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Reddito di base incondizionato: i risultati sorprendenti dell studio in Germania

Il primo studio tedesco di lunga durata sul reddito di base incondizionato ha mostrato effetti positivi sul benessere e sulla salute mentale dei partecipanti. I beneficiari, nonostante il sostegno economico, non hanno ridotto le ore lavorative più degli altri.

Il primo studio tedesco sul reddito di base incondizionato

Il progetto ha coinvolto circa 1.700 persone, 122 delle quali sono state selezionate per ricevere mensilmente 1.200 euro esentasse per un periodo di tre anni, da giugno 2021 a maggio 2024. Il focus è stato sulla fascia di età compresa tra 21 e 40 anni con redditi netti mensili tra 1.100 e 2.600 euro, rappresentativa della giovane classe media.

In verde, la percentuale di persone che ha continuato a lavorare nel gruppo che ha ricevuto il RdBI, in grigio, la stessa percentuale nel gruppo di controllo. Dati di Mein Grundeinkommen

Dal 2014, milioni di persone hanno fatto domanda per partecipare all’iniziativa, finanziata attraverso donazioni e nessuno sembra aver realizzato le fantasie più cupe degli avversatori del progetto – ovvero adagiarsi completamente sul reddito, senza più lavorare. Grazie a questo sostegno, infatti, i beneficiari hanno semplicemente migliorato la qualità della propria vita, mantenendo l’occupazione. C’è chi ha avviato un’attività artistica o imprenditoriale indipendente  e creato una base economica per il futuro, risparmiando al tempo stesso per potersi permettere un futuro privo di pressioni economiche.

Anche con il RdBI, le persone continuano a lavorare, ma vivono meglio

Secondo i dati raccolti, non si registrano riduzioni nell’orario di lavoro rispetto al gruppo di controllo che non ha percepito il reddito. I beneficiari, al contrario, hanno mostrato una maggiore propensione a proseguire la formazione e una maggiore soddisfazione riguardo alla loro situazione occupazionale. Il professor Jürgen Schupp del DIW Berlin, responsabile dello studio, ha auspicato un dibattito pubblico fondato su evidenze empiriche, su quello che ancora oggi sembra essere un tema tabù in Germania e in gran parte dell’occidente.

In verde, le ore lavorative del gruppo che ha ricevuto il RdBI, in grigio, quelle del gruppo di controllo. Dati di Mein Grundeinkommen

I partecipanti hanno descritto un miglioramento nella qualità della vita quotidiana, segnalando una riduzione dello stress, un’attività sociale più attiva e perfino una migliore qualità del sonno. Fra i partecipanti, diversi hanno anche sottolineato come, all’incremento della qualità della vita, contribuiscano anche un l’aumento della fiducia in sé e la minore ansia sulla gestione delle risorse. Per esempio, la possibilità di partecipare a un concerto o prendere parte a un’attività sportiva o di svago o di indulgere in un hobby, senza preoccuparsi se ci si potesse permettere tale spesa o meno.

Sicurezza economica, beneficenza e qualche sfizio

Secondo lo studio, all’inizio molti hanno utilizzato il denaro per realizzare piccoli desideri personali, contribuendo soprattutto all’economia locale, ma hanno anche scelto di risparmiare e investire. La quota di partecipanti con un patrimonio inferiore ai 10.000 euro è scesa al 13%, contro il 27% del gruppo di controllo. Inoltre, i percettori del reddito hanno fatto più beneficenza rispetto al gruppo di controllo, donando in media 125 euro al mese a cause benefiche di vario genere.

In verde, la percentuale di persone impegnate in percorsi di formazione nel gruppo che ha ricevuto il RdBI, in grigio, la stessa percentuale nel gruppo di controllo. Dati di Mein Grundeinkommen

Gli enti di ricerca coinvolti, tra cui anche l’Università di Oxford, l’Università di Economia di Vienna e l’Istituto per la ricerca sul mercato del lavoro, hanno monitorato i soggetti attraverso questionari online periodici. Secondo l’associazione “Mein Grundeinkommen”, il reddito di base ha permesso ai beneficiari di ampliare le proprie possibilità decisionali e migliorare il benessere generale.

Il reddito di base incondizionato è sostenibile?

Klara Simon, presidente dell’associazione che ha avviato la sperimentazione, ha ipotizzato che il reddito di base incondizionato possa ridurre significativamente i costi dei sistemi sanitario e sociale, aumentando la produttività e l’innovazione. Inoltre, potrebbe rafforzare l’equità sociale e contrastare l’ampliamento delle disuguaglianze.

Klara Simon Foto: Marcel Maffai

Una simulazione sviluppata con l’Istituto tedesco per la ricerca economica (DIW Berlin) nel 2023 suggerisce che un reddito di base mensile di 1.200 euro per tutti i cittadini potrebbe essere sostenibile. Secondo il calcolo, oltre l’80% della popolazione ne trarrebbe vantaggio economico, per il 7% il carico fiscale resterebbe invariato e solo il 10% sarebbe chiamato a versare di più.

Il finanziamento dell’iniziativa, secondo l’associazione, potrebbe avvenire attraverso l’aumento dell’imposta sul reddito, l’eliminazione di alcune agevolazioni fiscali e l’abolizione di alcune misure sociali che il reddito di base universale renderebbe superflue.

Lo studio è consultabile qui.

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