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Nord Stream 2, si parla di riattivazione. E di nuova dipendenza da Russia o U.S.A.

Si torna a parlare dei gasdotti Nord Stream e in particolare della possibilità che il Nord Stream 2 possa tornare parzialmente operativo. Buona notizia o pericolo di una nuova dipendenza energetica da Mosca o Washington?

A parlarne è stata l’agenzia di stampa Reuters, rilanciando quanto emerso da una conferenza di settore a Berlino.

Si torna a parlare di Nord Stream 2 a Berlino

Durante la conferenza in questione, infatti, Patrick Pouyanné, dirigente della multinazionale Total Energies, ha dichiarato che non sarebbe sorpreso “se due dei quattro tubi venissero rimessi in funzione, ma non tutti e quattro”.

Com’è noto, i gasdotti Nord Stream 1 ed 2 hanno subito gravi danni, a seguito di un attacco, nel settembre 2022. L’unico tubo di Nord Stream 2 rimasto intatto finora non è stato più utilizzato. 

Pouyanné considera il gas russo essenziale per la competitività europea. “È impossibile competere con il gas russo, se si importa GNL da altre regioni” ha dichiarato, sottolineando in particolare le sfide economiche di Paesi come la Germania. “La domanda è: possiamo davvero fare a meno del gas russo a basso costo?” si è chiesto il CEO del colosso energetico francese, dandosi subito dopo la risposta: “Non credo che l’Europa centrale sarà in grado di farlo”.

Medvedev e Putin
Foto: Dmitry Medvedev, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons

Gli USA potrebbero prendere il controllo del Nord Stream 2

Sullo sfondo ci sono le trattative di pace relative al conflitto ucraino, portate (faticosamente) avanti con l’intervento di Washington. in base a quanto divulgato dai media, gli Stati Uniti potrebbero addirittura prendere il controllo di Nord Stream 2, per garantire il flusso di gas russo a basso costo alla Germania. 

Investitori americani avrebbero infatti già manifestato interesse verso la parte intatta del gasdotto e le trattative USA-Russia in Arabia Saudita includerebbero il team del Nord Stream come leva di negoziazione. Anche il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov ha confermato il fatto che la Russia abbia parlato del gasdotto con gli Stati Uniti.

Se da una parte questa possibilità risolverebbe alcuni problemi prodotti dalla crisi energetica, c’è tuttavia un risvolto della medaglia su cui anche Puyanné si interroga. Se la frattura con la Russia ha mostrato alla all’Europa cosa succede quando si dipende a livello energetico da una potenza straniera, infatti, è naturale chiedersi quanto saggio possa essere ricreare lo stesso tipo di dipendenza. Che si tratti di Mosca o Washington. In questo senso Puyanné sostiene che l’Europa ”non dovrebbe inciampare nella prossima dipendenza dagli Stati Uniti”.

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