’è spazio per una politica diversa in Europa.

Per un ulteriore resoconto sulla giornata di mercoledì e per sentire le voci anche di altri italiani segnaliamo questo video realizzato in collaborazione col Mitte da Valentina Risaliti e Francesco Solazzo (Interkollektiv).

[ale.gra]

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