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Attivista di ultradestra cambia genere durante il processo

La persona precedentemente conosciuta come Sven Liebich, esponente di lunga data della scena di ultra-destra della Sassonia-Anhalt, ha recentemente cambiato la propria identità di genere e il proprio nome, avvalendosi della nuova legge sull’autodeterminazione per le persone transgender. Il suo nome è ora Marla-Svenja Liebich ed è registrata in tutti i documenti ufficiali con il genere femminile. Secondo diversi media tedeschi, fra i quali Queer.de, ci sarebbe ragione di credere che tale scelta non sia, tuttavia, dovuta a un’autentica identificazione con il genere femminile, quanto piuttosto al desiderio di mettere in atto una provocazione, nel bel mezzo di un procedimento giudiziario.

Liebich aveva definito le persone queer “parassiti della società”

A far sospettare che Liebich possa non essere una donna trans contribuiscono diversi aspetti. Fra questi, indubbiamente le posizioni espresse in passato, per esempio nel 2022, quando Liebich ha interrotto il pride di Halle, descrivendo le persone LGBTQIA+ che vi prendevano parte come “parassiti di questa società”.

Un altro elemento che spinge a dubitare dell’autenticità della scelta di Liebich è il fatto che questo cambiamento arrivi in un momento particolarmente delicato della sua vita, ovvero poco dopo una condanna in primo grado a un anno e mezzo di carcere per incitamento all’odio e diffamazione, una sentenza contro cui ha presentato appello. Durante il processo d’appello, Liebich ha trascinato la sua ultima dichiarazione per diversi giorni, attirando ulteriormente l’attenzione dei media e del pubblico e soprattutto estendendo i tempi del procedimento molto oltre i limiti abituali per un caso del genere. 

Poco prima della fine dell’anno, Liebich ha richiesto il cambio di genere e nome all’anagrafe di Schkeuditz, che ha ufficializzato la modifica. Marla-Svenja Liebich non ha ancora rilasciato dichiarazioni sulla sua identità di genere, limitandosi a dichiarare ai media di avere “paura delle discriminazioni”. In tutte le apparizioni pubbliche successive alla modifica, Liebich è apparsa identica nell’aspetto a come appariva prima di richiederla.

Il cambio di genere non modifica lo status giuridico e non determina automaticamente il carcere di destinazione

Il suo stato giuridico, tuttavia, è immutato. Liebich aveva già diverse condanne precedenti per reati simili e per aggressione e aveva ricevuto multe e sospensioni della pena. Queste condanne precedenti rimangono in vigore e possono ancora essere attribuite a lei personalmente, dal momento che la persona giuridica non viene modificata né tantomeno “resettata” quando si autocertifica una riassegnazione del genere. Questo vuol dire che Liebich dovrà comunque scontare qualsiasi condanna le venga imposta, una volta che la sentenza sarà definitiva.

Quello su cui si specula, al momento – e forse il fulcro di quella che potrebbe essere una provocazione da parte dell’imputata – è la possibile detenzione se la sentenza dovesse essere confermata. Il tabloid Bild ha posto una domanda in merito all’ufficio del pubblico ministero di Halle e, in risposta, un portavoce ha spiegato che “non c’è alcun automatismo per cui una persona viene mandata in un carcere femminile dopo aver cambiato genere e nome”. Questo tipo di situazioni, spiega, sono esaminate caso per caso. “Non c’è mai stato un caso del genere nell’ufficio del procuratore di Halle”, ha spiegato il procuratore capo di Halle, Dennis Cernota. “In caso di dubbio, sarebbe necessario richiedere una perizia”.

Online il caso Liebig viene usato per deridere le persone trans e sminuire la legge

Una speculazione possibile è che Liebig stia approfittando di questa situazione per minare la credibilità della legge sull’autodeterminazione delle persone transessuali, presentandola come uno strumento di abuso, grazie al quale un uomo cisgender potrebbe tentare di avere accesso a uno spazio esclusivamente femminile (anche se questo spazio è un carcere), con l’intenzione di trarne una qualche sorta di vantaggio o di commettere ulteriori abusi. D’altra parte, fa notare la testata Queer.de, quando le unioni civili furono introdotte in Germania all’inizio degli anni 2000 e, più avanti, quando il matrimonio egualitario fu introdotto nel 2017, le obiezioni avevano più o meno lo stesso tenore. Negli ambienti conservatori si paventava la possibilità che i criminali si sposassero fra loro per non dover testimoniare l’uno contro l’altro. A oggi, non si sono verificati casi di questo genere.

Quello che si sta verificando, invece, è un’ondata di commenti di simpatizzanti dell’ultradestra su X, i quali condividono foto di Liebich con commenti come “questa è la più bella fra tutte le donne e l’odio che riceve da siti come queer.de è insopportabile” o meme dal contenuto transfobico, che prendono in giro chi afferma che le donne trans siano donne indipendentemente dal modo in cui presentano all’esterno il genere di appartenenza. In quest’ottica, quella di Liebich potrebbe essere vista come una provocazione volta a generare esattamente questo tipo di reazione, sminuendo e ridicolizzando il movimento per l’affermazione dei diritti delle persone trans.

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