La GEMA e il black-out di YouTube, senza paragoni

youtubegema

Quando si dice GEMA, si inizia a tremare. Si, perché l’istituzione equivalente alla nostra Siae, letteralmente “Società per l’esecuzione musicale e i diritti di riproduzione meccanica”, è tutto fuorché flessibile. Ne abbiamo già parlato in diversi articoli, come in occasione del corteo “gegen GEMA” dello scorso giugno, organizzato a seguito della disputa tra la società per i diritti d’autore e i proprietari dei club berlinesi.

Ma non è necessario gestire una discoteca, o essere un artista, per provare una certa antipatia nei confronti della GEMA. Vivere in Germania è sufficiente per averne a che fare ogni giorno, quando inevitabilmente si tenta invano di guardare il nuovo video musicale che tanto stavamo aspettando.

Leider ist dieses Video in Deutschland nicht verfügbar, da es Musik enthalten könnte, für die die GEMA die erforderlichen Musikrechte nicht eingeräumt hat.” Di seguito, in piccolo, si dicono anche dispiaciuti. Quello di cui la GEMA informa è intuibile: il video non è disponibile in Germania perché potrebbe contenere musica per la quale la società non ha approvato i diritti.

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OpenDataCity ha mostrato l’estensione di tale divieto e i dati risultati non si avvicinano neanche lontanamente a quanto è considerato taboo dal Vaticano. In Germania sono bloccati il 61,5% dei top 1.000 video di YouTube, contro il 5% bloccato nell’enclave romana.

La società sembra fare di tutto per rendersi sempre più inflessibile. Il motivo alla base di questo “embargo”? La cifra che GEMA chiede a YouTube ogni volta che un video viene visto, 0,00375€, e che YouTube ha rifiutato, offrendo in cambio le entrate derivanti dalla pubblicità, sostenendo la propria natura, ovvero quella di piattaforma multimediale e non di fornitore di musica.

Ora la GEMA è sul punto di citare in giudizio proprio la piattaforma acquistata da Google nel 2006, per aver derubato gli utenti della loro musica preferita e aver fatto passare la società per colei che ha condannato i tedeschi agli “anni neri del digitale”.

5 COMMENTS

  1. Le grandi società ci stanno costringendo a diventare esseri “marionetta” che fanno e pensano quello che loro desiderano. Ma è tutta la società che tenta di fare questo ormai. Ricordo due anni fa nel cortile del Tacheles gruppi di ragazzi che parlavano e si confrontavano mentre un artista lavorava sui Mutoidi, di cui oggi ne rimane qualcosa nel cortile della Tuntenhaus. Non è forse una privazione della libera circolazione delle idee e della creatività come fa la GEMA per esempio privandoci di vedere i video più vecchi e interessanti dei Kraftwerk? Bisognerebbe tornare a confrontarsi seriamente tutti su questo tema

  2. no…la gema fa bene, chi è rovinato è l´autore, che vede l´editore piazzare la musica su youtube fare soldi con la pubblicità insieme a youtube e non vedere un soldo. Parlare di libera circolazione di idee nella nostra societá mercantile é una pura contraddizione…e se l´ingenuitá porta a sbagliare, il furto voluto porta a persistere…

  3. È il sistema diritto d´autore che é malato.
    usiamo delle regole che risalgono al paleolitico, regole fatte per un mercato che funziona(va) solo grazie ai supporti fisici.

    Oramai non solo i supporti fisici sono andati a quel paese (se c´é ancora qualcuno che compra regolarmente CD invece che farsi un abbonamento a Spotify, beh, rispetto), ma internet ha distrutto ogni tipo di barriera tra le nazioni.

    Internet permette di scavalcare tutte le compagnie discografiche di questo mondo. Internet é giá il tramite, lo é giá per un sacco di altre cose.

    L´autore di deve prendere in mano i diritti delle proprie creazioni, ed é lui che deve decidere se rendere pubblico un video o no.
    SIAE, GEMA… possono andare tutte a farsi benedire. Sono dinosauri di marmo.

    • e´pura utopia pensare che davanti ad internet siamo tutti uguali, queste societá come la GEMA non sono il passato, lo saranno quando il dinosauro di marmo del mercato verrà messo nei musei, allora sí possiamo essere uguali davanti ad internet, fino a quella data, meglio difendere i diritti degli autori…

  4. Se aggiungete una “ss” davanti al dominio youtube si risolve il problema ;)
    (www.ssyoutube.com/uihdsdush….)

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