Berlino: vietata la manifestazione del 7 ottobre ad Alexanderplatz
Le autorità di Berlino hanno vietato, a poche ore dall’inizio, la manifestazione che era stata programmata per martedì 7 ottobre ad Alexanderplatz. La decisione stata motivata con riferimento al flyer dell’evento, che conterrebbe un riferimento esplicito all’attacco terroristico di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023, definendolo un “atto eroico”. Una scelta lessicale che ha fatto scattare l’allarme presso gli uffici della polizia locale.
Gli slogan che hanno spinto la polizia di Berlino a vietare la manifestazione del 7 ottobre ad Alexanderplatz
L’appello alla mobilitazione circolava sui social con lo slogan “Fino alla completa liberazione”. Vari gruppi studenteschi filo-palestinesi delle università berlinesi avevano diffuso il messaggio, accompagnato da immagini. Nella grafica si distinguono alcuni uomini con il volto coperto da e, sullo sfondo, un parapendio, ovvero il mezzo utilizzato per l’attacco del 2023.
Nel testo dell’appello si utilizzavano anche i termini “eroica rivolta” e “faro di speranza rivoluzionaria” e frasi come “Non ci scusiamo per la loro resistenza”. Tutti questi elementi sono stati interpretati dalle forze dell’ordine come apologetici dell’operato di Hamas e hanno quindi portato alla scelta di vietare la manifestazione. “Il 7 ottobre invadiamo le strade di Berlino”, recitava la chiamata all’azione. Dopo aver consultato la procura, lunedì la polizia ha anche già avviato un’indagine per un sospetto di apologia di reato.
Gli attivisti hanno tentato di bloccare le strade di Berlino. Arresti preventivi.
Già nella mattina di martedì, le forze dell’ordine erano intervenute contro alcuni manifestanti che avevano occupato la strada all’incrocio tra Warschauer Straße e Mühlenstraße. Si trattava di trentasette persone in totale, con striscioni e fuochi d’artificio. Uno striscione lungo quindici metri portava la scritta “Glory to the fighters”, ovvero “Gloria ai combattenti”. Anche questo è stato considerato una forma di apologia dell’attacco di Hamas e le autorità hanno aperto un’indagine contro il proprietario dello striscione medesimo, che però non sembra essere stato identificato.
La polizia ha vietato a diciassette persone di partecipare a qualsiasi manifestazione nel Land di Berlino per l’intera giornata del 7 ottobre. Dieci di loro sono finite in custodia cautelare. “Saranno condotte davanti a un giudice”, ha dichiarato il portavoce delle forze dell’ordine al Tagesspiegel, spiegando che la polizia aveva richiesto la detenzione fino a fine giornata.
Il divieto restava valido fino a mezzanotte. La motivazione ufficiale parlava di “pericolo immediato” rappresentato da queste persone. Secondo le previsioni degli investigatori, esisteva una probabilità concreta di ulteriori reati. Le persone arrestate risultavano già schedate dalle autorità prima dell’azione di martedì.
Durante il blocco stradale, inoltre, diverse persone hanno scandito “From the river to the sea”. Uno slogan per cui la polizia berlinese continua ad arrestare manifestanti, nonostante i tribunali abbiano ripetutamente stabilito che il suo uso non costituisce reato di per sé.
I manifestanti hanno rivendicato l’azione attraverso un comunicato diffuso soprattutto sui social. Nel testo affermavano di voler “interrompere il normale svolgimento delle attività” mentre la Germania continua a sostenere quello che nel testo si definisce “genocidio israeliano contro il popolo palestinese”.
La dichiarazione parlava del secondo anniversario del “genocidio a Gaza”, stimando in 680.000 i palestinesi uccisi.
Manifestazione spontanea non autorizzata ad Alexanderplatz
Nonostante il divieto, 500 persone si sono comunque radunate ad Alexanderplatz nel tardo pomeriggio nei pressi del Municipio Rosso. Come era prevedibile, le forze dell’ordine sono intervenute e hanno arrestato diversi manifestanti e disperso l’assembramento con la forza.
