Il capo delle Gestapo sepolto nel cimitero ebraico di Mitte, calpestata la memoria delle vittime della Shoah

Jüdischer Friedhof a Mitte, © Jochen Jansen (CC BY-SA 3.0)
Jüdischer Friedhof a Mitte, © Jochen Jansen (CC BY-SA 3.0)
Jüdischer Friedhof a Mitte, © Jochen Jansen (CC BY-SA 3.0)

Heinrich Müller, nato a Monaco nel 1900, fu una delle figure di spicco durante il regime nazista, nonché tra le più famigerate per la sua partecipazione a un alto numero di crimini antisemiti e contro il Partito Comunista e Socialdemocratico.

Iniziò la sua scalata tra i ranghi del potere nazista nel 1934, entrando nelle SS e diventando, soltanto due anni dopo, capo della Gestapo. Müller non risultò iscritto ufficialmente al Partito Nazista, misfatto a cui pose rimedio nel 1939, e rimase fedele al Führer fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, che il maggiore generale credette di vincere fino all’ultimo.

Un personaggio che, come tutti coloro che hanno sostenuto il regime nazista, non meriterebbe di suscitare alcun interesse. Purtroppo però, Johannes Tuchel, direttore del Gedenkstätte Deutscher Widerstand (Memoriale della Resistenza Tedesca), ha rivelato oggi ai quotidiani tedeschi che, nel 1945, la salma di Heinrich Müller venne tumulata in una fossa comune nel cimitero ebraico di Mitte.

Come una tale crudeltà sia potuta accadere non è ancora dato sapere. Nel frattempo, la comunità ebraica ha espresso il proprio turbamento e dolore. Dieter Graumann, Presidente del Zentralrats der Juden in Germania e Vice-Presidente dello Jüdischen Weltkongresses, ha definito “una mostruosità spaventosa che uno dei nazisti più sadici sia sepolto in un cimitero ebraico, calpestando così in maniera infame la memoria delle vittime“.

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