Senza lavoro a Berlino? Ecco la “ricetta Wagon”

© Sebastian Willnow/ddp

Sosta nel suo ufficio solo per pochi minuti al giorno. Stringe mani, incontra persone, pone domande. Da pochi mesi, Dieter Wagon ricopre uno dei ruoli più delicati nell’amministrazione berlinese. Il 59enne, infatti, è stato nominato ad inizio 2012 Capo del Berliner Landesarbeitsagentur, l’agenzia locale per la disoccupazione, un ruolo che aveva già ricoperto in passato ad Amburgo e Regensburg. Toccherà a lui, dunque, riformare un sistema al collasso.

Berlino, ancora una volta, si conferma la città con i peggiori tassi di disoccupazione di tutta la Germania. Il 13,3% degli abitanti della capitale sono senza lavoro, una situazione che colpisce soprattutto i più giovani. Sulle spalle di Wagon ricade ora un’enorme responsabilità: cercare di migliorare le cose, riscrivendo regole e determinando i cambiamenti. Un impegno preso con la massima serietà.

«Frequento personalmente tutte le agenzie di collocamento, incontro gli agenti, chiedo come si trovano e come va il lavoro» spiega Wagon alla Berliner Zeitung. «Oggi, per esempio, visiterò il job center di Marzahn-Hellersdorf. Questi confronti pratici sono molto importanti per me».

Le ragioni del boom della disoccupazione berlinese sono molteplici. Una di esse è da ricercare nei disoccupati stessi, rei – secondo Wagon – di non fare abbastanza per migliorare la situazione. «Qual è il problema? Noto che i disoccupati di Berlino hanno un atteggiamento passivo quando si tratta di cercare un rimedio alla loro situazione. Dovrebbero attivarsi maggiormente, ad esempio sfogliando gli annunci di lavoro sul giornale o su internet».

Wagon analizza la situazione così. «A restare disoccupati sono soprattutto i meno qualificati. A Berlino sono molti, basti pensare che il 10% degli studenti abbandona la scuola prima di conseguire il diploma. Questi ragazzi rimangono a lungo senza lavoro, una situazione che si ripercuote a cascata sul sistema previdenziale. Le cose su cui lavorare a livello scolastico? Una riforma del sistema educativo, che deve conferire ai giovani una maggiore maturità professionale ed un potenziamento dei tirocini nelle aziende».

Quali le soluzioni? Allargare gli orizzonti, forse. «Chi non trova lavoro a Berlino dovrebbe spostarsi nelle zone circostanti. Il Brandeburgo, in questo senso, offre molte più opportunità, a causa di tassi bassi di natalità. In queste aree è più facile trovare un lavoro, o almeno un periodo di apprendistato», conclude Wagon.

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  1. «Chi non trova lavoro a Berlino dovrebbe spostarsi nelle zone circostanti. Il Brandeburgo, in questo senso, offre molte più opportunità, a causa di tassi bassi di natalità. In queste aree è più facile trovare un lavoro, o almeno un periodo di apprendistato»… Un genio, non c’è che dire. Sei disoccupato a Berlino? Spostati e cerca lavoro altrove. E questo signore sarebbe il Capo del Berliner Landesarbeitsagentur? Ora capisco perchè i miei appuntamenti con il mio referente alla Bundesagentuer fuer Arbeit non portano mai a nulla. Se le direttive del capo sono queste c’è di che aver paura.

  2. Tutto mondo è paese alla fine…che sia meglio il Veneto, con la disoccupazione all’8%?

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