Protezione dei whistleblower: Corte di giustizia europea multa la Germania

La Corte di giustizia europea ha inflitto una sanzione pecuniaria alla Germania, ammontante a 34 milioni di euro, a causa del ritardo nella trasposizione di una normativa dell’Unione Europea destinata a tutelare i whistleblower, ovvero gli informatori, da possibili ritorsioni. Questa decisione segue il mancato rispetto, da parte della Germania, delle disposizioni richieste per garantire una protezione efficace a coloro che segnalano violazioni all’interno di istituzioni, organizzazioni o aziende, sia nel pubblico che nel privato.
Multe anche per altri Paesi UE. L’Europa tutela i whistleblower
Tale ritardo ha comportato anche sanzioni pecuniarie per Estonia, Lussemburgo, Ungheria e Repubblica Ceca, con importi variabili tra i 375.000 e i 2,3 milioni di euro. I whistleblower, spesso impiegati con accesso a dati confidenziali, svolgono un ruolo cruciale nell’esporre illeciti quali corruzione e crimini ambientali, nonostante i significativi rischi personali coinvolti: per questo l’UE ha ritenuto opportuno estendere loro una tutela su tutto il territorio dell’Unione. Questa iniziativa giuridica è stata motivata dalla rivelazione di scandali internazionali, quali il caso di fuga di dati di Facebook e i Panama Papers, resi noti proprio grazie all’intervento degli informatori.
La Commissione europea ha quindi presentato ricorso contro gli Stati che non hanno incorporato nelle loro legislazioni nazionali, entro il termine stabilito di due anni, la direttiva UE del 2019 in materia. Sebbene la scadenza per l’adozione della direttiva fosse fissata alla fine del 2021, la legge tedesca a riguardo non è stata effettiva prima di luglio 2023.
Inoltre, secondo il quadro legislativo europeo, gli Stati membri devono predisporre canali dedicati che consentano agli informatori di segnalare in segretezza le violazioni delle normative UE, comprendenti materie quali il riciclaggio di capitali, la tassazione delle società e la protezione dei dati personali. La Commissione Europea ha sottolineato l’importanza di assicurare agli informatori la libertà di scegliere il metodo di segnalazione delle violazioni, senza l’obbligo preliminare di rivolgersi agli uffici interni delle proprie organizzazioni.