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Salario minimo in Germania: non è certo che arrivi a 15 euro entro il 2026

Le dichiarazioni di Friedrich Merz, leader della CDU, che ha espresso dubbi sull’aumento del salario minimo in Germania a 15 euro nel entro il 2026, hanno generato tensioni con una parte dell’SPD, prima ancora dell’approvazione definitiva degli accordi di coalizione. La questione, centrale nell’accordo tra CDU/CSU es SPD, rimane fonte di divergenze interpretative.

In risposta, il segretario generale dell’SPD, Matthias Miersch, ha ribadito che l’obiettivo dei 15 euro rientra tra gli impegni del partito e che verrà implementato senza dubbio.

Anche il ministro federale del Lavoro Hubertus Heil (SPD) ha confermato l’impegno, precisando che il traguardo dei 15 euro entro il 2026 sarà raggiunto assicurando che la Commissione per il salario minimo rispetti il proprio regolamento interno. Secondo Heil, questo prevede il riferimento al 60% del reddito mediano come base, insieme all’andamento dei salari, rendendo così l’obiettivo realistico. Heil ha affermato che è fondamentale garantire che chi lavora possa vivere del proprio reddito. Il salario minimo deve assicurare una retribuzione adeguata e rappresentare una barriera contro la povertà. Dopo la presentazione degli accordi di coalizione per il nuovo governo, SPD e CDU hanno sottolineato letture differenti del punto in questione.

Merz: l’aumento del salario minimo in Germania nel 2026 non è automatico. Potrebbe arrivare anche più tardi

In precedenza, Merz aveva affermato sul “Bild am Sonntag” che non era previsto alcun meccanismo automatico per l’aumento, sottintendendo che questo non fosse da considerarsi completamente sicuro. Ha ipotizzato che la soglia dei 15 euro potrebbe essere raggiunta “nel 2026 o nel 2027”, lasciando la decisione finale alla relativa Commissione.

Anche Carsten Linnemann, segretario generale della CDU, ha fatto riferimento al testo dell’accordo, evidenziando che la decisione spetta alla Commissione. Quest’ultima, dotata di nuovo regolamento, continuerà a ispirarsi all’andamento dei salari collettivi. A suo giudizio, l’aumento è possibile, ma la scelta finale resta comunque alla Commissione.

Nel frattempo, l’ala sinistra dell’SPD ha chiesto chiarimenti a Merz. Tim Klüssendorf, ha criticato le dichiarazioni del leader CDU, definendole dannose per la fiducia tra le parti. In vista della votazione interna all’SPD sull’accordo, ha sollecitato chiarezza immediata.

Le organizzazioni regionali della giovanile Juso sono andate oltre. Daniel Krusic, leader in Baden-Württemberg, ha annunciato il suo voto contrario, invitando anche la sezione statale a respingere l’intesa. Leonel Richy Andicene, leader in Brandeburgo, ha dichiarato di non poter accettare l’accordo, in quanto non coerente con i valori del movimento su temi come immigrazione, lavoro e questioni sociali. Tuttavia, ha precisato che non imporrà la sua posizione all’intera sezione.

La votazione tra i membri dell’SPD sull’intesa inizierà martedì, con il risultato previsto per il 30 aprile. Il comitato federale della CDU esprimerà il proprio voto il 28 aprile. La CSU ha già approvato l’accordo.

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