“Souvenir” della Guerra Fredda, spunta il tunnel sotterraneo

Stava passeggiando nei boschi a nord di Berlino, quando si è imbattuto in un tunnel sotterraneo parzialmente coperto dal terreno e dalla boscaglia. Werner Sobolewski, questo il nome dell’uomo, ha capito subito che non si trattava di un condotto per l’acqua o di un canale di scolo. il sessantaduenne, in precedenza arruolato nell’esercito della Germania Est, ricordava con precisione di aver percorso tunnel simili, durante le esercitazioni militari: servivano per gli spostamenti più delicati, quelle all’interno delle zone nemiche, o per le azioni di intelligence.

In questo caso, la scoperta si è dimostrata ancora più interessante: il tubo, di due metri di diametro, si è rivelato essere parte di un tunnel lungo 450 metri costruito dai servizi segreti dell’ovest, che collegava la parte occidentale di Berlino alla parte orientale, “sbucando” nei pressi della centrale telefonica della DDR, da cui passavano la maggior parte delle comunicazioni riservate tra Berlino e Mosca. Un sofisticato sistema di spionaggio, dunque, che permise a decine di militari federali di infiltrarsi in territorio nemico, durante gli anni della guerra fredda, ed ascoltare, secondo gli storici, 440mila telefonate.

Uno sforzo che, secondo quanto riferito dall’esperto Bernd Von Kostka al The Local, fu inutile: “Da lì non passavano le informazioni riservate, il KGB sapeva dell’esistenza di quel tunnel e sapeva che gli occidentali spiavano le loro comunicazioni”, rammenta lo storico. La soffiata sarebbe arrivata al servizio segreto russo da George Blake, infiltrato nell’MI6, il secret intelligence service britannico, ancora prima che la struttura fosse completata. Il KGB lasciò dunque che il tunnel venisse ultimato e utilizzato, ma si assicurò che dalla centrale telefonica non passasse alcuna informazione rilevante.