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Germania: ancora scioperi in arrivo nel settore pubblico?

Il sindacato tedesco Ver.di ha comunicato ai datori di lavoro, con i quali conduce le negoziazioni per i contratti collettivi, di intensificare gli scioperi nel settore pubblico tedesco, con ripercussioni significative su trasporti e servizi essenziali in tutto il paese. La vertenza salariale in corso coinvolge circa 2,5 milioni di dipendenti delle amministrazioni federali e locali, tra cui lavoratori dei trasporti municipali, della raccolta dei rifiuti e degli asili nido.

I prossimi scioperi potrebbero coinvolgere anche gli aeroporti

Christine Behle, vicepresidente di Ver.di, ha esortato i datori di lavoro a presentare un’offerta concreta e soddisfacente, avvertendo che in mancanza di una proposta adeguata, gli scioperi potrebbero estendersi in modo significativo, con un impatto potenzialmente devastante, soprattutto in vista delle imminenti elezioni generali. La mobilitazione, questa volta, potrebbe includere anche gli aeroporti, con il coinvolgimento del personale di terra, il che causerebbe disagi notevoli ai viaggiatori e al traffico aereo.

Negli ultimi giorni, diversi scioperi di avvertimento si sono già tenuti a livello locale, causato disagi soprattutto nel settore dei trasporti e della scuola per l’infanzia.

Prossimo incontro per i negoziati a Potsdam 17 e 18 febbraio

Il primo round di negoziati tra sindacati e datori di lavoro, tenutosi il 24 gennaio, non ha portato a risultati concreti, lasciando la situazione in una fase di stallo. Il prossimo incontro è previsto per il 17 e 18 febbraio a Potsdam, ma non è ancora chiaro se i datori di lavoro intendano presentare un’offerta in questa fase.

I sindacati richiedono un aumento salariale dell’8%, con un minimo di 350 euro mensili, per permettere ai dipendenti di far fronte alle crescenti pressioni economiche e all’aumento dell’inflazione. 

Karin Welge, presidente della Federazione delle associazioni dei datori di lavoro municipali, ha espresso critiche nei confronti delle azioni di protesta organizzate da Ver.di, definendole “sproporzionate” rispetto all’andamento dei negoziati.

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