PoliticaPolitica Tedesca

TikTok e il voto dei giovani: Die Linke e AfD a confronto

I risultati delle recenti elezioni del Bundestag hanno messo in luce un trend significativo tra gli elettori più giovani, in particolare nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni. In questa categoria, Die Linke e AfD hanno ottenuto rispettivamente il 25% e il 21% dei voti, superando la CDU/CSU che si è fermata al 13%. Naturalmente, per interpretare questo dato, si possono percorrere diverse strade. Si può per esempio considerare la prevalenza fra le generazioni più giovani di idee e posizioni più “estreme”, che si stemperano verso il centro con l’avanzare dell’età, ma non è detto che questa sia l’unica prospettiva possibile. O, per meglio dire, per quanto i due aspetti siano correlati, non è facile dimostrare, senza ulteriori approfondimenti, che tale correlazione sia anche indice di causalità. Ma la strada che esploreremo oggi parla di un’altra ipotesi: il fenomeno dei partiti su TikTok.

AfD e Die Linke su TikTok: due stili a confronto

Il fenomeno è ancora più evidente tra i neo-elettori, fra i quali Die Linke ha conquistato il 27% dei voti (+19% rispetto al 2021) e AfD il 20% (+14%). Heidi Reichinnek, candidata principale di Die Linke, ha sottolineato l’importanza di una migliore rappresentanza dei giovani in politica, affermando che il loro coinvolgimento è cruciale per il futuro della politica tedesca. E proprio a partire dalla campagna elettorale di Reichinnek si può considerare proprio il dato che accomuna i due partiti rispettivamente più a sinistra e più a destra dell’arco parlamentare tedesco: l’uso dei social media.

È innegabile, infatti, che proprio AfD e Die Linke siano i partiti che fanno un uso più ampio e più efficace dei social media, in particolare di TikTok.

Su questa piattaforma, i canali di Die Linke e AfD hanno una presenza molto più forte rispetto agli altri partiti, con Heidi Reichinnek che conta 575.200 follower e Alice Weidel di AfD che ne ha 931.900, contro i 103.200 di Robert Habeck dei Verdi e i 91.500 di Friedrich Merz della CDU. Die Linke, va detto, ha iniziato più tardi di AfD a utilizzare sistematicamente ed efficacemente TikTok e Instagram: per quanto Reichinnek condividesse contenuti politici sui propri canali, infatti, il partito di per sé ha avuto, fino a relativamente poco tempo fa, una strategia di comunicazione social poco efficace, con scarsa penetrazione dei contenuti (i video su TikTok per il lancio della campagna “riccioli d’argento”, che puntava ai mandati diretti per tre candidati “storici”, non si potevano dire particolarmente efficaci per un pubblico giovane).

I dati degli ultimi mesi, però, suggeriscono che sia AfD che Die Linke abbiano saputo sfruttare le nuove tecnologie per raggiungere e coinvolgere gli under 30, e che i giovani elettori siano alla ricerca di voci che rispecchino le loro preoccupazioni e aspirazioni e che lo facciano con un linguaggio appropriato al contesto e ai mezzi di comunicazione sui quali i contenuti viaggiano. Sarà interessante osservare come questa tendenza si evolverà nelle future elezioni locali, nei sondaggi e quale impatto avrà, in generale, sulla politica tedesca nel suo complesso.

TikTok elezioni heidi reichinnek
Heidi Reichinnek Foto: Die Linke / Olaf Krostitz

D’altra parte Reichinnek, la social media star della sinistra tedesca, ha dichiarato esplicitamente di aver iniziato a usare TikTok nel 2021, con l’obiettivo di contrastare la presenza di AfD sulla piattaforma. Il suo account personale combina contenuti politici formali, come i discorsi al Bundestag, con elementi più personali, come video che mostrano i suoi numerosi tatuaggi. Anche sui canali ufficiali del partito, inoltre, hanno iniziato a comparire contenuti più “leggeri”, rispetto ai discorsi parlamentari. Di recente, per esempio, è diventato virale un video che mostra Christian Lindner, leader dell’FDP, esprimere un “in bocca al lupo” sarcastico a Die Linke e ridere, prima delle elezioni, quando ancora sembrava che il partito rischiasse di restare fuori dal parlamento, giustapposto ai leader della sinistra, che ridono davanti alla statistica che mostra Die Linke all’8,8% e l’FDP al 4,3% e quindi sotto la soglia di sbarramento. Attenzione: vale la pena di notare che questo video non è stato caricato da uno degli account ufficiali di Die Linke, ma, dal momento che ormai lo stile di comunicazione del partito si è affermato come rapido, sferzante e perfettamente coerente con il formato del meme, anche i contenuti generati dagli utenti, come questo, si inseriscono nel discorso in modo armonico e contribuiscono alla visibilità del partito e alla percezione della sua “voce” pubblica.

AfD, invece, fa leva sulla propria vasta base di sostenitori per aumentare la visibilità dei contenuti attraverso commenti e interazioni, sfruttando così la natura virale dei social media per amplificare il proprio messaggio. Inoltre, il partito ha un vero e proprio esercito di follower, spesso con account piccoli o poco attivi nella condivisione di contenuti originali, che si dedicano a promuoverne le istanze sui video altrui. Questi profili si attivano automaticamente, quando vengono condivisi contenuti con hashtag particolari, per commentare aggressivamente sotto i video di altri utenti, affermando con forza le posizioni di AfD (spesso anche sotto contenuti non in tedesco, come i nostri).

Alice Weidel – Foto: Sandro Halank, Wikimedia Commons, CC BY-SA 4.0, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Quanto ai contenuti, per esempio, Weidel opta per uno stile molto più “formale” rispetto a Reichinnek: i pochissimi video che non presentano discorsi e contenuti istituzionali sono video fatti con il cellulare, ma comunque “posati”, che a massimo presentano Weidel in abiti più casual, ma che comunque contengono sempre annunci e comunicati. La vita privata non traspare mai. Anche il modo di rivolgersi al pubblico è diverso: Weidel non si spinge mai oltre un neutrale “Liebe Freunde”, ovvero “Cari amici”, mentre Reichinnek non manca di utilizzare vezzeggiativi come “Süßmäuse”, ovvero “Topolini dolci”, che però è anche un termine molto usato nell’ambito di alcuni gruppi antifascisti (che infatti si autodefiniscono “Antifaschistische Süßmäuse”). Sempre con lo stesso vezzeggiativo è stato presentato il nuovo gruppo parlamentare di Die Linke in procinto di prendere posto al Bundestag.

I contenuti veri e propri sono quelli che ci si può aspettare e sono in linea con i rispettivi programmi: i rischi dell’immigrazione e il peso degli immigrati sul welfare per AfD, la crisi abitativa e la mancanza di equità sociale ed economica per Die Linke.

Il peso dei social media

I risultati delle recenti elezioni del Bundestag hanno messo in luce un trend significativo tra gli elettori più giovani, in particolare nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 24 anni. In questa categoria, Die Linke e AfD hanno ottenuto rispettivamente il 25% e il 21% dei voti, superando la CDU/CSU che si è fermata al 13%. 

Naturalmente, per interpretare questo dato, si possono percorrere diverse strade. Si può per esempio considerare la prevalenza fra le generazioni più giovani di idee e posizioni più “estreme”, che si stemperano verso il centro con l’avanzare dell’età, ma non è detto che questa sia l’unica prospettiva possibile. O, per meglio dire, per quanto i due aspetti siano correlati, non è facile dimostrare, senza ulteriori approfondimenti, che tale correlazione sia anche indice di causalità.

Il fenomeno è ancora più evidente tra i neo-elettori, fra i quali Die Linke ha conquistato il 27% dei voti (+19% rispetto al 2021) e AfD il 20% (+14%). Heidi Reichinnek, candidata principale di Die Linke, ha sottolineato l’importanza di una migliore rappresentanza dei giovani in politica, affermando che il loro coinvolgimento è cruciale per il futuro della politica tedesca. E proprio a partire dalla campagna elettorale di Reichinnek si può considerare un’altra prospettiva, che accomuna i due partiti rispettivamente più a sinistra e più a destra dell’arco parlamentare tedesco: l’uso dei social media.

È innegabile, infatti, che proprio AfD e Die Linke siano i partiti che fanno un uso più ampio e più efficace dei social media, in particolare di TikTok. Su questa piattaforma, i canali di Die Linke e AfD hanno una presenza molto più forte rispetto agli altri partiti, con Heidi Reichinnek che conta 575.200 follower e Alice Weidel di AfD che ne ha 931.900, contro i 103.200 di Robert Habeck dei Verdi e i 91.500 di Friedrich Merz della CDU. Die Linke, va detto, ha iniziato più tardi di AfD a utilizzare sistematicamente ed efficacemente TikTok e Instagram: per quanto Reichinnek condividesse contenuti politici sui propri canali, infatti, il partito di per sé ha avuto, fino a relativamente poco tempo fa, una strategia di comunicazione social poco efficace, con scarsa penetrazione dei contenuti (i video su TikTok per il lancio della campagna “riccioli d’argento”, che puntava ai mandati diretti per tre candidati “storici”, non si potevano dire particolarmente efficaci per un pubblico giovane).

I dati degli ultimi mesi, però, suggeriscono che sia AfD che Die Linke abbiano saputo sfruttare le nuove tecnologie per raggiungere e coinvolgere gli under 30, e che i giovani elettori siano alla ricerca di voci che rispecchino le loro preoccupazioni e aspirazioni e che lo facciano con un linguaggio appropriato al contesto e ai mezzi di comunicazione sui quali i contenuti viaggiano. Sarà interessante osservare come questa tendenza si evolverà nelle future elezioni locali, nei sondaggi e quale impatto avrà, in generale, sulla politica tedesca nel suo complesso. 

D’altra parte Reichinnek, la social media star della sinistra tedesca, ha dichiarato esplicitamente di aver iniziato a usare TikTok nel 2021, con l’obiettivo di contrastare la presenza di AfD sulla piattaforma. Il suo account personale combina contenuti politici formali, come i discorsi al Bundestag, con elementi più personali, come video che mostrano i suoi numerosi tatuaggi. Anche sui canali ufficiali del partito, inoltre, hanno iniziato a comparire contenuti più “leggeri”, rispetto ai discorsi parlamentari. Di recente, per esempio, è diventato virale un video che mostra Christian Lindner, leader dell’FDP, esprimere un “in bocca al lupo” sarcastico a Die Linke e rideva, prima delle elezioni, quando ancora sembrava che il partito rischiasse di restare fuori dal parlamento, giustapposto ai leader della sinistra, che ridono davanti alla statistica che mostra Die Linke all’8,8% e l’FDP al 4,3% e quindi sotto la soglia di sbarramento.

AfD, invece, fa leva sulla propria vasta base di sostenitori per aumentare la visibilità dei contenuti attraverso commenti e interazioni, sfruttando così la natura virale dei social media per amplificare il proprio messaggio. Inoltre, il partito ha un vero e proprio esercito di follower, spesso con account piccoli o poco attivi nella condivisione di contenuti originali, che si dedicano a promuoverne le istanze sui video altrui. Questi profili si attivano automaticamente, quando vengono condivisi contenuti con hashtag particolari, per commentare aggressivamente sotto i video di altri utenti, affermando con forza le posizioni di AfD (spesso anche sotto contenuti non in tedesco, come i nostri).

Quanto ai contenuti, per esempio, Weidel opta per uno stile molto più “formale” rispetto a Reichinnek: i pochissimi video che non presentano discorsi e contenuti istituzionali sono video fatti con il cellulare, ma comunque “posati”, che a massimo presentano Weidel in abiti più casual, ma che comunque contengono sempre annunci e comunicati. La vita privata non traspare mai. Anche il modo di rivolgersi al pubblico è diverso: Weidel non si spinge mai oltre un neutrale “Liebe Freunde”, ovvero “Cari amici”, mentre Reichinnek non manca di utilizzare vezzeggiativi come “Süßmäuse”, ovvero “Topolini dolci”, che però è anche un termine molto usato nell’ambito di alcuni gruppi antifascisti (che infatti si autodefiniscono “Antifaschistische Süßmäuse”). Sempre con lo stesso vezzeggiativo è stato presentato il nuovo gruppo parlamentare di Die Linke in procinto di prendere posto al Bundestag.

I contenuti veri e propri sono quelli che ci si può aspettare e sono in linea con i rispettivi programmi: i rischi dell’immigrazione e il peso degli immigrati sul welfare per AfD, la crisi abitativa e la mancanza di equità sociale ed economica per Die Linke.

Da ultimo vale la pena ricordare, come ha fatto notare su WDR il consulente politico ed esperto di comunicazione Johannes Hillje, è vero che non si possono coinvolgere i giovani elettori senza usare i social media, ma è anche vero che il voto dei giovani non si ottiene solo dominando le piattaforme social. La differenza la fa, senza dubbio, l’accessibilità degli approfondimenti e il loro “packaging”, ovvero la capacità di presentare i contenuti in modo da renderli davvero efficaci per il target di riferimento. Volendo essere realisti, anche la possibilità di investire in promozioni sulle piattaforme conta molto, ma, in assenza di contenuti ad alto impatto, una grandissima visibilità non arriva necessariamente a convertirsi in una scelta di voto.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio