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Germania, bimbo di 10 anni punito per un disegno contro AfD

Se ci è voluto quasi un anno perché si venisse a sapere che un gruppo di studenti delle medie avevano intonato cori razzisti nel campo di concentramento di Bergen Belsen, sono bastati pochi minuti per punire severamente uno scolaro di dieci anni di Chemniz, in Sassonia, “colpevole” di aver disegnato sul quaderno un segnale di divieto con all’interno una svastica e circondato da scritte contro il partito di ultradestra AfD. A rendere particolarmente amaro l’episodio è il fatto che la motivazione ufficiale della punizione sia stato l’utilizzo di “simboli anticostituzionali”. Ovvero, il bimbo è stato punito per aver disegnato la svastica, come se il suo disegno fosse stato un inno al nazionalsocialismo, invece che l’esatto opposto. 

Il bimbo è stato minacciato di espulsione e spostato in un’altra classe, poi le autorità hanno fatto marcia indietro

Il piccolo ha ricevuto un rimprovero formale, è stato spostato in una classe parallela per tre settimane e minacciato di espulsione. Tutti i provvedimenti sono ritirati dopo che la madre, aiutata da un gruppo di attivisti, ha reso noto il caso e si è schierata dalla parte di suo figlio, esigendo che l’intero episodio fosse vagliato dalle autorità locali.

Il ministro dell’Istruzione della Sassonia, Conrad Clemens (CDU), ha dichiarato al quotidiano Taz, che per primo ha riportato la notizia: “L’alunno […] ha subito un torto. Dopo una discussione tra tutte le parti coinvolte, la scuola ha ritirato le misure disciplinari. Una cosa è chiara: una cosa del genere non deve più accadere”.

Il bambino è figlio di un padre di origine turca e di una madre tedesca, cresciuta in Sassonia. Gli attivisti che hanno sostenuto la famiglia accusano gli insegnanti di “bullismo” e “razzismo”. La vicenda è stata resa pubblica attraverso il canale Instagram “safe_space_chemnitz_“. Su questo canale è stato pubblicato un video in cui si sente il bambino – con voce modificata – chiamare la madre il primo giorno dopo l’espulsione, chiedendole in lacrime di andare a prenderlo. Il filmato ha superato le 150.000 visualizzazioni in poche ore. Secondo gli attivisti, che hanno sostenuto la famiglia del piccolo nella contestazione del provvedimento disciplinare, è “assolutamente grottesco” che l’autorità scolastica statale non si sia scusata a nome della scuola, e hanno chiesto che la direttrice e l’insegnante di classe subiscano conseguenze ai sensi della legge sul pubblico impiego

Prima dell’intervento del ministro, la madre del bambino aveva incontrato tre rappresentanti dell’autorità scolastica statale di Chemnitz. Durante questo incontro, la donna aveva manifestato l’intenzione di contestare legalmente il provvedimento. I rappresentanti delle autorità, tuttavia, non avevano offerto scuse né ritirato immediatamente il rimprovero, affermando di non essere a conoscenza “di cosa fosse stato disegnato o cancellato”.

Il bimbo è stato punito per un disegno contro AfD sul suo quaderno, ma un compagno di scuola non è stato punito per aver disegnato svastiche sui muri

Nel richiamo formale inviato una settimana prima, la scuola aveva sostenuto che il bambino avesse disegnato “simboli contro lo stato (svastiche) sul suo foglio di lavoro in classe”. La famiglia non era stata consultata prima dell’emissione del provvedimento. La madre ha precisato che non si trattava di un foglio di lavoro condiviso con altri alunni, ma di una pagina del quaderno personale del figlio.

Il foglio in questione, a cui ha avuto accesso il quotidiano taz, contiene diversi slogan contro l’AfD: bandiere con la scritta “FCK AFD”, frasi come “L’AFD è una merda”, accompagnate dal disegno della corrispondente emoji, e altre espressioni contro il partito.

La madre, nella sua contestazione, ha fatto riferimento a una sentenza della Corte federale di giustizia del 2006, secondo cui le svastiche barrate possono essere utilizzate se “sottolineano in modo chiaro ed evidente l’opposizione al nazionalsocialismo”. È da notare che né la direttrice della scuola elementare né l’insegnante di classe del bambino hanno partecipato alla discussione con l’autorità scolastica, nonostante fossero state invitate.

Secondo quanto riferito dagli attivisti che hanno sostenuto la madre, l’autorità scolastica non ha affrontato l’accusa secondo cui un altro alunno della stessa scuola aveva disegnato delle svastiche nell’edificio scolastico poco tempo prima, senza che queste venissero rimosse e senza che l’alunno in questione subisse conseguenze disciplinari. La scuola non ha risposto alla richiesta di chiarimenti avanzata dal taz riguardo a entrambi gli episodi.

All’inizio della consultazione, l’autorità scolastica statale aveva tentato di far firmare alla madre un accordo di riservatezza sulla questione, proposta che la donna ha rifiutato. Prima di rivolgersi al gruppo di attivisti, la donna avrebbe subito diverse forme di intimidazione. Secondo quanto riportato da “Safe Space Chemniz”, le autorità scolastiche, nei primi colloqui in cui la madre contestava la misura disciplinare applicata contro suo figlio, l’avrebbero accusata di essere inadatta a prendersi cura del figlio, le avrebbero detto che l’intera famiglia necessitava di interventi terapeutici e l’avrebbero minacciata di coinvolgere i servizi sociali, il che, in Germania, sottende sempre il rischio di una revoca della custodia del minore.

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