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Il capo della polizia di Berlino: “I clan arabi hanno paura”. Quanto è vero?

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Barbara Slowik, presidente della polizia di Berlino, ha parlato con chiara soddisfazione dei risultati raggiunti dalla polizia cittadina nella lotta ai clan arabi. “I clan si sentono disturbati e sono preoccupati“, ha dichiarato Slowik alla dpa. Da qualche anno i controlli negli shisha bar e nelle sale giochi considerate sospette sono diventati una pratica quasi quotidiana da parte della polizia cittadina e accresciute sono le misure nei confronti della criminalità organizzata.

Tuttavia diverse sono state le critiche, soprattutto da parte del partito die Linke, che in passato ha ritenuto i blitz verso alcuni shisha bar di Neukölln totalmente immotivati, se non dal bisogno della polizia di Berlino di mostrarsi attiva. A questo proposito Slowik ha risposto: “Chi ci muove queste critiche vede solo i movimenti di superficie e non le indagini che effettuiamo in seguito, seguendo il principio della punta dell’iceberg”. Il capo della polizia ha inoltre sottolineato di voler smontare il mito in base al quale i clan sarebbero invulnerabili e di voler spiegare come l’escalation criminale parta da piccole violazioni.


legge anti-discriminazione

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“Si inizia con il parcheggio in seconda fila, si supera la soglia accettabile dell’inquinamento da monossido di carbonio e poi si degenera fino alla delinquenza da strada e al crimine organizzato” ha dichiarato Slowik.

Al momento sono in corso indagini finanziarie, che richiedono mediamente anni di lavoro capillare, condotto in silenzio. “Collaboriamo in modo eccellente con la BKA, lUfficio federale di polizia criminale, e non ci manca un coordinamento internazionale. Ovviamente non rendiamo mai noti i frutti delle nostre indagini, prima di arrivare ai risultati definitivi”.

Il Senato cittadino e la polizia hanno inoltre intenzione di presentare, in primavera, un rapporto dettagliato sulla situazione attuale dei clan, surrogato da materiale statistico su numero, tipologia e frequenza dei reati.

Ormai due anni fa, e precisamente nel novembre del 2018, il Senato aveva già presentato un piano in cinque punti contro i clan, dopo aver confiscato un gran numero di case e appartamenti.

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