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La sinistra patriarcale della Linke, le accuse di Martina Renner: “Uomini che si permettono tutto e non sono mai sanzionati”

Dopo la bufera che si è abbattuta in Germania sulla sinistra e che è stata ribattezzata #LinkeMeToo, il partito continua a essere oggetto di accuse di maschilismo e mancato rispetto dei confini del consenso. Un problema serio, visto che la Linke ci tiene ad esibire in pubblico un’agenda femminista sempre aggiornata e puntuale.

A spargere sale sulle ferite, arrivano ora anche le parole della parlamentare Martina Renner, che ha rilasciato ad RND dichiarazioni inequivocabili.

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Susanne Hennig-Wellsow, ex co-leader della Linke. Photo credits: EPA-EFE/FILIP SINGER / POOL

Martina Renner: le pesanti dichiarazioni rilasciate ad RND

È passato poco più di una settimana dalle dimissioni di Susanne Hennig-Wellsow, che ha elencato, tra i motivi che l’hanno spinta a lasciare il partito, anche un problema di sessismo interno, e già un’altra voce si leva a ribadire il concetto.

La parlamentare della Linke Martina Renner, infatti, ha rilasciato un’intervista al Redaktionsnetzwerk Deutschland (RND), sostenendo che all’interno del partito esista un “clima di base che ispira un comportamento aggressivo”. Renner, che è membro del Bundestag dal 2013, ha aggiunto che “ci sono uomini, nel gruppo parlamentare, che si prendono la libertà di fare qualsiasi cosa e non sono mai stati sanzionati per questo”. Ha infine aggiunto di essere a conoscenza, da quando è in parlamento, “di casi di parlamentari uomini che hanno aggredito delle colleghe“. A parte questo, per Renner, mancherebbe in generale una riflessione seria sulle gerarchie e le strutture patriarcali riflesse nel gruppo parlamentare della Linke.

Queste nuove dichiarazioni aggravano lo scandalo del cosiddetto #LinkeMeToo, inizialmente confinato al parlamento dell’Assia e poi divenuto un caso federale. Oggetto di pesanti accuse è anche l’ex compagno di Janine Wissler, attualmente l’unica leader del partito dopo l’abbandono di Hennig-Wellsow. Wissler, su cui intanto si accumulano pressioni e richieste di chiarire la sua posizione, ha annunciato che farà luce sulle accuse di sessismo e al tempo stesso ha respinto le accuse di insabbiamenti a riguardo.


Janine Wissler, #linkemetoo

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I vertici contestano Renner: “Non ci risulta”. RND, però, ha altri assi nella manica

Si distanziano invece, dalle dichiarazioni di Renner, i vertici del gruppo parlamentare e cioè Amira Mohamed Ali e Dietmar Bartsch, da un lato, e Jan Korte, dall’altro. Rispondendo a una domanda specifica di RND, infatti, i leader parlamentari della Linke hanno risposto di non essere a conoscenza di comportamenti sessualmente aggressivi rivolti a membri del gruppo parlamentare e di non vedere, sempre all’interno del gruppo parlamentare, “alcun sessismo strutturale”.

In realtà, nel suo approfondimento sul tema, RND ha parlato anche di altre deputate che avrebbero inoltrato accuse simili a quelle di Renner, ma i loro nomi non sono stati espressamente menzionati. Ad RND queste donne hanno parlato di uomini che hanno l’abitudine di alzare la voce con le colleghe, di commenti sessualizzanti su gambe e scollature, di un costante sminuire le donne “nei dibattiti sostanziali, politici e strategici”, di relazioni professionali e private tra singoli parlamentari e giovani donne dello staff, in cui “le differenze di età e di potere sono deliberatamente sfruttate”, di aggressioni e del timore di molte di denunciare i singoli e il sistema.

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