Francoforte: agenti di polizia indagati per violenza su persone arrestate

La procura di Francoforte ha aperto un’indagine che coinvolge diciassette agenti del primo distretto. Le accuse riguardano episodi di violenza, lesioni personali inflitte durante le operazioni di polizia, ostruzione della giustizia e persecuzione di persone innocenti. Venerdì mattina sono state effettuate perquisizioni negli uffici e nelle abitazioni degli indagati, con il sequestro di telefoni cellulari e altra documentazione.
Sei agenti sono stati sospesi dal servizio, mentre gli altri undici sono stati trasferiti ad incarichi amministrativi in altre sedi. La questura ha avviato procedimenti disciplinari per tutti i diciassette coinvolti. Il gruppo operativo è stato sciolto e la direzione del distretto verrà sostituita.
Il distretto in questione non è nuovo a episodi problematici: in passato era diventato noto a livello locale per lo scandalo di una chat di gruppo con contenuti problematici e ricollegabili all’ambito dell’estrema di destra. La procura ha precisato però che, sulla base degli elementi attuali, le nuove accuse non hanno collegamenti con l’estremismo politico.
Calci, percosse e testate agli arrestati
Gli indagati sono cinque donne e dodici uomini tra i 24 e i 56 anni, impiegati nel servizio di pattuglia e nella direzione dei gruppi operativi. Secondo l’accusa, tra febbraio e fine aprile 2025 avrebbero causato o permesso ad altri di causare lesioni fisiche ingiustificate ai danni di sei persone durante o dopo l’arresto.
Le modalità contestate includono percosse, calci e testate a persone già in custodia. In un episodio, una persona sarebbe stata spinta giù da una scala. Le lesioni riportate dalle vittime vanno dalla frattura del setto nasale a contusioni e abrasioni. Le vittime sarebbero due cittadini tedeschi, due algerini e due apolidi di origine siriana. Oltre agli agenti accusati di essere direttamente responsabili delle violenze, sono oggetto di indagine anche gli altri, che, pur non avendo partecipato, erano a conoscenza dei fatti, ma non li avrebbero denunciati, violando l’obbligo di segnalazione. Fra le irregolarità al momento al vaglio della procura ci sarebbe anche l’avvio, da parte degli agenti coinvolti, di indagini preliminari contro gli arrestati per presunta resistenza all’arresto, con l’obiettivo di giustificare retroattivamente l’uso della forza.
L’indagine interna della procura di Francoforte
Gli episodi sono stati individuati internamente dalla questura, come specificato nel comunicato della procura. I pubblici ministeri non hanno fornito dettagli sulle modalità precise dell’indagine interna. Risultano però determinanti le denunce presentate dalle vittime.
Poiché emergeva sempre il coinvolgimento del primo distretto, i casi sono stati portati all’attenzione della dirigenza. Quest’ultima ha esaminato la documentazione e visionato materiale video già sequestrato, riscontrando che gli stessi funzionari erano presenti durante gli episodi contestati. Le dichiarazioni rese dagli agenti non corrispondevano a quanto mostrato dalle registrazioni.
La procura ha analizzato filmati provenienti dalla stazione di polizia, dalle bodycam degli agenti e da altre telecamere di sorveglianza presenti nelle aree degli interventi. Dopo aver raccolto elementi sufficienti, la questura ha informato la procura per l’avvio delle indagini penali.
Il quadro investigativo: violenze durante le operazioni di polizia, ostruzione della giustizia e procedimenti penali ingiustificati
Secondo quanto riportato dal quotidiano F.A.Z., le indagini sono in corso da luglio. La procura sottolinea che l’individuazione interna dei fatti ha permesso di avviare immediatamente i procedimenti, che si sono rivelati complessi per il numero di soggetti coinvolti.
Le perquisizioni di venerdì scorso hanno interessato tutti i diciassette indagati. I sei agenti sospesi dal servizio hanno perso temporaneamente le loro funzioni operative. Gli altri undici continuano a lavorare ma solo in ambito amministrativo, senza contatto con il pubblico. Il gruppo operativo coinvolto è stato completamente riorganizzato. La procura ha identificato diversi complessi di reato. Ventidue casi riguardano lesioni personali durante il servizio. Undici casi si riferiscono all’ostruzione della giustizia. In quattordici situazioni gli agenti sono indagati per aver perseguito persone innocenti attraverso procedimenti infondati.
Il capo della polizia: “chi è in custodia dalle forze dell’ordine deve essere al sicuro”
Stefan Müller, capo della polizia di Francoforte, ha definito i casi “molto gravi”. Ha ricordato che le persone in custodia della polizia devono essere al sicuro da aggressioni. I funzionari che commettono lesioni personali durante il servizio violano, secondo Müller, il nucleo dei loro doveri d’ufficio. Se confermate, anche le accuse di persecuzione di innocenti e ostruzione alla giustizia rappresenterebbero violazioni molto gravi.
Müller ha sottolineato che non solo i superiori hanno responsabilità specifiche, ma tutti gli agenti sono tenuti a intervenire e segnalare comportamenti scorretti. La fiducia dei cittadini in una polizia integra è fondamentale per l’operatività quotidiana. Il sospetto che grava sugli accusati danneggia la reputazione dell’istituzione e va a discapito dei poliziotti che operano con integrità secondo la legge.
Le reazioni fra le forze di polizia
L’Associazione dei funzionari di polizia tedeschi ha definito gravi le accuse. Il presidente federale Dirk Peglow ha affermato che, se confermate, ci sarebbero conseguenze sulla fiducia della popolazione nell’integrità complessiva della polizia. Già dopo lo scandalo delle chat di estrema destra, la polizia dell’Assia aveva implementato misure preventive, in particolare proprio nel primo distretto di Francoforte. Sono stati istituiti corsi di formazione, supervisione e meccanismi di controllo interno per individuare tempestivamente comportamenti scorretti e promuovere una cultura aperta rispetto agli errori. Peglow ha definito “un segnale allarmante” il fatto che, nonostante queste misure, siano nuovamente emerse accuse di questa gravità e ha ribadito che gli agenti che ricorrono a misure coercitive hanno una responsabilità particolare.




