Tassare i super-ricchi: la proposta del sindacato tedesco

Il sindacato dell’industria chimica IG BCE ha presentato una proposta per affrontare la crisi economica in Germania: un prelievo una tantum del 5% per i super-ricchi, ovvero, sui patrimoni superiori a 10 milioni di euro. Secondo il presidente del sindacato, Michael Vassiliadis, questa misura riguarderebbe circa 84.000 persone e genererebbe un gettito stimato di 175 miliardi di euro, pari a oltre un terzo degli investimenti necessari entro il 2030 secondo le stime della Federazione delle industrie tedesche.
“Fondo di svolta” per salvare le industrie e riforma del freno al debito
Il sindacato propone di destinare questi fondi a un “fondo di svolta” per la modernizzazione delle infrastrutture e la trasformazione industriale del Paese. Vassiliadis ha sottolineato l’urgenza di questo intervento, affermando che un quinto dell’industria rischia il collasso senza misure tempestive. L’IG BCE propone inoltre una riforma del freno al debito, per escludere gli investimenti in progetti futuri dalle sue limitazioni e facilitare così la ripresa economica e industriale.
La situazione industriale in Germania è descritta come critica, piagata dagli alti costi energetici, messa in difficoltà dalla concorrenza cinese e minacciata dai dazi statunitensi. Si segnalano già delocalizzazioni e piani di ristrutturazione che mettono a rischio migliaia di posti di lavoro, mentre le aziende cercano di ridurre i costi e aumentare la competitività.
SPD e Verdi favorevoli a tassare i super-ricchi
Un sondaggio tra gli iscritti all’IG BCE ha rivelato che il 55% attribuisce la responsabilità principale della crisi alla politica, mentre il 27% la imputa ai datori di lavoro. Le principali richieste dei lavoratori includono la riduzione dei prezzi dell’energia (69%), lo snellimento burocratico (60%) e maggiori incentivi alla produzione nazionale (44%). Il sindacato tedesco IG BCE ha proposto un prelievo sui patrimoni più elevati per finanziare un fondo destinato a modernizzare le infrastrutture e trasformare l’industria del Paese. Secondo il leader sindacale Michael Vassiliadis, queste misure sono necessarie per migliorare la competitività dell’industria tedesca e garantire la sicurezza dei posti di lavoro.
La proposta del sindacato si allinea con le posizioni dei partiti SPD e Verdi, favorevoli a un Fondo per la Germania finanziato dal debito e a una riforma del freno all’indebitamento. Vassiliadis sostiene che le persone più abbienti dovrebbero assumersi maggiori responsabilità, considerando che sarebbero le prime a beneficiare di una ripresa economica e industriale.
Il sindacato ha registrato un aumento record di nuovi iscritti lo scorso anno, con 35.300 adesioni, in parte grazie a un bonus previsto dal contratto collettivo dell’industria chimica. Tuttavia, il numero complessivo di iscritti è diminuito dell’1,2%, attestandosi a 566.600, a causa del trend demografico che vede una popolazione in invecchiamento e una forza lavoro in diminuzione.
Vassiliadis ha criticato l’atteggiamento della Germania, accusandola di aver vissuto troppo a lungo di rendita. Di fronte a quella che definisce “il compito del secolo”, il leader sindacale esorta a sfruttare il basso rapporto di indebitamento e l’alto rating creditizio del Paese per garantire il futuro dell’industria nazionale, sottolineando la necessità di un cambiamento di mentalità e un impegno collettivo per superare le sfide attuali.