Elezioni Bundestag: FDP a favore della “coalizione Germania”
In vista delle elezioni federali tedesche del 23 febbraio, Wolfgang Kubicki, vicepresidente del Partito Liberale Democratico (FDP), ha espresso apertura verso una possibile coalizione tra il suo partito, i cristiano democratici della CDU e l’SPD. In un’intervista rilasciata alla testata Stern, Kubicki ha delineato uno scenario post-elettorale in cui l’SPD, ottenendo meno del 20% dei voti, vedrebbe l’uscita di scena delle sue figure di spicco attuali, tra cui Olaf Scholz e altri leader di rilievo. Questo scenario, secondo Kubicki, potrebbe aprire la strada a una cosiddetta coalizione “Germania” – così definita perché i colori dei tre partiti richiamano i colori della bandiera nazionale, nero, rosso e oro, che rappresentano rispettivamente CDU (nero), SPD (rosso) ed FDP (giallo).
L’FDP nei sondaggi
Va detto che la possibilità che l’FDP arrivi in parlamento e possa essere preso in considerazione addirittura per una coalizione di maggioranza non sono altissime: per quanto Kubicki abbia detto di aspettarsi per il proprio partito “un risultato a due cifre”, infatti, gli ultimi sondaggi davano i liberali fra il 3% e il 5%, ovvero giusto a cavallo della soglia di sbarramento ed esposti al rischio concreto di non ottenere seggi nella prossima composizione del Bundestag.
Kubicki: coalizione Germania solo con socialdemocratici moderati. E mai coalizioni con i Verdi
Ciononostante, il vicepresidente si dice ottimista e si augura di poter trattare con un’SPD dalla quale siano spariti Olaf Scholz, Rolf Mützenich, Saskia Esken e Lars Klingbeil. Nello specifico, Kubicki fa appello alle presunte figure che, all’interno del partito socialdemocratico, abbiano una visione delle politiche più orientata all’economia di mercato che non alle questioni sociali. Forse proprio per questo, forse, nella stessa intervista il politico liberale ha escluso categoricamente qualsiasi alleanza con i Verdi.
Kubicki ha fatto appello a coloro che, all’interno dell’SPD, sono ancora legati al Programma Godesberg del 1959, un documento storico che segnò la fine dell’identità socialista e operaia dell’SPD per farne un partito moderato che intendeva promuovere la crescita economica di pari passo al progresso sociale.
In ogni caso, il vicepresidente non sembra preoccupato dai sondaggi e ritiene che l’opinione pubblica possa mutare rapidamente, tanto rapidamente da triplicare i consenso di un partito in meno di due mesi. Con una campagna elettorale efficace, sostiene Kubicki, i numeri si possono risollevare.