Vietare ai membri di AfD di lavorare nel servizio pubblico? Il dibattito in Germania

In seguito alla designazione di AfD come organizzazione estremista di destra da parte dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione, si è aperto un ampio dibattito sulle possibili ripercussioni per i membri del partito che operano nel settore del servizio pubblico in Germania e sul finanziamento statale dell’organizzazione politica.
Opinioni discordanti fra i ministri degli interni
Il ministro degli Interni bavarese Joachim Herrmann (CSU) ha dichiarato al tabloid Bild che sarà necessario analizzare quali conseguenze questa classificazione debba comportare per le attività dei membri di AfD impiegati nel servizio pubblico. La decisione dell’autorità federale costituisce inoltre, secondo Herrmann, un motivo per esaminare la possibilità di escludere AfD dal finanziamento statale destinato ai partiti.
Analogamente, il ministro degli Interni dell’Assia Roman Poseck (CDU) aveva già annunciato venerdì l’intenzione di valutare in che misura la categorizzazione effettuata dall’Ufficio federale possa influire sulla posizione dei membri di AfD e dei funzionari nel settore pubblico. Poseck ha sottolineato come i dipendenti della polizia e dell’amministrazione debbano garantire costantemente la difesa dell’ordine democratico e liberale. Il ministro ha espresso la necessità di un approccio uniforme in tutti gli Stati federali, proponendo di inserire questo argomento nell’agenda della prossima conferenza dei ministri degli Interni prevista a Bremerhaven a metà giugno.

I parlamentari della CDU Marco Wanderwitz e Roderich Kiesewetter sono stati più netti e hanno chiesto il licenziamento dei membri di AfD dalla pubblica amministrazione. Wanderwitz, ex segretario di Stato del Ministero federale degli Interni, ha dichiarato all’agenzia Reuters che i membri di un partito classificato come estremista di destra non dovrebbero essere autorizzati a lavorare nel servizio pubblico né a detenere un porto d’armi. Kiesewetter ha ribadito al quotidiano Handelsblatt l’incompatibilità tra l’appartenenza ad AfD e lo status di dipendente pubblico.
La questione del ritiro dei finanziamenti statali è stata sollevata anche dal leader della CDU della Bassa Sassonia Sebastian Lechner, che ha definito intollerabile finanziare con denaro pubblico quella che ha descritto come propaganda estremista di destra e anticostituzionale.
L’amministrazione interna del Senato di Berlino non si è ancora espressa sulla questione. L’Ufficio locale per la protezione della Costituzione esaminerà la decisione presa dall’organismo federalee le sue possibili conseguenze.
La messa al bando di AfD: una questione complessa
Riguardo a un’eventuale procedura di messa al bando vera e propria del partito, che potrebbe essere avviata dal Bundestag, dal Bundesrat o dal governo federale, esistono opinioni divergenti tra i ministri degli Interni. Il ministro della Turingia Georg Maier (SPD) ha dichiarato che l’avvio di tale procedura rappresenterebbe la logica conseguenza della decisione e dovrebbe essere perseguita come passo successivo. Il suo omologo di Amburgo, Andy Grote (SPD), ha adottato una posizione più cauta, affermando che la classificazione come estremista di destra, una volta confermata in via definitiva, costituirebbe una condizione necessaria ma non sufficiente per avviare una procedura di divieto. Fra i ministri dell’interno dei vari Länder non c’è accordo su questo punto.
La senatrice berlinese per la Giustizia Felor Badenberg (CDU), per esempio, ritiene che il dibattito in merito sia prematuro. Badenberg, che è stata in passato vicepresidente dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione ha dichiarato all’emittente Deutschlandfunk che tale dibattito potrà iniziare seriamente solo dopo che sarà conclusa l’inevitabile azione legale che AfD intraprenderà contro la classificazione del partito come estremista di destra. Tale azione legale potrebbe durare anche anni e solo quando e se i tribunali amministrativi e amministrativi superiori avranno deliberato per confermarla sarà possibile discutere seriamente di una messa al bando.
AfD intende fare ricorso: “noi oppressi come nella DDR”
AfD, come era prevedibile, ha criticato duramente la valutazione dell’Ufficio per la protezione della Costituzione. Il co-leader Tino Chrupalla ha dichiarato a Welt TV che è dannoso per la democrazia che tale affermazione sia stata fatta “senza presentare prove e riscontri”, paragonando la situazione attuale alla repressione degli oppositori politici nella DDR. La vice capogruppo Beatrix von Storch ha definito “indegno dello Stato di diritto” il fatto che AfD non abbia ricevuto alcun documento sulla categorizzazione, criticando inoltre la tempistica della pubblicazione in relazione all’imminente cambio di governo e alla fine del mandato della ministra federale dell’Interno Nancy Faeser (SPD).
La commissaria parlamentare per le Forze armate del Bundestag, Eva Högl (SPD), intervenendo al Congresso della Chiesa protestante di Hannover, ha espresso l’opinione che un dialogo significativo con i politici di AfD sia quasi impossibile. Dal suo seggio al Bundestag, Högl ha affermato di assistere regolarmente alla diffusione di discorsi d’odio dall’ultradestra, sottolineando la necessità di opporsi chiaramente a questi comportamenti. Pur riconoscendo che “i cristiani hanno il compito di costruire ponti”, ha evidenziato la difficoltà di farlo con gli estremisti. Högl ha invece sottolineato l’importanza di cercare il dialogo con gli elettori di AfD, che potrebbero aver votato per il partito “per confusione, rabbia, dolore, esperienze personali o frustrazione”, esortando a impegnarsi per ricondurre ogni individuo “sulla retta via della democrazia, della gentilezza umana e del rispetto reciproco”.
L’associazione dei dipendenti del servizio pubblico: non è automatico escludere gli iscritti ad AfD
Va specificato che il motivo per cui il dibattito è così acceso è che non c’è alcun automatismo fra la dichiarazione dell’Ufficio per la Protezione della Costituzione e un’eventuale esclusione dei membri di AfD dal servizio pubblico. A chiarirlo è stata proprio l’Associazione del servizio pubblico tedesco (DBB), il cui presidente Ulrich Silberbach ha dichiarato, in un’intervista a MDR AKTUELL, che, nell’immediato, non è prevista alcuna conseguenza per i dipendenti di istituzioni pubbliche, come per esempio le forze di polizia, che risultino iscritti ad AfD. La situazione potrebbe cambiare solo se il partito venisse dichiarato ufficialmente fuori legge.
Inoltre, ha spiegato Silberbach, i dipendenti pubblici non sono obbligati a rivelare all’istituzione per cui lavorano la propria appartenenza partitica. A pregiudicare la possibilità di proseguire nel servizio sarebbe infatti solo l’espressione di posizioni anticostituzionali in pubblico o l’adozione di comportamenti riconducibili a visioni estremiste. È possibile però che la vicinanza con AfD possa essere presa in considerazione, se nota, durante i processi di assunzione – evidentemente a svantaggio dei candidati vicini al partito.