Germania: Dobrindt accelera l’introduzione dei taser per la polizia. Polemiche sui diritti umani

La Germania si prepara a un dibattito acceso sull’equipaggiamento delle forze dell’ordine. Il ministro dell’Interno Alexander Dobrindt (CSU) ha annunciato l’intenzione di accelerare l’introduzione dei taser per la polizia federale tedesca, definendoli uno strumento “assolutamente necessario” per contrastare il presunto aumento degli attacchi contro gli agenti in tutta la Germania. Tuttavia, le organizzazioni per i diritti umani sollevano preoccupazioni significative sui rischi connessi all’uso di questi dispositivi elettrici, che sono stati equiparati alla tortura dalle Nazioni Unite.

Il piano di Dobrindt per l’introduzione del taser in Germania
Dobrindt ha dichiarato ai giornali del gruppo Funke Mediengruppe la sua ferma determinazione nel procedere con il progetto. Dobrindt intende definire il quadro giuridico per l’introduzione dei taser nell’equipaggiamento della polizia tedesca entro la fine dell’anno corrente e stanziare i fondi necessari.
La motivazione principale risiederebbe nella presunta escalation di violenza contro le forze dell’ordine. Secondo il ministro, i dispositivi a impulsi elettrici a distanza, ovvero i taser, rappresentano “il mezzo adeguato per reagire alla crescente minaccia alla polizia negli spazi pubblici”, posizionandosi strategicamente tra il manganello e la pistola in termini di intensità d’uso. Questa posizione intermedia permetterebbe agli agenti di “neutralizzare più efficacemente” gli aggressori, specialmente in caso di attacchi con armi da taglio. Il numero degli agenti che hanno denunciato aggressioni è passato da 8.125 nel 2022 a 9.641 nel 2023, raggiungendo 10.726 nel 2024. Nei primi quattro mesi del 2025, la tendenza al rialzo continua con 3.879 casi registrati. Queste statistiche includono minacce, aggressioni fisiche e resistenza a pubblico ufficiale.
L’urgenza dell’iniziativa, secondo i promotori, sarebbe stata rafforzata da episodi recenti, come l’attacco alla stazione centrale di Amburgo, dove una donna ha accoltellato 18 persone ed è stata messa in condizioni di non nuocere da due civili disarmati, un siriano e un ceceno che si trovavano sulla banchina. Tali eventi hanno spinto i sindacati di polizia, incluso il Gewerkschaft der Polizei (GdP), a sostenere apertamente l’introduzione del taser.
Funzionamento e diffusione attuale dei taser
I dispositivi a impulsi elettrici a distanza operano attraverso un meccanismo specifico: una volta attivati, sparano due proiettili a forma di ago collegati all’arma tramite fili conduttori. Attraverso questi collegamenti viene trasmessa una scarica elettrica che causa una temporanea incapacità neuromuscolare nel bersaglio, paralizzandolo per alcuni secondi, permettendo agli agenti di intervenire senza che il soggetto possa reagire.
Attualmente, dieci Länder tedeschi hanno già autorizzato l’uso dei taser per le pattuglie e le forze speciali. La polizia federale sta portando avanti una fase di sperimentazione in quattro uffici, con risultati che, secondo le autorità, dimostrerebbero l’efficacia deterrente del dispositivo anche senza il suo utilizzo effettivo.
A livello globale, secondo l’azienda americana Axon Enterprise, questi dispositivi sono utilizzati da oltre 18.000 corpi di forze dell’ordine in più di 80 paesi.
Le preoccupazioni per la salute: ecco quando il taser rischia di uccidere
Le organizzazioni per i diritti umani hanno sollevato preoccupazioni significative sui rischi sanitari associati all’uso dei taser. I pericoli includono il rischio di aritmie mortali in persone con cardiopatie preesistenti o che abbiano assunto sostanze eccitanti. Particolarmente vulnerabili sono i portatori di pacemaker, per i quali l’impulso elettrico potrebbe interrompere il battito cardiaco per 10-15 secondi. La scarica può essere fatale anche in caso di patologie cardiache latenti che non si siano manifestate in precedenza.
Gli studi disponibili, provenienti principalmente dagli Stati Uniti, confermano che la corrente elettrica raggiunge il cuore già attenuata dai tessuti corporei, ma mantiene comunque un rischio, per quanto minimo, di mortalità cardiaca. In Germania, dal 2021 sono stati documentati almeno dieci decessi correlati all’uso dei taser, casi che hanno coinvolto principalmente persone con una crisi psichica in atto, sotto effetto di sostanze stupefacenti o con patologie cardiovascolari preesistenti. Quanto ai numeri esatti a livello globale, è difficile fare calcoli precisi, poiché non sempre le singole forze di polizia riportano i dettagli necessari a tracciare un collegamento chiaro fra la morte e l’uso del taser.
In Italia, la settimana scorsa, il trentenne Riccardo Zappone, originario della provincia di Chieti, è morto dopo essere stato colpito con un taser perché si opponeva all’arresto. L’uomo, che, secondo le prime ricostruzioni, aveva problemi di natura psichiatrica, avrebbe dato in escandescenze dopo essere stato pestato da tre persone in un’officina. Zappone era disarmato: l’uso del taser, in quel caso, sarebbe stato motivato dal suo stato di estrema agitazione.
Posizione delle organizzazioni internazionali: per le Nazioni Unite è “associabile alla tortura”
Il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura ha dichiarato nel novembre 2007 che l’uso del taser è una misura “associabile alla tortura” e “potenzialmente mortale”. Questa posizione è stata rafforzata da Amnesty International, che nel rapporto “I Still Can’t Sleep at Night – The Global Abuse of Electric Shock Equipment” ha documentato l’uso improprio di dispositivi elettrici in oltre 40 paesi.
Secondo Mathias John, esperto di armamenti presso Amnesty International Germania, i taser vengono spesso utilizzati contro persone che non esercitano violenza, semplicemente per costringerle a seguire le istruzioni delle autorità. L’organizzazione ha documentato un uso sproporzionato contro gruppi vulnerabili, inclusi minori e persone con disturbi mentali.
Tra il 2018 e il 2023, almeno 197 aziende hanno prodotto o pubblicizzato dispositivi elettrici per le forze dell’ordine, principalmente in Cina, India e Stati Uniti, approfittando anche dell’assenza di normative globali per controllare produzione e commercio di questi dispositivi.
Posizioni contrastanti in Germania sull’impiego del taser
Il progetto di Dobrindt ha ricevuto il sostegno del partner di coalizione SPD, almeno secondo le dichiarazioni del ministro. Tuttavia, emergono posizioni divergenti all’interno del panorama politico tedesco. Andreas Roßkopf, capo del sindacato GdP per la polizia federale, ha definito i taser “uno strumento importante” considerando l’aumento dei rischi soprattutto in zone ad alto tasso di criminalità.
Di contro, Daniela Behrens, Ministra dell’Interno della Bassa Sassonia (SPD), ha espresso scetticismo. Secondo Behrens, l’introduzione di questi dispositivi potrebbe aumentare la complessità degli interventi in situazioni ad alto stress, complicando la scelta dello strumento più appropriato per gli agenti.