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Chiesa e pedofilia a Monaco: secondo una perizia, Ratzinger difese i preti che commettevano abusi

In un rapporto stilato da un team di periti in merito agli abusi commessi da membri del clero nella diocesi di Monaco fra l’immediato dopoguerra e il 2019 si lanciano pesanti accuse contro il Papa Emerito Benedetto XVI. Quando era arcivescovo di Monaco e Frisinga, fra il 1977 e il 1982, Joseph Ratzinger avrebbe deliberatamente ignorato quattro casi di abusi su minori commessi da sacerdoti della sua diocesi. L’ex Papa nega recisamente le accuse, ma gli esperti non ritengono credibili le sue obiezioni.

Per gli esperti, Ratzinger non poteva non sapere

A darne la notizia è l’avvocato Martin Pusch, che si sta occupando del caso. Nello specifico, il rapporto presentato a Monaco riguarda quattro istanze in cui alcuni membri del clero, che operavano nell’arcidiocesi guidata da Ratzinger, sono stati accusati di aver abusato di minori. Due di questi casi sono stati anche perseguiti penalmente, ma a nessuno dei responsabili è stato in alcun modo impedito di continuare a esercitare le proprie funzioni pastorali né è stata intrapresa, all’interno delle gerarchie ecclesiastiche, alcuna azione disciplinare nei loro confronti né alcuna iniziativa a tutela delle vittime. Secondo gli esperti, è difficile pensare che il Papa Emerito ignorasse le accuse mosse contro i suoi sacerdoti.

In particolare, il rapporto fa riferimento alla storia di Peter H., un sacerdote che fu trasferito a Monaco dalla diocesi di Essen nel 1980. A Essen, H. era già stato condannato per pedofilia, ma questo non ostacolò la sua carriera a Monaco, dove commise ulteriori abusi. Secondo gli autori del rapporto, è impensabile che l’allora arcivescovo non fosse a conoscenza dei precedenti del sacerdote..

Pusch ha anche dichiarato che, in una fase iniziale dell’indagine, Ratzinger si era mostrato reticente e aveva avuto un “atteggiamento difensivo”, ma che in seguito ha collaborato, rilasciando una dettagliata dichiarazione scritta che è stata pubblicata insieme alla perizia degli esperti.

La maggior parte delle vittime avevano fra gli 8 e i 14 anni

Secondo quanto riporta il portale Katolisch.de, l’indagine si è concentrata sui casi di 497 vittime, individuando 235 presunti responsabili e puntando il dito non solo contro Joseph Ratzinger, ma anche contro i suoi successori, i cardinali Reinhard Marx e Friedrich Wetter, con le medesime accuse di inazione e “cattiva condotta” nella gestione dei casi di abuso.


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Le vittime di abusi nell’arcidiocesi di Monaco, fra il 1945 e il 2019, sarebbero stati soprattutto bambini e preadolescenti di sesso maschile. In totale, 247 erano maschi, 182 erano femmine e in 68 casi non è stato possibile determinare il genere dei bambini abusati. Circa il 60% delle vittime aveva un’età compresa fra gli 8 e i 14 anni. Nonostante la maggior parte degli abusi si siano verificati fra gli anni ’60 e ’70, il grosso delle denunce è arrivato dopo il 2015.

Pusch ha anche sottolineato come, fino al 2002, la Chiesa abbia del tutto ignorato le vittime o le abbia considerate solo per il loro potenziale di minaccia all’istituzione. Secondo l’avvocato, per 67 sacerdoti ci sarebbero stati gli estremi per sanzioni disciplinari secondo il diritto ecclesiastico, ma in 43 di questi non è stato preso alcun provvedimento e ben 40 sacerdoti hanno potuto continuare a officiare, compresi i 18 che hanno subito condanne penali dai tribunali tedeschi. Oltre ai quattro casi di negligenza imputati a Ratzinger, se ne contano due imputati a Marx e ben 21 a Wetter.

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