Netanyahu attacca l’occidente: “Ha ceduto al terrorismo”. Poi loda Merz e Trump
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha duramente criticato diversi Paesi europei per la decisione di riconoscere la Palestina come Stato, interpretando questa scelta come un segno di debolezza e una concessione al terrorismo.
Al tempo stesso, ha espresso parole di apprezzamento per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e per il leader tedesco Friedrich Merz.
Netanyahu attacca l’Europa: “Il coccodrillo verrà a mangiare anche te”
In un’intervista esclusiva rilasciata a Euronews a pochi giorni dall’anniversario dei due anni dall’attacco del 7 ottobre di Hamas, che ha causato 1.200 morti e la cattura di 250 ostaggi, Netanyahu ha accusato i leader europei di aver “ceduto al terrorismo“.
Secondo il premier israeliano, Paesi come Francia, Regno Unito, Belgio e Canada, che hanno recentemente riconosciuto la Palestina, hanno scelto una strada sbagliata nella gestione del conflitto mediorientale, mostrando un’enorme debolezza e diventando del tutto irrilevanti nella lotta al terrorismo.

Per Benjamin Netanyahu questa decisione rappresenta la “massima ricompensa” per Hamas, dopo che ha compiuto “il più grave massacro di ebrei dai tempi dell’Olocausto”. Il premier israeliano ha poi paragonato questo approccio internazionale alla politica di appeasement verso Hitler messa in campo da alcuni Paesi in altri tempi, riadattando alla situazione attuale una celebre frase attribuita a Winston Churchill: “Non dare da mangiare al coccodrillo, perché, dopo aver divorato Israele o qualsiasi altro Paese che gli si oppone, verrà a divorare anche te”.
“Stiamo combattendo contro i barbari che vogliono distruggere le nostre società libere. Vogliono distruggere voi” ha continuato Netanyahu, sostenendo che Israele sia “in prima linea” mentre viene attaccato “dalle persone in Europa che proteggiamo”.
Il riconoscimento della Palestina e le sue implicazioni
Il recente riconoscimento della Palestina da parte di diversi Stati occidentali nasce con l’intento di sostenere la cosiddetta soluzione dei due Stati, che mira a una pacifica convivenza tra Israele e un futuro Stato palestinese indipendente.
Tale riconoscimento si riferisce all’Autorità Nazionale Palestinese guidata da Mahmoud Abbas e non ad Hamas, organizzazione islamista radicale che agisce indipendentemente da Abbas. Tuttavia, secondo Netanyahu, la mossa occidentale ha soprattutto un valore simbolico e rischia di rafforzare indirettamente Hamas, permettendole di continuare la guerra contro Israele.

Trump e Merz come esempi di fermezza
Netanyahu ha poi elogiato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il suo approccio “realistico” alla pace in Medio Oriente e per il suo piano per Gaza, che esclude “gli elementi terroristici” e propone una “visione pragmatica per la regione”. Ha poi citato con favore il cancelliere tedesco Friedrich Merz, leader della CDU tedesca, definendolo un esempio di determinazione contro il terrorismo islamista.
A proposito delle azioni di Israele contro l’Iran, che per Netanyahu rappresentano una minaccia anche per l’Europa, il primo ministro israeliano ha concordato inoltre con le dichiarazioni del cancelliere tedesco, che a giugno ha sostenuto che Israele fa il “lavoro sporco per tutti noi”.

Le critiche internazionali e la guerra a Gaza
Intanto, le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza hanno suscitato crescenti critiche internazionali. Dopo l’annuncio dell’offensiva su Gaza City, la pressione su Israele è aumentata, con manifestazioni in tutto il mondo a sostegno dei palestinesi e contro le vittime civili del conflitto.
In alcuni Paesi europei, tra cui la Germania, episodi di violenza e slogan pro-Hamas sono stati perseguiti penalmente. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, i manifestanti hanno chiesto pacificamente la fine della violenza e la protezione dei civili.
Le accuse dell’ONU e la risposta di Israele
A metà settembre, una commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite ha accusato Israele di commettere un “genocidio” nella Striscia di Gaza. Netanyahu ha definito il rapporto “distorto e falso”.
Commentando i colloqui di cessate il fuoco in Egitto tra Israele e Hamas, Netanyahu ha affermato che, se Hamas dovesse accettare la liberazione degli ostaggi, “potrebbe davvero essere l’inizio della fine della guerra”. Tuttavia, ha ribadito che Israele non permetterà mai a Hamas di tornare a governare Gaza con un regime del terrore”.




