Blockupy, 20 mila in piazza per un’Europa solidale: tensione la mattina, marcia pacifica al pomeriggio

Uno striscione durante il corteo del pomeriggio. Foto © Alessandro Grassi.
Uno striscione durante il corteo del pomeriggio. Foto © Alessandro Grassi.
Uno striscione durante il corteo del pomeriggio. Foto © Alessandro Grassi.

Francoforte – il 18 marzo è arrivato: Francoforte è stata bloccata dai cittadini europei che desiderano una comunità sociale europea. Nessun giornalista è stato invitato alla festa della BCE e pertanto non disponiamo di fonti attendibili per informare su quello che è avvenuto all’interno della fortezza. Siamo stati per le strade per comprendere al meglio gli eventi e i desideri dei cittadini.

Dopo l’allarmismo dei giorni scorsi – s’è parlato di stato di emergenza e di pericolo per i cittadini – nonostante alcune situazioni di forte tensione la mattina, durante il resto della giornata non si sono verificati problemi per l’ordine pubblico. Parlare di devastazione è eccessivo, non sono però mancati danneggiamenti a banche e altre attività e nel bilancio vanno contate cinque auto della polizia bruciate. Le ultime notizie parlano di 26 persone in stato di arresto, mentre sono stati dimessi dagli ospedali sia i manifestanti che i poliziotti. Nessun ferito grave.

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Foto © Alessandro Fulciniti

L’azione di protesta pianificata da Blockupy prevedeva cinque blocchi, intorno alle aree di accesso alla zona della nuova sede della BCE. I manifestanti, giunti da tutta Europa nel tardo pomeriggio e nella notte antecedente gli eventi, nelle prime ore del mattino si sono messi in posizione. Solo in uno di questi blocchi, si sono verificati i suddetti incidenti e c´è stato un confronto con le forze dell´ordine. Presso gli altri blocchi non c´è stato alcun problema.

Alcuni manifestanti italiani, circa 300, sono stati fermati per circa due ore – e non arrestati come riportato da alcune testate – nei pressi di Uhlandstraße. Anche in questo caso, nulla rilevante. I fermati sono stati semplicemente identificati mentre pacifici marciavano per le strade di Ostend.

Intorno a mezzogiorno è partito il corteo dei sindacati dalla sede della DGB, mentre i manifestanti che avevano preso parte ai blocchi hanno pranzato e si sono riposati nelle mense da campo organizzate da Blockupy. Poi si sono radunati al Römer e alla Paulusplatz in attesa di prendere parte al corteo conclusivo. Il centro della città è stato invaso pacificamente e festosamente. I manifestanti europei si sono incontrati ed hanno condiviso le loro esperienze, i loro disagi e discusso le possibilità di una politica europea per i diritti sociali e in opposizione al precariato non solo occupazionale ma anche esistenziale. Il corteo finale é partito intorno alle 17:00 e si è concluso festosamente dopo circa due ore nei pressi dell´alte Oper. Erano attesi diecimila partecipanti, ma si parla probabilmente del doppio.

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Foto © Alessandro Fulciniti

Le istituzioni non hanno preparato al meglio l’evento: hanno dimostrando un deprecabile senso dell’accoglienza nel momento in cui hanno rifiutato di offrire spazi pubblici ai manifestanti e hanno costruito una narrativa della paura attraverso una massiccia ed esagerata presenza delle forze dell’ordine.

Al contrario i cittadini francofortesi hanno mostrato un grande senso di solidarietà distribuendo viveri, bevande e ospitando nelle loro case i manifestanti. Le strade e le piazze francofortesi non erano invase da guerriglieri metropolitani ma da cittadini, che hanno espresso il desiderio di una comunità sociale europea ben diversa dal rigore finanziario ma contrarissima all´antieuropeismo populista e razzista.

Foto © Alessandro Fulciniti
Foto © Alessandro Fulciniti

Il bloccare la metropoli sul Meno va interpretato come un richiamo a riflettere sulle conseguenze delle politiche d’austerity, sostenute e imposte in primis dal governo tedesco. L´intento della manifestazione è stato sostanzialmente quello di dare le basi per una cittadinanza europea, unita non da una moneta comune, ma da diritti sociali comuni. Quello che il 18 marzo ci lascia in eredità è la volontà politica e sociale dei cittadini europei di costituire un’Europa cosmopolita.

In questo senso è auspicabile che la governance europeo colga l’opportunità che questo soggetto politico e sociale ha messo in piazza. Del resto lo stesso governatore della BCE Draghi ha parlato di solidarietà come nuovo elemento fondante della politica economica europea. In questa svolta si può già intravedere una certa effettività delle richieste dei manifestanti e la speranza di sbloccare la rigidità del governo economico europeo.

Ruggiero Gorgoglione

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