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Afta Epizootica: 33.000 di latte al giorno da smaltire

La rapida diffusione dell’afta epizootica nel Brandeburgo ha portato una rapida reazione nel resto del mondo, sotto forma di divieti di importazione di carne suina e prodotti lattiero-caseari tedeschi.

18.000 € euro al giorno di danni

Il caso che ha fatto più notizia è quello di un’azienda lattiero-casearia di Werneuchen, nel distretto di Barnim, il cui proprietario ha dichiarato di essere costretto a smaltire 33.000 litri di latte al giorno a causa delle restrizioni. L’azienda si trova all’interno della zona di sorveglianza istituita dal distretto di Märkisch-Oderland dopo la scoperta di un caso di afta epizootica a Hönow. L’area, che copre un raggio di dieci chilometri, ha imposto severe limitazioni alle attività agricole e zootecniche.

Il proprietario dell’azienda ha dichiarato che l’impossibilità di conferire il latte prodotto dalle sue 1.300 mucche ai caseifici sta causando perdite economiche stimate tra i 16.000 e i 18.000 euro al giorno. La preoccupazione dell’allevatore è che la zona di sorveglianza rimarrà in vigore per almeno 30 giorni, anche in assenza di nuovi casi, aggravando ulteriormente la situazione finanziaria dell’azienda.

A causa del focolaio di afta epizootica, diversi Paesi hanno vietato le importazioni di prodotti animali dalla Germania

Denny Tumlirsch, direttore generale dell’Associazione degli agricoltori del Brandeburgo, ha sottolineato la gravità della situazione per l’intero settore agricolo della regione. Secondo Tumlirsch, il virus dell’afta epizootica può persistere nei prodotti di origine animale, incluso il latte crudo, rendendone pericoloso il consumo. Sebbene la pastorizzazione elimini il rischio, il latte non trattato è considerato potenzialmente infetto, il che impedisce la vendita di tutto il latte crudo.

L’associazione degli agricoltori prevede che l’epidemia continuerà ad avere ripercussioni sul lavoro delle aziende agricole nell’area di transizione. Anche con un alleggerimento delle restrizioni, ci vorranno almeno altri tre mesi prima che le aziende possano ottenere il nulla osta completo alla commercializzazione dei prodotti, influendo negativamente sulla reputazione e commerciabilità dei prodotti agricoli della regione.

A livello internazionale, dopo i divieti temporanei istituiti da Messico e Corea del Sud sull’importazione di carne suina tedesca, anche la Gran Bretagna ha vietato l’ingresso di animali a rischio dalla Germania. Gli scambi intracomunitari proseguono con limitazioni minori, per esempio, i Paesi Bassi hanno vietato l’importazione dei vitelli. Il divieto generale di trasporto di animali da Berlino e dal Brandeburgo ha creato ulteriori difficoltà logistiche per gli allevatori della regione.

Sebbene il patogeno sia innocuo per l’uomo, la sua diffusione tra gli animali può avere conseguenze devastanti per l’industria agricola. Le autorità sanitarie e agricole stanno lavorando per trovare soluzioni che possano mitigare l’impatto dell’epidemia e supportare gli agricoltori e gli allevatori.

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