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La “spendacciona” Berlino salvata dai soldi degli altri Länder

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di Pierluigi Mennitti*
(pubblicato originariamente su Lettera43.it)

Berlino ladrona. La capitale tanto amata dagli europei non gode della stessa considerazione da parte dei tedeschi. E le vicende imbarazzanti dell’eterno nuovo aeroporto questa volta c’entrano poco. O meglio, servono solo a consolidare un vecchio pregiudizio: Berlino succhia e a volte sperpera i soldi dagli altri Länder per farsi bella. D’altronde, povera ma sexy era stato lo slogan lanciato dal suo sindaco Klaus Wowereit: un programma politico-amministrativo prima che un motto.

BERLINO DIVORA SOLDI. I dati forniti dal rapporto sul riequilibrio finanziario delle regioni tedesche, riferiti al 2012, sembrano dare ragione ai critici e hanno ancora una volta certificato che il land di Berlino ha ricevuto più soldi di tutti dal bacino comune: come ha scritto il Tagesspiegel, «dei 7,9 miliardi di euro a disposizione conteggiati dal rapporto, 3,3 miliardi, pari al 40% del totale, sono finiti nelle casse della capitale, un record assoluto, superiore anche al picco toccato nel 2008 di 3,1 miliardi». Ma la notizia più sorprendente è che chiamare bacino comune la camera di compensazione nella quale si incontrano solidarmente regioni che danno e regioni che prendono è quanto meno azzardato.

SOLO TRE LAND CONTRIBUENTI. Perché dei 16 länder che compongono la struttura federale della Bundesrepublik, sono tre le regioni che possono essere definite contribuenti netti: tutte le altre ricevono. Compresa la ricca Amburgo, altra città-Stato come Berlino e Brema, scivolata nei 12 mesi appena trascorsi dall’altra parte della barricata. «Il porto anseatico era stato per 20 anni un land contribuente netto», ha osservato lo Spiegel, «ma questo dato che ne misurava un invidiato benessere appartiene ormai al passato. Anche Amburgo è un land costretto ad essere finanziato, sebbene la somma ricevuta sia stata tutto sommato modesta, 21 milioni di euro».

A reggere la bandiera dei virtuosi solo tre länder: Baviera, Baden-Württemberg e Assia

Fino al 2010, le regioni contribuenti erano ancora cinque, ma nell’ultimo biennio due di loro hanno oltrepassato la linea d’ombra: ora Amburgo, l’anno precedente il Nord-Reno Vestfalia, che anche questa volta ha avuto bisogno di 402 milioni di euro. Così, a reggere la bandiera dei virtuosi sono rimasti tre länder del Sud: in ordine di contribuzione Baviera (3,9 miliardi), Baden-Württemberg (2,7 miliardi) e Assia (1,3 miliardi).

SALVATORI DELLA PATRIA. Monaco, Stoccarda e Wiesbaden (cui andrebbe aggiunta per correttezza la vicina piazza finanziaria di Francoforte) possono insomma ergersi a salvatori della patria, confermando il tradizionale atlante del benessere e della ricchezza tedesca che appare geograficamente capovolto rispetto all’Italia: ricchi al Sud, poveri al Nord. Ma da quelle parti non sono tanto orgogliosi del titolo onorario e da tempo i politici locali richiedono una revisione dei modelli di contribuzione. «Il riequilibrio finanziario (in tedesco Finanzausgleich) è stato immaginato come un sistema solidale finalizzato a far sì che tutti i governi regionali abbiano soldi a sufficienza per poter ottemperare ai bisogni sociali dei cittadini», ha spiegato lo Spiegel.

DIFFERENZE NEI SERVIZI. È una sorta di camera di compensazione che stempera le differenze accentuate in un sistema federale e ha contribuito a mantenere una relativa uniformità del livello di vita all’interno della Repubblica. Permangono differenze anche forti fra land e land nella qualità dei servizi, a cominciare da quelli dell’istruzione: non è un caso che scuole e università di Baviera e Baden-Württemberg conquistino sempre i primi posti nelle classifiche nazionali. Ma il trasferimento di una parte dei soldi è servito a evitare che il dislivello fosse troppo accentuato e creasse tensioni e migrazioni dentro la stessa nazione: una premura scolpita dei commi della costituzione per preservare il livello dei servizi pubblici anche in quelle regioni dove scarseggiano le grandi imprese e le entrate fiscali sono di conseguenza ridotte.

LA SOLIDARIETÀ SCARSEGGIA. Ma la solidarietà è un bene che comincia a scarseggiare anche in Germania. «I dettagliati e complicati meccanismi che governano le regole di equiparazione hanno da tempo sollevato invidie», ha concluso il magazine, «e più volte i giudici della Corte costituzionale si sono affaccendati attorno agli automatismi di distribuzione». Baviera e Assia vogliono sollevare ufficialmente la questione di fronte alla Corte di Karlsruhe: «Si tratta di un meccanismo ingiusto», ha accusato il presidente dell’Assia, Volker Bouffier (Cdu), «perché non incentiva il risparmio. Noi dobbiamo fare debiti per consentire alla Renania Palatinato o a Berlino di finanziare gratuitamente gli asili». I due Länder dovrebbero dare corpo al ricorso nel prossimo mese di febbraio, mentre il presidente verde del Baden-Württemberg, Winfried Kretschmann, ha detto di volerci ancora pensare. Si prospetta una guerra fra le regioni: nei loro confronti è già partita l’accusa di tutti gli altri colleghi di voler tradire il patto di solidarietà.

*giornalista, corrispondente a Berlino di Lettera 43

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Un commento

  1. siamo alle solite….pare che, nonostante tutto, i tedeschi non siano così diversi dagli italiani….

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