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Scudo nucleare europeo: quasi due terzi dei tedeschi sono favorevoli

L’Europa si trova di fronte a una svolta storica nella sua politica di difesa e alla necessità di considerare una realtà che il governo non menziona mai esplicitamente: gli USA non sono più considerati un alleato affidabile. La questione di uno scudo nucleare europeo autonomo ha acquisito una rilevanza particolare nel contesto geopolitico attuale, con un’impennata dopo gli attacchi statunitensi ai siti di arricchimento dell’uranio in Iran. Un recente sondaggio condotto in Germania ha rivelato un sostegno sorprendentemente ampio per l’idea di uno scudo continentale, che protegga tutti i Paesi dell’Unione da possibili minacce atomiche esterne.

Il sostegno popolare tedesco allo scudo nucleare europeo

L’istituto di ricerca Forsa ha condotto un’indagine rappresentativa per la rivista “Internationale Politik” che ha messo in luce un consenso significativo tra i cittadini tedeschi. I dati, raccolti il 12 e 13 giugno 2025, mostrano che il 64% degli intervistati considera appropriata la creazione di uno scudo nucleare di deterrenza europeo autonomo dagli Stati Uniti. Solo il 29% della popolazione si è dichiarata contraria a questa prospettiva.

Lo studio ha coinvolto 1005 persone con un margine di errore statistico di ±3 punti percentuali. La rilevazione è stata effettuata prima dell’escalation del conflitto tra Israele e Iran che ha visto l’intervento militare statunitense a supporto di Israele.

Consenso trasversale, attraverso i partiti e le generazioni

L’appoggio allo scudo nucleare europeo presenta variazioni interessanti tra diversi segmenti della popolazione tedesca, ma si attesta su un consenso straordinariamente trasversale. La divisione geografica mostra già alcune differenze: nella Germania occidentale il sostegno raggiunge il 66% con solo il 27% di contrari, mentre nei Länder dell’ex DDR il consenso si attesta al 52% con il 40% di oppositori.

Anche le differenze riscontrabili dal punto di vista generazionale sono tutt’altro che drammatiche, per quanto molto marcate. La fascia demografica sotto i 45 anni esprime un consenso del 58,5%, inferiore alla media nazionale, mentre tra gli over 45 il sostegno sale al 67,5%.

L’orientamento politico dei partiti tedeschi

L’analisi del sostegno allo scudo nucleare europeo per appartenenza politica rivela dinamiche particolarmente significative nel panorama tedesco. Gli elettori dei Verdi mostrano il supporto più elevato con il 78%, seguiti dai sostenitori di CDU/CSU al 71%. È singolare il fatto che le percentuali più alte a favore di una difesa che prescinda dall’appoggio statunitense venga proprio dai due partiti con la più forte vocazione atlantista nel panorama politico tedesco. 

Non che il supporto a questa possibilità sia minoritario fra le altre forze politiche: gli elettori dell’SPD manifestano un consenso del 65%, comunque superiore alla media nazionale, mentre le formazioni più estreme dello spettro politico mostrano maggioranze più contenute ma comunque assolute: l’AfD registra il 54% di favorevoli e Die Linke il 52%.

Il ruolo del cancelliere Merz nelle iniziative diplomatiche

Il cancelliere Friedrich Merz (CDU) ha anticipato le aspettative popolari annunciando, prima del suo insediamento, l’intenzione di avviare colloqui diplomatici con Francia e Gran Bretagna. L’obiettivo dichiarato consiste nella discussione di un deterrente nucleare europeo proprio, che consentirebbe al continente di ridurre la dipendenza dallo scudo protettivo statunitense.

Questa iniziativa diplomatica è motivata dall’imprevedibilità della politica del presidente americano Donald Trump, che ha generato incertezze sulla continuità dell’ombrello nucleare transatlantico. La strategia di Merz mira a costruire un dialogo costruttivo con le due potenze nucleari europee per esplorare le possibilità di una deterrenza continentale autonoma.

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Donald Trump Foto: EPA-EFE/FRANCIS CHUNG / POOL

Lo scudo nucleare europeo rappresenterebbe, evidentemente, una risposta alle trasformazioni dell’ordine geopolitico mondiale. L’Europa si trova a fronteggiare sfide di sicurezza crescenti in un momento in cui l’affidabilità dell’alleanza con gli Stati Uniti appare meno scontata rispetto al passato. La creazione di una capacità di deterrenza indipendente costituirebbe un passo significativo verso l’autonomia strategica europea e, a quanto dimostra la composizione politica del sondaggio, sembrerebbe non presupporre neppure una particolare comunanza di vedute rispetto agli equilibri geopolitici internazionali.

Le sfide tecniche e politiche

L’implementazione di uno scudo nucleare europeo presenterebbe complessità significative che richiedono un coordinamento senza precedenti tra le nazioni coinvolte. La Francia e la Gran Bretagna, uniche potenze nucleari europee, dovrebbero accettare di condividere le loro capacità strategiche in un framework comune, superando decenni di indipendenza nazionale in materia di deterrenza.

Le questioni tecniche includono lo sviluppo di sistemi di comando e controllo integrati, la definizione di dottrine strategiche condivise e la creazione di meccanismi decisionali che rispettino le sovranità nazionali pur garantendo l’efficacia operativa. Inoltre, gli aspetti finanziari richiederebbero un impegno economico considerevole da parte di tutti i paesi partecipanti.

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